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Antonini si è dimesso dalla carica di presidente di Fincantieri
Il gruppo navalmeccanico italiano ha chiuso il 2012 con una crescita del risultato d'esercizio. Il valore dell'orderbook è diminuito del 6,5%
26 febbraio 2013
A meno di un anno dalla conferma da parte del consiglio di amministrazione del gruppo navalmeccanico Fincantieri della carica di presidente a Corrado Antonini, quest'ultimo ha presentato le dimissioni con decorrenza 31 dicembre 2012. Lo si è appreso oggi in occasione della presentazione dei risultati conseguiti lo scorso anno dall'azienda, il cui Board - senza specificare le motivazioni che hanno indotto Antonini al passo - ha brevemente precisato di aver «preso atto delle dimissioni presentate dal presidente» ed ha annunciato il rinvio della nomina del nuovo presidente ad una prossima occasione.
Il gruppo cantieristico italiano ha archiviato il 2012 con un risultato d'esercizio di oltre 15 milioni di euro su ricavi per 2.385 milioni di euro rispetto ad un utile di nove milioni di euro su ricavi per 2.382 milioni di euro nell'esercizio annuale precedente. L'EBITDA si è attestato a 137 milioni di euro rispetto a 138 milioni nel 2011. La posizione finanziaria netta è positiva per 480 milioni di euro rispetto a 166 milioni al 31 dicembre 2011. L'azienda - sottolineando come questi dati dimostrino la solidità della struttura finanziaria e patrimoniale del gruppo - ha precisato che la disponibilità di cassa è di 692 milioni di euro e che il patrimonio netto risulta essere pari a 957 milioni di euro, con 309 milioni di euro di riserve prevalentemente per utili non distribuiti. Inoltre - ha specificato Fincantieri - in bilancio sono appostati fondi più che congrui per fronteggiare rischi e oneri specifici, per un ammontare pari a circa 101 milioni di euro.
Nell'esercizio 2012 figurano investimenti per 89 milioni di euro «relativi principalmente - ha spiegato Fincantieri - al completamento di progetti già avviati negli esercizi precedenti al fine di accrescere l'efficienza produttiva e a migliorare le condizioni di sicurezza e di rispetto dell'ambiente. Tale valore include anche la continuazione del programma di investimenti in atto nei cantieri americani».
Fincantieri ha evidenziato inoltre i risultati conseguiti nel 2012 sotto l'aspetto commerciale, avendo colto al meglio - ha sottolineato il gruppo - «le opportunità disponibili, finalizzando accordi per nuovi ordini, comprese le opzioni, per complessivi euro 6,5 miliardi che includono peraltro tutte le nuove navi prototipo assegnate nel settore delle navi da crociera. Tale valore include contratti già finalizzati per euro 1,4 miliardi, mentre i rimanenti accordi sono tutti soggetti alla finalizzazione del relativo pacchetto finanziario. In particolare, nel comparto mercantile sono stati sottoscritti contratti per la realizzazione di due navi da crociera per l'armatore Viking Ocean Cruises ed è stato acquisito dalla compagnia canadese Société des traversiers du Québec un ordine per la costruzione di un traghetto dual fuel di ultima generazione con caratteristiche di propulsione innovative. Nel settore militare si segnala l'acquisizione, attraverso la controllata americana Fincantieri Marine Group, dell'ordine per la costruzione di due unità LCS (Littoral Combat Ship) per la US Navy (relative al contratto per la costruzione di 10 unità siglato alla fine del 2010) e di 40 piccoli pattugliatori per la US Coast Guard. Infine sono stati acquisiti ordini per euro 66 milioni nel business riparazioni e trasformazioni e per euro 77 milioni in quello dei sistemi e componenti». Il valore dell'orderbook al 31 dicembre scorso si è attestato a 7.817 milioni di euro, in calo del 6,5% rispetto a 8.361 milioni di euro alla fine del 2011.
Sul fronte occupazionale, Fincantieri ha precisato di aver perseguito, nell'ambito del piano di riorganizzazione aziendale oggetto di un accordo a livello nazionale sottoscritto a fine 2011 con il ministero del Lavoro e la maggioranza delle organizzazioni sindacali, «da un lato il riequilibrio degli organici in relazione ai ridotti carichi di lavoro (uscite di personale per 333 unità a livello di capogruppo e ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria mediamente per 1.463 risorse) e dall'altro gli obiettivi di diversificazione del business. Al riguardo si segnala, in data 21 dicembre - ha ricordato Fincantieri - la firma di un accordo per l'acquisizione del 50,75% di STX OSV, società quotata alla Borsa di Singapore, leader mondiale nella costruzione di mezzi di supporto alle attività di estrazione e produzione di petrolio e gas naturale, che nell'ultimo triennio ha generato mediamente ricavi per circa euro 1,6 miliardi e EBITDA per circa euro 190 milioni. L'operazione è stata poi perfezionata in data 23 gennaio 2013» ( del 21 dicembre 2012 e 23 gennaio 2013). «Attraverso questa acquisizione - ha evidenziato Fincantieri - il gruppo raddoppia le sue dimensioni, diventando uno dei primi cinque costruttori navali al mondo, con i primi quattro tutti coreani, e si posiziona come produttore leader in tutti i segmenti di mercato ad alto valore aggiunto della cantieristica navale».
Commentando i dati economici resi noti oggi dall'azienda, l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha rilevato come «i risultati conseguiti nel 2012, nonostante il permanere di un contesto di riferimento alquanto difficile, e l'acquisizione di STX OSV, primaria società che opera in un settore ad alto valore aggiunto come quello dell'offshore, realizzata principalmente con nostre risorse», permettano al gruppo «di rafforzare le leadership raggiunte e di guardare con maggior ottimismo a un futuro di sviluppo. Tutto questo - ha concluso Bono - unitamente all'implementazione del piano di riorganizzazione condiviso con il sindacato e volto al recupero della produttività e all'incremento di flessibilità, crea le premesse per mantenere in attività i cantieri italiani, in una solida situazione economico-finanziaria».
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