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- L'articolo 46 del decreto legge 6 dicembre 2011 , n. 201, “Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici”
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- Collegamenti infrastrutturali e logistica portuale
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- 1. Al fine di promuovere la realizzazione di infrastrutture di collegamento tra i porti e le aree retro portuali, le autorità portuali possono costituire sistemi logistici che intervengono, attraverso atti d'intesa e di coordinamento con le regioni, le province ed i comuni interessati nonché con i gestori delle infrastrutture ferroviarie.
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- 2. Le attività di cui al comma 1 devono realizzarsi in ottemperanza a quanto previsto dalla normativa comunitaria, avendo riguardo ai corridoi transeuropei e senza causare distorsione della concorrenza tra i sistemi portuali.
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- 3. Gli interventi di coordinamento devono essere mirati all'adeguamento dei piani regolatori portuali e comunali per le esigenze di cui al comma 2, che, conseguentemente, divengono prioritarie nei criteri di destinazione d'uso delle aree.
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- 4. Nei terminali retro portuali, cui fa riferimento il sistema logistico, il servizio doganale e' svolto dalla medesima articolazione territoriale dell'amministrazione competente che esercita il servizio nei porti di riferimento, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
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- L'Unione Interporti Riuniti (UIR) ha contestato fortemente i contenuti dell'articolo 46 del decreto legge dello scorso 6 dicembre del nuovo governo Monti perché - ha spiegato l'associazione - «affida materie inerenti proposizioni di ordine politico-strutturale ad un decreto legge, tra l'altro in una tempistica estremamente emergenziale, che oltre ai contenuti, anche sul piano terminologico, lascia profondi dubbi sulla validità delle ricadute funzionali ed economiche per il Paese».
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- «I contenuti dell'articolo 46 - ha precisato l'UIR - contraddicono in materia categorica gli indirizzi normativi europei già fatti propri dal nostro Paese. L'Unione Interporti Riuniti, in spirito fortemente costruttivo, rileva che il criterio di retro-porto non chiarisce quanto ad oggi le stesse Commissioni parlamentari, ancora in operatività, hanno all'unanimità delle componenti politiche, indicato quale migliore coniugazione fra porti e interporti per il potenziamento quali-quantitativo dei porti nel sistema complessivo della logistica italo-europea».
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- Secondo l'Unione Interporti Riuniti, le sostanzialità riformatrici del sistema della logistica devono essere essenziale materia del Parlamento «che ad oggi, sia alla Camera che al Senato - ha sottolineato l'associazione - ha mostrato competenze e sensibilità uniche in Europa e da essa riconosciute».
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- Inoltre l'UIR ha espresso la propria contrarietà «all'estemporaneo finanziamento CIPE di 20 milioni di euro ad una non meglio definita piattaforma logistica di Fiumicino, finanziamento che - ha osservato l'associazione - assolutamente non può essere attribuito al comparto degli interporti italiani che ad oggi hanno solo richiesto definizioni normative e non economiche».
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