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Il consorzio formato da Sacyr, Impregilo, Jan De Nul e CUSA minaccia di non portare a termine l'ampliamento del canale di Panama
Presentate richieste per costi aggiuntivi pari ad oltre 1,6 miliardi di dollari
2 gennaio 2014
Il Grupo Unidos por el Canal (GUPC), il consorzio costituito dalla spagnola Sacyr Vallehermoso, dall'italiana Impregilo, dalla belga Jan De Nul e dalla panamense Constructora Urbana (CUSA) che è stato incaricato della progettazione ed esecuzione delle opere di ampliamento del canale di Panama, opere consistenti principalmente nella costruzione di una terza serie di chiuse da completarsi - secondo le ultime previsioni - nel primo semestre del 2015 rispetto al termine dell'ottobre 2014 inizialmente concordato, ha minacciato di sospendere questi lavori se non verranno riconosciuti ulteriori costi per oltre 1,6 miliardi di dollari. Il consorzio si era aggiudicato l'appalto presentando un'offerta del valore di oltre 3,1 miliardi di dollari ( del 9 luglio 2009).
In una comunicazione alla spagnola Comisión Nacional de Mercado de Valores (CNMV), la Sacyr ha spiegato che «a causa di gravi violazioni imputabili all'Audidad del Canal (ACP ), e conformemente ai termini contrattuali applicabili, GUPC ha annunciato formalmente all'Autoridad del Canal de Panamá (ACP) che procederà alla sospensione dei lavori se le presunte violazioni non saranno sanate entro il periodo di preavviso». Il gruppo spagnolo ha precisato che «GUPC ha presentato fondate richieste in relazione a costi aggiuntivi del progetto determinati da circostanze sopravvenute e imprevedibili dinanzi alle diverse autorità competenti, tra cui la Corte Internazionale di Arbitrato della Camera di Commercio Internazionale (ICC); GUPC - ha sottolineato Sacyr - ha compiuto sforzi affinché queste richieste, il cui ammontare complessivo è ad oggi di circa 1.625 milioni dollari statunitensi, fossero accolte da ACP al momento della loro presentazione». Sacyr ha specificato che il consorzio «ha mantenuto un dialogo aperto con l'Autorità del Canale di Panama per raggiungere un accordo soddisfacente allo scopo di porre fine all'attuale squilibrio contrattuale».
Da parte sua l'Autoridad del Canal de Panamá ha respinto «categoricamente» le pressioni di GUPC: «al di là del tipo di pressione che viene esercitato contro ACP - ha rilevato l'amministratore del Canale di Panama, Jorge Quijano - da parte nostra manteniamo la nostra richiesta affinché il Grupo Unidos per el Canal mantenga fede al contratto che essi stessi hanno accettato e sottoscritto». Quijano ha evidenziato che l'ACP è fiduciosa che i contraenti abbiano la capacità di far fronte agli impegni concordati e ha precisato che, in caso contrario, l'ACP potrà avvalersi delle clausole del contratto che le permettono di completare comunque l'opera.
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