- Le segreterie territoriali di Taranto di Cgil, Cisl e Uil e le rispettive federazioni di categoria dei trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, hanno inviato una nota al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ai ministri dell'Interno, delle Infrastrutture e Trasporti, della Giustizia, delle Politiche Sociali, dell'Ambiente ed alle istituzioni della Puglia e del territorio nonché ai segretari generali nazionali dei rispettivi sindacati, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, e di categoria, Franco Nasso, Giovanni Luciano e Claudio Tarlazzi, per denunciare quelle che ritengono essere intollerabili lungaggini burocratiche nonché la lentezza della giustizia amministrativa che - hanno sottolineato - stanno determinando tanto il mancato sblocco delle opere infrastrutturali all'interno del porto di Taranto, sebbene considerate di importanza strategica nazionale, quanto il rischio che questo seppur potenziale e strategico driver di sviluppo ipotechi negativamente, qualora non valorizzato, gli interessi pubblici del Paese, del Mezzogiorno e del territorio ionico in particolare.
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- Nella nota i rappresentanti dei sindacati hanno illustrato cronologicamente lo svolgersi dei fatti, a partire dal 2012, concernenti l'Accordo per l'esecuzione degli interventi prioritari, previsti entro 24 mesi e connessi alla riqualificazione del terminal contenitori del porto di Taranto (costo 188 milioni, di cui oltre 90 di fondi propri dell'Autorità Portuale). Frattanto - hanno ricordato - il governo nominava commissario straordinario dell'Autorità Portuale il presidente della stessa, per la velocizzazione delle opere strategiche nel porto ferme da anni. L'Accordo inerente alla realizzazione delle opere consentì, anche, di revocare la procedura di mobilità e contestualmente di porre in essere la CIGS (fino al 28 maggio 2014 con possibile rinnovo, oggi, per un altro anno) per 500 unità a zero ore e a rotazione per i lavoratori del terminal contenitori. A seguito della gara a livello comunitario per l'affidamento dei lavori (dicembre 2012), un anno dopo finalmente venivano aggiudicati all'impresa prima classificata, mentre la seconda presentava ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia- Lecce (gennaio 2014). Dopo una prima sospensiva dell'ordinanza del TAR - hanno ricordato ancora i sindacati - il Consiglio di Stato l'ha successivamente confermata (lo scorso 20 maggio) sostenendo di voler approfondire gli atti, garantendo una decisione di merito in tempi brevi paradossalmente, però, fissati per il prossimo 28 ottobre.
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- Manifestando «sconforto e incredulità», i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil hanno evidenziato e denunciato, a fronte di tali lungaggini, «la poca considerazione dello stesso Consiglio per l'urgenza di realizzare opere di importanza strategica nazionale, anche previste dalla legge sulle bonifiche dei Sin, come pure per il rischio che i terminalisti (Evergreen -Taranto Container Terminal) possano abbandonare definitivamente Taranto a causa di detti ritardi. E, inoltre - hanno rilevato i sindacalisti - poca considerazione per la crisi socio economica, ambientale ed occupazionale di tutto il territorio tarantino, per il rischio che corrono 540 lavoratori dipendenti della società terminalista e di tutto l'indotto (oltre 2.000) e per il cronoprogramma dei lavori, condiviso con operatori privati ma di fatto completamente saltato».
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- Cgil, Cisl, Uil, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti di Taranto hanno concluso chiedendo ai soggetti istituzionali un intervento autorevole perché venga anticipata l'udienza pubblica del Consiglio di Stato, così che si proceda all'aggiudicazione definitiva dell'appalto e all'avvio dei lavori, anche per scongiurare l'acuirsi di tensioni sociali in un territorio già segnato - hanno ricordato - dall'emergenza Ilva.
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