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Dal governo via libera a fondi per 1,8 miliardi di euro per la Tav Venezia -Trieste
«Finalmente», ha commentato il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia. «Bisogna dare atto al ministro Lupi - ha aggiunto Costa - di aver colto l'interesse nazionale in gioco»
27 marzo 2014
Dopo la riunione di ieri a Roma sulla Tav Venezia -Trieste convocata dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, alla quale hanno partecipato i presidenti degli enti regionali del Friuli Venezia Giulia e del Veneto, Debora Serracchiani e Luca Zaia, il commissario straordinario per la Tav Venezia-Trieste, Bortolo Mainardi, e i vertici di RFI, l'amministratore delegato Michele Elia e il direttore Investimenti Maurizio Gentile, dal governo è arrivato il via libera a fondi per 1,8 miliardi di euro per la realizzazione dell'opera. Lo ha annunciato il governatore del Veneto Zaia.
Al termine della riunione il ministro ha confermato che l'alta velocità tra Venezia e Trieste andrà avanti. «Abbiamo deciso - ha spiegato Lupi - di abbandonare il vecchio progetto del 2010 e di sbloccare la progettazione di un nuovo tracciato, che ha già il consenso del territorio per il tratto veneto; presto arriveranno le osservazioni dal Friuli Venezia Giulia. RFI le prenderà in considerazione e le verificherà, in modo da poter avviare in tempi rapidi lo studio di fattibilità e il conseguente progetto preliminare da sottoporre al ministero dell'Ambiente per la Valutazione di Impatto Ambientale». Lupi ha precisato che, parallelamente alla progettazione della Tav, RFI sta lavorando per velocizzare la linea esistente con interventi funzionali di ammodernamento tecnologico che permetteranno velocità fino a 200 chilometri orari e che, a tal fine, è stata evidenziata la necessità di intervento su alcuni nodi critici (Linea dei Bivi, Bivio San Polo, passaggi a livello, nodo di Udine). L'investimento per queste opere è appunto di 1,8 miliardi di euro.
«RFI - ha confermato Debora Serracchiani - ha recepito le istanze del Friuli Venezia Giulia e del Veneto che da tempo chiedevano di modificare il tracciato del 2010. Inoltre, considerati i tempi lunghissimi previsti per la realizzazione e l'enorme impegno finanziario richiesto per l'opera, è stato concordato che gli interventi saranno intanto finalizzati alla velocizzazione della tratta esistente per la quale è previsto un impegno di 1,8 miliardi di euro. Lo sdoppiamento e scavalco del bivio San Polo presso Monfalcone rientra in questa serie di interventi, mentre l'intervento sulla Udine-Cervignano e quello, già finanziato, sul nodo di Udine, andrà ad integrarsi con la modernizzazione dell'asse Adriatico-Baltico, attraverso il potenziamento tecnologico e strutturale della linea Pontebbana».
«Finalmente», è stato il commento all'ok del governo da parte del presidente dell'Autorità Portuale di Venezia. «Finalmente - ha ripetuto Paolo Costa - e bisogna dare atto al ministro Lupi - ha precisato - di aver colto l'interesse nazionale in gioco. Il governo ha preso un impegno chiaro per la realizzazione della tratta ferroviaria del Corridoio europeo “Mediterraneo”, da Brescia a Trieste, che coincide con il Corridoio europeo Adriatico-Baltico, da Venezia a Cervignano del Friuli. Dopo aver consumato per quasi oltre vent'anni solo parole, come “Corridoio V” o PP6 (Progetto Prioritario 6) - ha sottolineato Costa - oggi siamo passati finalmente agli impegni finanziari. Un miliardo e ottocento milioni di euro sono una cifra che consente di ipotizzare interventi utili e risultati importanti. Adesso si tratta di utilizzarli bene e questo dipende fondamentalmente dalla definizione di un crono programma serio che consenta di rispettare gli impegni assunti con l'Unione Europea completando entro il 2030 la rete essenziale (di cui i corridori in questione fanno parte), e ancor più dalla soluzione che verrà trovata per il nodo di Mestre. Una soluzione - ha proseguito il presidente dell'Autorità Portuale - che deve rispondere contemporaneamente a tre questioni. In primis consentire l'offerta di un servizio ferroviario efficiente per i pendolari che costituisca l'ossatura fondamentale della città metropolitana di Venezia, che ci si augura al più presto estesa a Padova e Treviso. In secondo luogo, realizzare un allacciamento efficiente del porto di Venezia a Marghera alla rete di alta capacità per l'inoltro di traffici sia verso ovest, Padova ed oltre, verso la Lombardia e il Brennero, sia verso Tarvisio che verso Trieste. Una connessione efficiente che esalti le potenzialità portuali-industriali e logistiche in corso a Marghera e che venga nel tempo ad integrare la riserva di capacità ferroviaria attuale per rispondere allo sviluppo portuale centrato sulla piattaforma d'altura. Ed infine di realizzare un collegamento passante tra l'aeroporto di Venezia e l'alta velocità. La soluzione che consentirà di trasformare lo scalo veneziano da ottimo aeroporto a servizio del nordest in fattore di localizzazione fondamentale per attività direzionali capaci far fare un salto in avanti all'intero sistema produttivo regionale».
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