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Il Comitato delle Regioni chiede all'UE di mettere i porti al centro del rilancio e sviluppo dell'economia europea
Perplessità degli enti locali e regionali sulla strategia di Bruxelles: «siamo preoccupati - ha spiegato il sindaco di Livorno Cosimi- dal fatto che la Commissione abbia sottovalutato, nel suo studio di impatto, la dimensione territoriale delle attività portuali»
15 luglio 2013
I porti dell'UE svolgono un ruolo determinante nello sviluppo economico delle regioni costiere, ma anche dell'intero territorio dell'Unione Europea. Dall'efficienza e competitività degli scali marittimi europei dipenderanno aspetti rilevanti dell'attuazione della strategia per la crescita dell'UE. La strategia Europa 2020 e la strategia “crescita blu” - che costituisce la sua dimensione marittima - devono pertanto tenere pienamente conto dell'importanza del settore portuale e di una politica europea portuale integrata.
Il ruolo dei porti per il rilancio e lo sviluppo dell'economia europea è stato sottolineato nel corso di un convegno sul contributo dei porti UE sull'implementazione della strategia Europa 2020 organizzato dalla commissione Politica di coesione territoriale (COTER) del Comitato delle Regioni (CdR), l'assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'Unione Europea, che si è tenuto venerdì scorso a Dunkerque.
Il convegno e il lavoro avviato dal relatore del CdR Alessandro Cosimi, sindaco di Livorno, hanno l'obiettivo di far portare le istanze degli enti locali e regionali nel processo di revisione della politica europea dei porti. La Commissione Europea ha infatti lanciato, nel maggio scorso, una nuova iniziativa volta a migliorare le operazioni portuali e i collegamenti di oltre 300 grandi porti marittimi europei ( del 23 maggio 2013). L'obiettivo è quello di modernizzare i servizi portuali e attirare gli investimenti garantendo un libero accesso al mercato e migliorando la trasparenza finanziaria.
Nel corso del convegno Alessandro Cosimi ha dato voce alle riserve degli amministratori locali e regionali europei: «siamo preoccupati - ha spiegato il sindaco di Livorno - dal fatto che la Commissione abbia sottovalutato, nel suo studio di impatto, la dimensione territoriale delle attività portuali, tanto più se si considerano le sfide con cui la politica portuale europea si deve misurare, come il fenomeno di “containerizzazione” e la minaccia di congestione nell'entroterra dei principali porti».
Il progetto di parere sulla strategia della Commissione UE sarà discusso e adottato dalla COTER il prossimo 26 settembre, per poi essere presentato e votato alla sessione plenaria del CdR di fine novembre 2013. Presentando i principali orientamenti del documento di lavoro su cui si baserà il parere, Cosimi ha individuato alcune criticità anche in merito alla normativa UE sulle politiche di incentivazione in questo settore: «serve - ha specificato - una maggiore chiarezza rispetto a uno dei punti più importanti per il rilancio del comparto, vogliamo quindi affrontare con la Commissione la questione degli aiuti di Stato in materia di infrastrutture portuali, trovando insieme soluzioni adeguate». «Città e regioni - ha aggiunto il sindaco di Livorno - devono essere coinvolte in modo strutturato anche nella definizione delle norme minime per la prestazione di servizi portuali».
Nel suo intervento il sindaco di Dunkerque, Michel Delebarre, membro del CdR, riferendosi alle caratteristiche di Dunkerque, terzo porto della Francia e prima piattaforma energetica in Europa, ha dichiarato: «con la discussione di oggi città e regioni europee sono determinate a integrarsi pienamente nel processo di preparazione della futura politica portuale, che riguarda non solo tutti i porti europei, ma anche il loro hinterland. I porti europei sono infatti lo snodo che collega la terra e il mar e rilevano come un termometro l'attività economica dell'UE».
Frédéric Cuvillier, ministro delegato del governo francese responsabile dei trasporti, del mare e della pesca, è intervenuto per presentare la nuova strategia nazionale dei porti, sottolineando che essa è diretta in primo luogo a fare dei grandi porti marittimi una leva possente al servizio dell'economia e della logistica, capace di contribuire alla creazione di posti di lavoro e a un assetto equilibrato del territorio, oltre che di favorire la transizione ecologica. Cuvillier ha precisato che questa strategia nazionale potrà alimentare quella dei porti francesi decentrati per un collegamento in rete più efficiente di tutti i porti francesi ed europei.
Da parte sua Johan Vande Lanotte, viceprimo ministro belga e ministro dell'economia, dei consumatori e del Mare del Nord, ha insistito sul fatto che «i porti non devono cercare di ripristinare la situazione esistente prima della crisi, ma puntare risolutamente lo sguardo verso un futuro diverso. Se ogni porto presenta una sua specificità - ha rilevato - è tuttavia importante per ciascuno di loro operare le scelte corrette per il mare che li bagna. Così, in Belgio, la scelta a favore delle energie rinnovabili nel Mare del Nord determina con chiarezza il futuro del porto di Ostenda».
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