- Il sottosegretario ai Trasporti, Guido Improta, ha convocato per il prossimo 26 ottobre un incontro con i rappresentanti degli autotrasportatori con l'obiettivo di trovare risposte ai problemi che gravano sulla categoria. Da parte sua Trasportounito non nasconde di nutrire poche speranze su un esito positivo delle riunione: «attendiamo - ha spiegato il presidente dell'associazione sindacale, Franco Pensiero - l'incontro fissato con il sottosegretario Improta, per la fine del mese di ottobre, ma le speranze di ottenere risultati tangibili sono, alla luce delle recenti esperienze, davvero scarse».
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- L'incontro del 26 ottobre vedrà Trasportounito già pronta ad avviare nuove azioni di protesta: sabato prossimo, infatti, alle ore 9.30 al Centro congressi Novotel a Genova si terrà l'assemblea dell'associazione, che sarà chiamata a confermare la delibera assunta dal consiglio nazionale in merito all'avvio delle nuove azioni di protesta. Inoltre l'assemblea metterà anche a punto la nuova piattaforma di rivendicazioni di emergenza che saranno presentate al governo e che – ha sottolineato l'associazione - rappresenta davvero l'ultima spiaggia.
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- Intanto, in previsione dell'assemblea di sabato, Trasportounito ha definito il seguente “manifesto” in cui presenta al governo alcune rivendicazioni dei propri associati:
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- Caro Presidente Monti,
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- siamo 120.000 imprese e occupiamo 1 milione di operatori (oltre indotto), produciamo il 7% del PIL nazionale e operiamo per consegnare il 90 % dei prodotti che arrivano nelle case dei cittadini Italiani, subendo i limiti infrastrutturali del nostro Paese e sopperendo alla mancanza di forme alternative di trasporto.
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- Riceviamo in cambio il continuo aumento delle Accise sul gasolio, il mancato controllo sulle speculazioni di Autostrade e Assicurazioni, sopportiamo lunghe attese (non pagate), ritardati o mancati pagamenti e la committenza non ci riconosce nemmeno i Costi di Esercizio.
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- Per competere con gli irregolari (che nessuno ferma), viaggiamo sotto costo e regaliamo alla committenza anche le agevolazioni che riceviamo dallo Stato.
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- La L. 127/2010 doveva riconoscere costi minimi di esercizio ad un mercato dei trasporti regolamentato e libero: ma a noi è arrivata solo confusione, conflittualità con la committenza e forse anche incongruità sugli studi di settore.
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- Facciamo ancora viaggiare i camion per mantenere gli impegni assunti con gli autisti e perché alle banche non conviene farci chiudere.
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- Basterebbero pochi provvedimenti di Legge, correttivi della normativa di settore che non funziona, per ridare ordine e sicurezza ad un settore economico fondamentale per l'economia del Paese, che non può rimanere completamente deregolamentato.
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- Chiediamo con urgenza che gli organi competenti controllino e sanzionino la committenza irregolare, che non paga nei termini di legge e non riconosce i costi minimi di esercizio.
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- SENZA INTERVENTI URGENTI
L'AUTOTRASPORTO ITALIANO CHIUDE: E POI?
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