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Assoporti, Assologistica, Assiterminal, Federagenti e Fedespedi si associano alla protesta per la decisione di cancellare la DG porti
Le scelte del governo - denunciano risultano doppiamente incomprensibili nel momento in cui l'UE investe con forza sullo sviluppo dei porti e delle attività marittime
9 dicembre 2013
Le associazioni delle Autorità Portuali, delle imprese di logistica, dei terminalisti, degli agenti marittimi e degli spedizionieri si associano alla protesta degli armatori e degli operatori di servizi tecnico-nautici per la decisione del governo di cancellare la Direzione Generale porti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ( del 6 dicembre 2013).
Assoporti, Assologistica, Assiterminal, Federagenti e Fedespedi hanno inviato una lettera al presidente del Consiglio dei ministri, Enrico Letta, e al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, che pubblichiamo di seguito, in cui hanno evidenziato come le scelte del governo risultino «doppiamente incomprensibili nel momento in cui l'Unione Europea investe con forza sullo sviluppo dei porti e delle attività marittime quali elementi di crescita e ripresa dell'intera economia del continente».
Le cinque associazioni hanno ricordato che attraverso i porti transita mediamente l'80% delle merci importate e esportate dall'Italia, che i porti producono ricchezza, occupazione e 16 miliardi di gettito per le casse dello Stato, che i porti sono indicati con chiarezza senza precedenti dall'Unione Europea come la risorsa strategica essenziale per innescare una nuova ripresa economica e che la Grecia, proprio per sfruttare questa risorsa, dà vita in queste settimane a un ministero del Mare. Assoporti, Assologistica, Assiterminal, Federagenti e Fedespedi hanno sottolineato che invece l'Italia, «in totale controtendenza, azzera nel ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, proprio la Direzione Generale porti, cancellandola e assorbendola sotto altre competenze amministrative». Tutto ciò - hanno denunciato - quando altre direzioni dello stesso ministero pur rappresentando palesi doppioni, vengono mantenute in vita.
Assoporti, Assologistica, Assiterminal, Federagenti e Fedespedi hanno ricordato inoltre che sia lo stesso presidente del Consiglio sia il ministro delle Infrastrutture in più di una occasione si sono espressi sulla necessità di sostenere questo settore e renderlo, come accade in gran parte dei Paesi europei, colonna portante del sistema economico nazionale.
ASSOPORTI
ASSOLOGISTICA
ASSITERMINAL
FEDERAGENTI
FEDESPEDI
Al Presidente del Consiglio dei Ministri On. Enrico Letta
Al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Maurizio Lupi
Roma, 5 dicembre 2013
Egregio Signor Presidente,
Egregio Signor Ministro,
siamo consci, come ogni italiano che abbia a cuore il suo Paese, delle difficoltà che attraversa l'Italia e delle scelte, complesse e spesso dolorose, che ormai quotidianamente il Governo è chiamato a compiere. E' proprio per questo che oggi scriviamo sperando di attirare l'attenzione delle SS.LL., su un settore che sino ad oggi ha espresso, anche nell'acme della crisi economica, indicatori positivi sia in termini di produzione di ricchezza, di incremento dell'occupazione e di aumento del gettito prodotto a favore dello Stato. Ci riferiamo al settore dei porti e delle attività marittime, che non solo rappresenta la spina dorsale di un sistema logistico e produttivo che vede transitare per oltre l'80% le merci e i prodotti importati o esportati attraverso le banchine dei porti e le stive delle navi, ma anche un eccezionale catalizzatore di risorse, investimenti privati, con ricadute importanti su altre filiere economiche strategiche del paese, come quella del turismo.
Quando Lei, gentilissimo Presidente, in occasione della presentazione di una analisi sul comparto nel quale la nostra categoria come molte altre opera, riconobbe a questo settore l'importanza che merita, le Sue dichiarazioni ebbero il sapore di accendere per la prima volta la speranza di un'epoca nuova, in cui i porti e le attività marittime non venivano più considerate figli di un dio economico minore, bensì fattori chiave per lo sviluppo del paese.
Purtroppo oggi ci troviamo a registrare un drammatico calo di tensione con scelte, in primis quella di cancellare la Direzione Generale per i Porti all'interno del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che risultano doppiamente incomprensibili nel momento in cui l'Unione Europea investe con forza sullo sviluppo dei porti e delle attività marittime quali elementi di crescita e ripresa dell'intera economia del continente e che altri paesi “riscoprono” l'importanza del settore, ridando vita a strutture di governance specifiche come accade in Grecia con il neo-nato Ministero del mare.
Ci permettiamo di segnalarVi quindi quella che a noi suona non tanto come una contraddizione, ma come la premessa, certo non di buon auspicio, per tornare a disperdere occasioni importanti di rilancio economico del paese, sottovalutando una volta di più realtà e potenzialità di un settore, quello dei porti e del mare, che per le loro specificità, richiedono un'attenzione costante e professionalità mirate.
Pronti a metterci a Vostra completa disposizione per qualsiasi ulteriore informazione, ci permettiamo qui di significarVi che per un Paese come il nostro costretto in più settori ad affrontare le conseguenze di crisi strutturali, risulterebbero davvero difficilmente comprensibili e giustificabili scelte destinate a deprimere uno dei pochi comparti in grado da oggi di determinare un cambio di rotta.
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