- Sembra avvicinarsi il raggiungimento di un accordo per garantire la prosecuzione dei lavori di allargamento del canale di Panama che dovrebbe comporre le divergenze tra le autorità panamensi e il Grupo Unidos por el Canal (GUPC), il consorzio incaricato dei lavori che è costituito dalla spagnola Sacyr, dall'italiana Salini-Impregilo, dalla belga Jan De Nul e dalla panamense Constructora Urbana. GUPC ha infatti minacciato di non terminare l'opera, il cui completamento è previsto per il 2015, nel caso non vengano riconosciuti costi aggiuntivi per oltre 1,6 miliardi di dollari ( del 2 gennaio 2014).
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- Lunedì scorso, data in cui GUPC aveva minacciato di interrompere i lavori nel caso di un mancato riconoscimento di questi costi extra, il consorzio ha avanzato la proposta di una compartecipazione al finanziamento dei costi imprevisti al fine di proseguire i lavori e garantire il lavoro delle circa diecimila persone che sono impiegate nell'esecuzione dell'opera. Precisando che il consorzio è unito e che ha sempre assunto decisioni unanimi, GUPC ha sottolineato di non richiedere compensi extra, ma il cofinanziamento di costi imprevisti in attesa della decisione dell'arbitrato internazionale. In tal modo - ha spiegato GUPC - le risorse finanziate dall'Autoridad del Canal de Panamá (ACP) saranno interamente coperte da garanzie bancarie e assicurative ottenute dal consorzio in attesa della decisione finale degli arbitri sulla responsabilità delle parti circa le spese impreviste.
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- Il consorzio ha specificato che i lavori, il cui costo ammonta ad oltre 100 milioni di dollari al mese, ad oggi sono stati completati per il 70% e che tecnicamente nulla impedisce al consorzio di terminarli secondo i piani. L'unico impedimento - ha ribadito GUPC - è la difficile situazione finanziaria che è stata determinata da costi imprevisti intervenuti nel corso dell'esecuzione dei lavori, costi - ha sottolineato il consorzio - che sono stati ampiamente documentati e verificati dall'Autorità del Canale di Panama e di cui GUPC ha chiesto il riconoscimento economico.
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- «Quindi - ha concluso il consorzio - non c'è alcun dubbio circa l'esistenza di questi costi imprevisti, ma solamente su chi li dovrebbe pagare, l'appaltatore o il cliente. Il mancato raggiungimento di un accordo sul cofinanziamento dei costi imprevisti determinerà un grave ritardo e significherà che i lavori non saranno terminati nel 2015 causando danni a tutte le parti coinvolte. Invece, un accordo consentirà di completare i lavori nel 2015 così come una produzione immediata di ricchezza per tutti i panamensi e l'apporto di benefici significativi a tutti coloro che, confidando che l'ampliamento del canale avvenga nei tempi previsti, hanno realizzato significativi investimenti».
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- Ieri i rappresentanti del consorzio hanno incontrato l'amministratore dell'Autoridad del Canal de Panamá, Jorge Luis Quijano, il quale, pur ribadendo che i lavori potrebbero essere fermati solo in caso di una mancata corresponsione dei pagamenti mensili per l'esecuzione delle opere, pagamenti - ha evidenziato - che invece sono stati regolarmente onorati dall'Autorità, ha ammesso che la proposta potrebbe fornire una soluzione a lungo termine e permettere la prosecuzione del progetto.
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