- Commentando la manifestazione dello scorso fine settimana contro il passaggio delle grandi navi da crociera nella Laguna di Venezia, proteste qualificate come una «strumentale polemica», l'Associazione Agenti Raccomandatari e Mediatori Marittimi del Veneto difende il ruolo di Venezia quale porto crocieristico e sottolinea l'assoluto rispetto delle norme di sicurezza da parte delle navi da crociera che transitano in Laguna.
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- Assoagenti Veneto precisa che «le navi che sono salpate da Venezia sabato 21 settembre hanno rispettato, come del resto fanno sempre, tutte le norme vigenti in particolare quelle in materia di sicurezza della navigazione. In aggiunta, le prime quattro navi partite, come tutte, con almeno un'ora di ritardo, hanno una stazza lorda inferiore alle 40.000 tonnellate ed hanno atteso con portelloni chiusi e passeggeri attoniti alla ricerca di una spiegazione. Spiegazione - sottolinea l'associazione - che appunto i nostri associati, agenti raccomandatari degli armatori italiani e stranieri protagonisti involontari del blocco di sabato, hanno trovato grande imbarazzo e difficoltà a dare: per l'ennesima volta, pur operando nel rispetto delle regole, i passeggeri e gli armatori vengono lesi nei loro diritti per mano di chi usa azioni che di legale hanno ben poco. Questa situazione - stigmatizza Assoagenti Veneto - è l'ennesima dimostrazione di come il nostro Paese possa essere sempre meno oggetto degli interessi di investitori esteri, data l'impossibilità di operare in un sistema di regole certe».
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- L'associazione rileva che, «considerata l'importante e strategica opportunità rappresentata dallo sviluppo del mercato delle crociere, tutti i sistemi portuali cercano di separare i flussi commerciali per l'appunto da quelli dei passeggeri. Questo avviene - spiega Assoagenti Veneto - per una serie di motivi, in primis per motivi di decongestione del traffico, possibilità di crescita futura e non da ultimo sicurezza della navigazione. Esempi di questo sono il porto di Bari, dove stanno spostando le banchine commerciali fuori dal centro, il porto di Civitavecchia che sta espandendosi su Fiumicino, il porto di Genova che ha banchine nel cuore pulsante della città separate per il traffico commerciale e passeggeri, il porto di Ravenna che ha portato fuori dal canale il terminal passeggeri, appunto separando i due flussi. Vista la configurazione, le limitazioni e i volumi di traffico (circa 20 milioni di tonnellate) del porto commerciale di Marghera - osserva Assoagenti Veneto - l'approccio proposto da alcuni improvvisati tecnici di unificare le due tipologie di traffici va palesemente verso una situazione deleteria per entrambi i traffici, con impossibilità di mantenere la programmazione oraria delle navi, con ritardi considerevoli in tutte le operazioni, con costi esorbitanti per i servizi tecnico-nautici ed i tempi persi, ma soprattutto con innegabili problemi di sicurezza data la compresenza di traffici naturalmente incompatibili».
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- Rivendicando «con forza, ma sempre nei limiti imposti dalle norme, il proprio impegno inteso alla salvaguardia della città, alla sollecita disponibilità di una via di ingresso alternativa per le grandi navi», l'Associazione Agenti Raccomandatari del Veneto evidenzia «la necessità inderogabile di far approdare le navi passeggeri al terminal crociere di Marittima».
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- Assoagenti Veneto conclude formulando un'accusa all'amministrazione comunale la cui «apparente unica aspirazione», «tuttavia oramai espressamente palesata, è - secondo l'associazione - di appropriarsi del terminal crociere di Marittima per adibirlo ad usi diversi così da non preservare complessivamente il valore fondamentale della portualità nell'economia della città».
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