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- Il commento di inforMARE
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- «Le Autorità Portuali - sostiene Assoporti - sono fonte di entrata e non di spesa per il bilancio dello Stato». Come dire - osserviamo noi di inforMARE - che le agenzie fiscali sono amministrazioni che producono entrate per lo Stato e non rappresentano un costo economico per la collettività.
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- Secondo l'Associazione dei Porti Italiani - ne deduciamo - non sarebbero i tributi versati dai contribuenti a costituire le entrate fiscali dello Stato quanto piuttosto l'Agenzia delle Entrate non a riscuotere, ma a produrre somme di denaro da versare nelle casse pubbliche.
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- Secondo noi, o Assoporti non ha ben presente come i porti producono proventi per lo Stato oppure equivoca sull'etimologia della parola “fonte”.
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- È comprensibile che, quando è di attualità la spending review, ogni amministrazione sia legittimamente e doverosamente chiamata ad evidenziare la rilevanza del proprio ruolo, anche sotto il profilo economico, ai fini del corretto ed efficace funzionamento dello Stato. Tuttavia Assoporti e le Autorità Portuali non devono dimenticare qual è la propria funzione e far intendere ciò che non è.
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- L'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti) ha presentato il suo contributo al governo e al parlamento per la riforma della legislazione in materia portuale, contributo - ha specificato l'associazione - che ha come obiettivi quelli di «dare al sistema logistico portuale italiano un rinnovato assetto, in linea con le esigenze strategiche del sistema-Paese; un'organizzazione capace di regolare e programmare le attività connesse alle radici marittime dei corridoi essenziali europei - core ports e core-corridors - che li connettono con i loro mercati rilevanti, italiani ed europei, assumendo anzitutto a riferimento i principi dettati dall'Unione Europea». Assoporti ha evidenziato anche l'importanza di pervenire «a forme di collaborazione e possibile aggregazione funzionale, anche di tipo transfrontaliero europeo, tra le Autorità Portuali esistenti, sulla base di un disegno dalle stesse voluto». «Collaborazione e aggregazione - ha precisato l'associazione - che non può essere frutto di un mero processo di revisione della spesa, visto che oggi le Autorità Portuali sono fonte di entrata e non di spesa per il bilancio dello Stato».
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- Assoporti ha spiegato che il proprio contributo «individua alcune proposte specifiche: la realizzazione non solo di un'autonomia finanziaria, effettiva, ma della autodeterminazione finanziaria; la costituzione, su iniziativa delle Autorità Portuali, di intesa con la Regione o le Regioni interessate, di sistemi portuali e logistici di corridoio per la promozione delle infrastrutture di collegamento stradale e ferroviario, avendo riguardo sia alle connessioni tra i terminali portuali e retro portuali e altri nodi della rete logistica del sistema, sia ai corridoi e ai core ports individuati in sede comunitaria». «Quindi le Autorità portuali, protagoniste di un coordinamento e di una regia unica per porti, interporti, ferrovie e reti viarie e misure intese a stimolare un maggior coinvolgimento delle imprese produttive nazionali nella catena logistica e la crescita degli operatori italiani della logistica; inoltre, l'espresso richiamo dei principi che si vanno consolidando in sede UE per quel che riguarda i servizi tecnico-nautici».
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- Il presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, ha sottolineato che «è una proposta condivisa a larghissima maggioranza dal consiglio direttivo che sarà sottoposta all'assemblea. In quella sede - ha specificato - ogni associato potrà proporre arricchimenti ed integrazioni, ulteriori temi ed indicazioni. Credo di poter dire - ha concluso Monti - che è stato avviato un percorso da valorizzare ulteriormente nel confronto costruttivo all'interno dell'associazione e con tutte le componenti del cluster. Da quelle pubbliche alle imprese, alle organizzazioni dei lavoratori».
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