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Accordo di Confcommercio, Assoporti e Federagenti con lo scopo di garantire l'approdo delle navi da crociera a Venezia
Il ruolo dello scalo è irrinunciabile per tutto l'Adriatico. Sbarco record di rinfuse agroalimentari a Porto Marghera
9 dicembre 2014
Oggi a Roma la confederazione imprenditoriale e professionale Confcommercio, l'associazione delle autorità portuali Assoporti e l'associazione degli agenti marittimi Federagenti hanno sottoscritto un patto per garantire il futuro del traffico crocieristico a Venezia e con l'obiettivo di ricercare soluzioni atte a garantire equilibrio e interazione fra la salvaguardia del “patrimonio Venezia” e la difesa di una filiera turistica, quella delle crociere che - hanno sottolineato le tre organizzazioni - vede in Venezia l'elemento chiave e irrinunciabile per tutto l'Adriatico.
Confcommercio, Assoporti e Federagenti hanno specificato che si tratta di «un patto non in contrapposizione con chi si oppone alla presenza delle grandi navi in laguna, ma finalizzato invece a rendere questa attività un valore aggiunto per Venezia e per l'intero sistema crocieristico italiano».
L'accordo è stato firmato al termine di un convegno che si è tenuto presso la sede di Confcommercio dal direttore generale di Confcommercio Francesco Rivolta, dal presidente di Assoporti, Pasqualino Monti, e dal presidente di Federagenti Michele Pappalardo, che è stato il promotore dell'iniziativa.
Nel suo intervento Rivolta ha evidenziato che «Venezia non può perdere il suo ruolo eminente nel traffico crocieristico internazionale» e che «la perdita di questo ruolo provocherebbe danni irreparabili a tutta l'economia dell'intero Mediterraneo orientale. Non solo della Laguna, né solo dell'Alto Adriatico - ha spiegato - poiché Venezia è il polo di attrazione e di riferimento per il traffico crocieristico dell'intera area mediterranea orientale, fino all'Egeo».
Il protocollo sottoscritto da Confcommercio, Assoporti e Federagenti, che - ha specificato Rivolta - ha l'obiettivo di «sollecitare il governo a prendere di petto il problema dell'accesso delle grandi navi da crociera nella città di Venezia», ricorda che Venezia è un home port, dove quindi i passeggeri si imbarcano e sbarcano (il 17% del totale Italia) e come tale lascia ricadute alla città ed è l'antitesi del porto di transito che è l'espressione del turismo mordi e fuggi. A Venezia il turismo crocieristico produce 284 milioni di euro di spesa locale, con le maggiori ricadute per alberghi e ristoranti (33%), trasporti (17%) e negozi (15%). Inoltre favorisce una pianificazione dei flussi turistici e non “invade” Venezia, ma si integra con la città e con la sua struttura ricettiva (il 50% dei crocieristi in home port trascorre almeno una notte in hotel).
Il documento evidenzia inoltre che nelle crociere l'Italia attrae il 50% dell'home porting Mediterraneo (Civitavecchia-Venezia) e che se Venezia perdesse questo traffico altri dieci porti dovrebbero far fronte ad un tracollo dell'attività. La perdita economica sarebbe pari a 210 milioni di euro di fatturato su globale stimato di 510 milioni di euro e a rischio sarebbero anche migliaia di posti di lavoro nonché oltre 200 milioni di euro di investimenti a Venezia e negli altri porti adriatici.
Confcommercio, Assoporti e Federagenti confermano inoltre che le navi incidono in percentuale marginale sull'inquinamento dell'aria in Laguna e che i veneziani valutano positivamente l'attività crocieristica: per il 70% le crociere sono un'opportunità, mentre solo meno del 10% dei veneziani pensa che il passaggio delle grandi navi sia il problema principale di Venezia. Per quasi il 60% dei veneziani i danni economici determinati dall'allontanamento delle navi da crociera sarebbero altissimi e fra il 67 e l'83% pensano che le istituzioni si impegnino poco per risolvere la questione.
Se il tema del transito delle navi da crociera nella Laguna di Venezia e il loro approdo alla Stazione di Marittima continua ad essere oggetto di polemiche, il traffico di rinfuse a Porto Marghera celebra un nuovo record con l'arrivo stamani al Terminal Rinfuse Italia (TRI) del gruppo Eurports della nave Shimanami Queen, lunga 200 metri e larga oltre 32, con oltre 50mila tonnellate di farina proteica proveniente dalla Louisiana e destinata al mercato agroalimentare del nord Italia. Con questo nuovo consistente sbarco di rinfuse il porto di Venezia consolida e rafforza così la sua posizione di scalo strategico per i prodotti agroalimentari dell'Alto Adriatico. «L'arrivo di una nave di queste dimensioni a Marghera - ha rilevato Marco Corbellini presidente e amministratore delegato del gruppo Euroports in Italia - attesta ancora una volta le capacità del gruppo Euroports nella gestione e movimentazione di importanti quantitativi di merce. Siamo sempre più orgogliosi di poter mostrare le nostre capacità di sbarco, stoccaggio e riconsegna di grandi quantitativi di merci alla rinfusa e di poter, così, riconfermare la leadership conquistata nel settore dell'agribulk». Nei primi undici mesi del 2014 il porto di Venezia ha fatto segnare un +3,8% nel settore agribulk e +50,8% nel settore dei cereali rispetto allo stesso periodo del 2013.
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