- La comunità portuale ed economica di Barcellona prende posizione contro la disposizione per il finanziamento del Fondo di Accessibilità per la realizzazione di accessi terrestri ai porti spagnoli che è stata presentata lo scorso 6 giugno dal governo di Madrid nell'ambito del Piano delle misure per la crescita, la competitività e l'efficienza. La disposizione, che l'esecutivo intende istituire con un decreto legge, prevede di destinare a tale Fondo il 50% del risultato d'esercizio registrato dalle 28 Autorità Portuali spagnole, cifra che per il porto di Barcellona corrisponde a 37,3 milioni di euro in quanto nel 2013 l'ente portuale catalano ha archiviato il bilancio annuale con un risultato di 74,6 milioni di euro.
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- Il presidente dell'Autorità Portuale di Barcellona, Sixte Cambra, ha sottolineato che con tale cifra il suo porto andrebbe a finanziare da solo il 30% del Fondo di Accessibilità e che da soli i cinque porti di Barcellona, Algeciras, Baleari, Cartagena e Las Palmas contribuirebbero a coprire il 72% del fabbisogno del nuovo Fondo.
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- Cambra ha definito questa iniziativa legislativa del governo «molto preoccupante», in quanto - ha spiegato - viola il principio di base della legge sui porti che è l'autofinanziamento dei porti di interesse generale. Il presidente dell'authority portuale di Barcellona ha evidenziato inoltre come, a suo parere, il Fondo di Accessibilità limiterebbe fortemente la capacità di realizzare in futuro investimenti nel porto «e, cosa molto importante - ha aggiunto - non ostacolerebbe solamente la nostra competitività come porto, ma colpirebbe anche la competitività degli operatori privati presenti nella nostra infrastruttura dato che gli introiti generati dalle loro attività finanzierebbero progetti che regalerebbero maggiore competitività agli operatori di altri porti che sono in diretta concorrenza».
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- L'iniziativa - ha denunciato ancora Cambra - «altererebbe sostanzialmente gli impegni finanziari che abbiamo contratto». Il porto di Barcellona - ha infatti ricordato - ha un debito di 440 milioni di euro con la Banca Europea per gli investimenti: «il porto - ha osservato - si sarebbe assunto quindi l'onere di finanziare altri porti finali. E non solo questo: Barcellona finanzierebbe attività in altri siti in cui molti traffici sono di nostra diretta competenza».
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- Cambra ha rimarcato inoltre che già ora il porto di Barcellona contribuisce economicamente, con somme rilevanti, allo sviluppo del sistema portuale nazionale. L'attuale modello di finanziamento del sistema portuale spagnolo - ha precisato - si basa sull'autonomia finanziaria dei porti, ma il porto di Barcellona fornisce anche due importanti contributi all'intero sistema portuale spagnolo: infatti il 4% degli introiti generati dalle tasse è destinato a finanziare l'organizzazione pubblica Puertos del Estado e il 4,5% del cash flow è destinato al Fondo di Compensazione Interportuale che contribuisce al mantenimento dei porti in deficit. In base a questo modello - ha rilevato Cambra - il porto di Barcellona, che è di gran lunga il primo contribuente tra i porti spagnoli, concorre al 22,5% del Fondo di Compensazione Interportuale e al 17,5% dei fondi per finanziare Puertos del Estado. Lo scorso anno la somma dei due contributi versati dal porto di Barcellona è ammontata ad oltre 10 milioni di euro e nel corso degli ultimi cinque anni (2009-2013) i contributi totali forniti dal porto catalano sono stati pari a 47,3 milioni di euro.
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- Anche il sistema delle imprese di Barcellona ha protestato per l'iniquità della modalità di reperimento dei soldi per finanziare il Fondo di Accessibilità, rilevando che un approccio basato esclusivamente sulla mobilitazione di risorse da parte delle Autorità Portuali che sono in attivo risulterebbe controproducente per raggiungere l'obiettivo dichiarato di massimizzare i finanziamenti privati per la realizzazione degli investimenti necessari per la rimozione delle restrizioni alla crescita attuale e a quella di medio e lungo termine. «La mancanza di un impatto sul bilancio dello Stato - ha sottolineato la Camera di Commercio di Barcellona - non può essere l'unico criterio per decidere se approvare le misure per stimolare la competitività del mercato dei trasporti». Inoltre l'ente camerale ha evidenziato che un approccio sbagliato per il finanziamento del Fondo «minaccia seriamente la competitività di tutto il tessuto produttivo e commerciale che opera attraverso il porto di Barcellona».
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- La Camera di Commercio di Barcellona ha pertanto chiesto al ministero che il reperimento di fondi per i nuovi investimenti non sia basato sull'imposizione di nuovi oneri nei confronti dei porti più efficienti.
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