- Le aziende del settore delle riparazioni navali che fanno capo a Confindustria Genova hanno sottolineato di seguire l'evolversi della vicenda riguardante i lavori di dragaggio nel porto di Genova «con un misto di incredulità e viva preoccupazione». «Il programma degli interventi - hanno ricordato - prevedeva l'interdizione di alcuni bacini di carenaggio per un periodo definito in agosto, e su questa base le aziende hanno a loro volta organizzato le immissioni in vasca delle navi che, con molti sforzi, sono riuscite ad acquisire».
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- «I ritardi subìti dai lavori di dragaggio, auspicati e attesi da tempo - hanno spiegato - rischiano ora di determinare la perdita delle commesse più imminenti o, comunque, di rendere necessario un ulteriore e non previsto periodo di interdizione in autunno: un rischio che le aziende non possono in alcun modo permettersi di correre, in considerazione delle grandi difficoltà che oggi stanno interessando il comparto».
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- «L'eventuale indisponibilità delle vasche, in difformità rispetto al programma originario - hanno precisato le società di riparazione navale di Confindustria Genova - obbligherebbe le aziende a disdire gli ordini già acquisiti, a non avere certezze per gli ordini in fase di acquisizione e, conseguentemente, ad avviare - in alcuni casi a prorogare - la cassa integrazione per i propri dipendenti».
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- Riferendosi alle proteste dei giorni scorsi di abitanti del centro storico genovese che hanno manifestato preoccupazione per le vibrazioni agli edifici causate dalle microcariche esplosive utilizzate per gli interventi di dragaggio in porto, i riparatori navali hanno evidenziato di non sottovalutare affatto «l'esigenza di tutelare la sicurezza dei cittadini che abitano gli edifici prospicienti lo specchio acqueo interessato dai dragaggi, ma è un fatto - hanno rilevato - che i monitoraggi costantemente eseguiti non hanno evidenziato pregiudizi o pericoli concreti in questo senso».
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- «Sono apprezzabili le iniziative che in questo momento i tecnici, le autorità locali e l'amministrazione centrale stanno assumendo per contemperare al meglio le diverse esigenze - hanno concluso - ma i riparatori debbono constatare che, purtroppo, l'evolversi di questa vicenda dimostra ancora un'insufficiente consapevolezza e sensibilità per l'esigenza primaria, cioè quella di concentrare al massimo ogni sforzo per ridare ossigeno all'economia del porto e, quindi, della città».
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