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In Spagna il modello di cooperazione pubbico-privata per lo sviluppo dei porti sta avendo successo
Lo ha sottolineato il presidente di Puertos del Estado, José Llorca, ricordando che gli investimenti privati hanno superato quelli pubblici. Allo studio l'estensione da 35 a 50 anni della durata delle concessioni
9 aprile 2014
Il modello di collaborazione tra pubblico e privato nei porti spagnoli funziona ed è necessario per rilanciare l'economia. Lo ha sottolineato il presidente dell'agenzia governativa Puertos del Estado, José Llorca, intervenendo ieri alle giornate sulla cooperazione pubbico-privata nel settore logistico che si tengono nella sede della Confederación de Empresarios de la Provincia de Cádiz (CEC). In particolare, Llorca ha evidenziato il successo conseguito dal modello di partenariato pubblico-privato e dalla concessione demaniale per lo sviluppo delle infrastrutture portuali nazionali.
«Negli ultimi 20 anni - ha spiegato - lo sviluppo dei nostri porti ci ha permesso di avere sufficienti infrastrutture di base per soddisfare la potenziale domanda per i prossimi 25-30 anni. Quindi ora il nostro obiettivo è quello di concentrarci sugli investimenti necessari per i collegamenti terrestri dei porti e per gli aspetti legati alla logistica».
Llorca ha ricordato che gli investimenti pubblici nei porti spagnoli sono stati sostenuti principalmente, attraverso le tasse, dai ricavi che sono stati generati dagli utenti per l'occupazione del suolo o per l'uso delle infrastrutture e, in misura minore, dai fondi europei (906 milioni di euro per il periodo 2007-2013 ) e attraverso l'indebitamento (tre miliardi di euro nel 2010). Il presidente di Puertos del Estado ha precisato che, con l'arrivo della crisi, si è verificato nel 2009 un calo del -12% del traffico nei porti che ha determinato una diminuzione di 500 milioni di euro degli investimenti portuali da parte pubblica e ha comportato un adeguamento nei bilanci delle Autorità Portuali sia per ciò che attiene alle spese per il personale e che per quelle di gestione. Nel frattempo - ha evidenziato Llorca - il settore privato ha aumentato i suoi investimenti in infrastrutture portuali fino a superare la quota pubblica, raggiungendo 1,39 euro investiti per ciascun euro pubblico, in modo tale che nel 2013, rispetto ai 412 milioni di euro di investimenti pubblici, il settore privato ha investito 573 milioni di euro.
Riferendosi ai differenti modelli di partenariato pubblico-privato, Llorca ha rimarcato il valore del modello di concessione portuale, grazie al quale - ha spiegato - le Autorità Portuali non assumono rischi e limitano il loro ruolo alla difesa dell'interesse generale, guardando più a ritorni economici e sociali coerenti con il principio della autosufficienza economica che presiede alla gestione.
In considerazione degli ottimi risultati ottenuti con tale modello di collaborazione - ha aggiunto Llorca - l'intenzione dei porti è quella di continuare a promuovere questa collaborazione tramite la riduzione delle tasse portuali (di cui la tassa di occupazione costituisce l'8,5 %) e nuove sovvenzioni ai privati che realizzano opere portuali, mentre è attualmente in fase di studio la proroga dei termini di durata massima delle concessioni, dagli attuali 35 anni a 50 anni. «Queste misure - ha specificato - mirano ad attirare investitori, operatori terminalistici e compagnie di navigazione preferibilmente di grandi dimensioni che rendano i porti spagnoli nodi attivi delle reti di trasporto su scala mondiale».
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