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Premuda ha chiuso il 2013 con una perdita netta consolidata pari a -32,7 milioni di euro
Per quest'anno è atteso un risultato di segno negativo
22 aprile 2014
Il gruppo armatoriale italiano Premuda ha concluso il 2013 con una perdita netta consolidata pari a -32,7 milioni di euro rispetto a una perdita netta consolidata di -47,9 milioni di euro nell'esercizio annuale precedente. I ricavi hanno registrato una contrazione del -27,8% e sono scesi a 64,5 milioni di euro. Il risultato operativo è stato di segno negativo per - 20,8 milioni di euro rispetto ad un passivo operativo di -23,6 milioni di euro nel 2012.
Premuda ha spiegato che «l'esercizio 2013 ha evidenziato noli, specialmente per il comparto bulk, migliori di quelli dell'anno precedente ed ha segnato significativi aumenti del valore delle navi e, sotto questo profilo, potrebbe quindi essere considerato il primo anno di inversione del trend, sia pure ancora pieno di incertezze ed ombre. Dopo le svalutazioni di alcune unità effettuate negli esercizi precedenti - ha precisato il gruppo - dall'esame effettuato mediante le usuali procedure di imparment, non è emersa la necessità di procedere ad ulteriori svalutazioni. Peraltro non si sono neppure ravvisate le condizioni per procedere a ripristini di valore, anche parziali».
Premuda ha reso noto che, «in ragione della congiuntura dei mercati marittimi e della situazione di tensione finanziaria», il consiglio di amministrazione ha proposto «di non procedere ad alcuna distribuzione di dividendi, di coprire interamente le perdite dell'esercizio 2013 mediante parziale utilizzo dei risultati riportati a nuovo e di riportare ulteriormente a nuovo il residuo. Dopo gli sforzi richiesti agli azionisti con l'aumento di capitale realizzato nell'esercizio 2010 e con la mancata distribuzione di dividendi a partire dall'esercizio successivo - ha rilevato la compagnia italiana - si è costretti a richiedere un ulteriore sacrificio nell'auspicio che l'atteso miglioramento dei mercati possa consentire - in un futuro non troppo lontano - di ricreare le condizioni per ripristinare l'usuale politica di remunerazione degli azionisti attraverso il tradizionale strumento del dividendo».
Il gruppo armatoriale ha ricordato che «l'esercizio 2013 è stato caratterizzato dall'avvio di procedure per la ristrutturazione del debito finanziario» e che «l'inaspettata mancata finalizzazione delle trattative per il rinnovo di una linea di credito a 18 mesi meno un giorno, dell'importo di 15/20 milioni di euro, sostitutiva di una analoga operazione scaduta e regolarmente rimborsata nel corso del mese di gennaio ha generato una significativa tensione finanziaria ed ha suggerito di procedere alla sospensione del pagamento delle rate capitale dei mutui dovute a partire dal 30 giugno 2013 ed avviare negoziazioni volte alla rischedulazione dell'indebitamento bancario, mantenendo al contempo la regolare correntezza sugli impegni ordinari di natura gestionale e commerciale. Con l'assistenza dell'advisor finanziario Lazard Srl - ha specificato Premuda - è stata formulata a tutte le banche del gruppo una richiesta di “standstill” e, sulla base del piano industriale predisposto con l'ausilio dell'advisor VSL Spa, è stata predisposta una proposta di manovra finanziaria da sottoporre ad attestazione ex art. 67 L.F. Dopo alcune modifiche necessarie a rendere la proposta più confacente alle esigenze manifestate a più riprese dalle banche interessate - ha sottolineato il gruppo - si ritiene di essere ormai prossimi alla stesura di una proposta finale, propedeutica all'avvio dei necessari processi deliberativi da parte dei competenti organi delle banche».
«In tale contesto, l'eventualità che non si addivenga ad un sostenibile accordo di riscadenziamento - ha rilevato ancora il gruppo - si configura come una rilevante incertezza che può far sorgere significativi dubbi sulla capacità del Gruppo Premuda di continuare ad operare sulla base del presupposto della continuità aziendale. Tuttavia gli amministratori di Premuda, in considerazione: delle previsioni di realizzabilità del piano industriale; del fatto che la proposta di accordo non prevede sacrifici per le banche in termini di quote capitale ma solo differimenti delle scadenze; dell'atteggiamento fino ad ora assunto dalle banche nei confronti di altri operatori in situazione di temporanea difficoltà finanziaria; del fatto che a tutt'oggi la richiesta di standstill è stata di fatto accolta, non essendo stata intrapresa alcuna azione esecutiva da parte di alcuna delle banche interessate; del fatto che è stata regolarmente effettuata l'erogazione dell'ultima tranche del finanziamento relativo alla prima unità panamax bulk carrier (che è stata così regolarmente presa in consegna); del fatto che due degli istituti coinvolti nel processo di ristrutturazione hanno presentato una offerta ferma per il finanziamento dell'unità panamax gemella della precedente (ultima unità da prendere in consegna), sia pure subordinatamente alla finalizzazione dell'accordo di ristrutturazione hanno maturato la ragionevole convinzione che il piano attualmente in corso di discussione possa trovare il consenso delle banche finanziatrici che, conseguentemente, continueranno a garantire il proprio supporto al Gruppo Premuda, assicurando la disponibilità delle risorse necessarie per continuare ad operare nel prevedibile futuro».
Nell'esercizio 2014, «pur prescindendo - ha puntualizzato la compagnia - da evoluzioni del mercato che comportino la necessità di ulteriori rettifiche di valore delle navi ed anche escludendo il verificarsi di gravi avvenimenti negativi», Premuda prevede di registrare nuovamente un risultato di segno negativo e ciò - ha specificato la compagnia - «in ragione della perdurante debolezza dei mercati marittimi, strettamente correlata alla congiuntura economica, e nonostante alcuni segnali di ripresa già registrati nel 2013».
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