- Delle armi di cui i porti europei, e in particolare le Autorità Portuali, si possono avvalere per affrontare le sfide imposte dai recenti sviluppi nel mercato dei servizi di linea, e in particolare dal consolidamento al vertice del settore rappresentato dalla nuova alleanza armatoriale P3 Network costituita da Maersk Line, Mediterranean Shipping Company (MSC) e CMA CGM ( del 18 giugno 2013), si è discusso oggi a Livorno nel corso del Forum Euro Mediterraneo che è stato organizzato dall'Autorità Portuale labronica.
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- «I tre grandi colossi, Maersk, MSC e CMA CGM - è stata l'osservazione del presidente dell'Autorità Portuale di Livorno, Giuliano Gallanti - hanno deciso di formare un cartello e di escludere dalle linee principali di traffico molti porti del Sud Europa. Il rischio è che l'intero Mediterraneo sia tagliato fuori dalle scelte dei big operator». Gallanti ha invitato i rappresentanti della Commissione UE e del mondo portuale a mettere in campo un'azione sinergica e condivisa: «ho la convinzione - ha spiegato - che in questa fase storica il gioco del libero mercato non sia in grado di risolvere i problemi che abbiamo di fronte. Dobbiamo davvero cominciare a parlare di collaborazione senza che questo significhi costruire dei cartelli». «Non sappiamo - ha aggiunto - su quali basi la P3 abbia deciso di includere certi scali marittimi e di escluderne altri. Mi viene però fatto spontaneo di notare che in alcuni casi determinati porti sono stati scelti anche perché avevano un terminal appartenente o in concessione ad uno dei tre gruppi». «Vedremo - ha proseguito Gallanti - se gli organismi di controllo sulla concorrenza non avranno nulla da dire. Ma quello che conta è che gli Stati membri definiscano delle sinergie per contenere o respingere gli effetti perversi di quello che sta accadendo».
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- Il presidente dell'European Sea Ports Organisation (ESPO), Santiago Garcia-Milà, ha espresso il punto di vista dell'associazione sulle sfide che l'UE dovrà affrontare nel breve termine: «crediamo - ha dichiarato - che una politica europea efficace debba essere giocata su cinque grandi linee direttrici: connessioni efficienti con l'hinterland, snellimento delle procedure per il controllo delle merci, autonomia finanziaria per gli enti di governance dei porti, ecosostenibilità e rapporti di buon vicinato con i Paesi della Sponda Sud del Mediterraneo». «Le vie principali dall'Asia alla East Coast - ha rilevato Milà - passano anche attraverso i paesi del Nord Africa. Gli scali italiani, francesi e spagnoli non distano che poche miglia dal Marocco, dalla Tunisia o dall'Egitto, ma non riescono ancora a beneficiare del tutto di questa vicinanza».
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- Gallanti ha ribadito l'invito rivolto da più parti all'Unione Europea affinché le autostrade del mare siano estese anche ai paesi extra-UE: «alcuni studiosi - ha ricordato - sostengono che inevitabilmente nei prossimi anni lo sviluppo del continente africano avrà uno slancio impetuoso simile a quello cinese. Dobbiamo capire che partita giocare, se cominciare una concorrenza folle per accaparrarci ognuno una quota di mercato della sponda sud, oppure se costruire insieme al Marocco, la Tunisia e l'Egitto, una rete mediterranea che faccia del nostro bacino un'area geopolitica strategica».
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- «Oggi - ha spiegato José Anselmo, coordinator advisor per le autostrade del mare della Commissione Europea - l'UE ha spostato la propria attenzione da una politica di tipo bilaterale ad una di tipo orizzontale: i legami trans-europei e trans-mediterranei sono sempre più importanti, ma devono essere i porti a sapere dove e con chi connettersi. In questo senso, politiche di cooperazione virtuosa sono state portate avanti da Genova, e ci aspettiamo importanti risultati anche da Livorno, che ha saputo giocare col tempo un ruolo sempre più strategico nell'ambito della promozione di importanti progetti di innovazione tecnologica, come il Port Community System. Vogliamo rassicurarvi - ha sottolineato - che l'UE sosterrà, anche attraverso gli investimenti promossi dalla BEI (la Banca Europea per gli Investimenti), tutte quelle azioni che mirino a creare interconnessioni politiche e commerciali con i vicini stati non europei».
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- Meno preoccupato per l'impatto sui porti delle nuove alleanze armatoriali appare Victor Schoenmakers, direttore degli affari europei e internazionali della Port of Rotterdam Authority: «la nascita della P3 - ha commentato - mi sembra una conseguenza logica, soprattutto se si considerano le pressioni che gli operatori devono affrontare al giorno d'oggi. Come attori del mercato dobbiamo reagire per non soccombere: questo significa che i porti devono, sì, rispettare le norme contenute nei trattati di funzionamento dell'Unione Europea, ma - ha però evidenziato - non ci devono essere regole prescrittive che riducano la nostra capacità di negoziazione». Il riferimento è alla nuova bozza di regolamento europeo sull'accesso al mercato dei servizi portuali, che in certi punti limita o inibisce la capacità delle Autorità Portuali di concordare liberamente con l'armatore le tariffe che devono essere pagare per l'uso di una infrastruttura portuale.
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- «Il momento nel quale ci troviamo - ha concordato il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, che è delegato alla Portualità dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani - è delicato e richiede da parte dell'Unione Europea una chiara unità di intenti. Sul regolamento UE c'è un dibattito molto serrato tra chi sostiene che la riforma voluta dal commissario Kallas imbrigli l'autonomia negoziale degli enti di governance dei porti e chi invece pensa che sia una buona legge. L'Italia è in mezzo a tutto questo, ma non potrà mai affrontare in modo serio questioni così rilevanti se prima non si doterà di una unica cabina di regia».
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- Secondo l'assessore alle Infrastrutture della Regione Toscana, Vincenzo Ceccarelli, «Livorno e il sistema dei porti toscani devono assumere un ruolo sempre più strategico nel bacino del Mediterraneo, anche in considerazione di quello che è il tema oggi strategico del cosiddetto gigantismo navale. La domanda che ci si fa - ha rilevato - è se sia una opportunità o una minaccia. La risposta credo stia nelle scelte che si fanno nel prendere atto di questa situazione. Il porto di Livorno, ha grandi prospettive di sviluppo, ma dobbiamo lavorare per adeguarlo e modernizzarlo».
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