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Fedarlinea, per un cabotaggio più forte bisogna pensare alla rivisitazione dei servizi portuali
Maninchedda (Regione Sardegna): ci piacerebbe uscire dal monopolio nei collegamenti con l'isola. Tirrenia CIN annuncia il ritorno ai livelli tariffari del 2009
19 marzo 2015
La Fedarlinea (Associazione Italiana di Cabotaggio Nazionale), organizzazione che in precedenza rappresentava le società di navigazione dell'armamento pubblico oggi passate sotto proprietà privata o in via di privatizzazione, si è riunita oggi in assemblea a Cagliari a bordo del traghetto Janas della Tirrenia CIN. In occasione del settantesimo anniversario della sua costituzione l'associazione ha deciso di organizzare per la prima volta l'incontro istituzionale in Sardegna dove operano le associate Tirrenia, Saremar e Delcomar con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di una relazione sempre più produttiva e proficua con la realtà territoriale sarda verso la quale Fedarlinea esprime grande interesse e dove ha intenzione di aprire un ufficio per riconoscere l'elevato valore strategico dell'isola e delle sue rappresentanze.
Il dibattito odierno, sul tema “Il Cabotaggio nazionale una risorsa per il Paese”, aveva lo scopo di affrontare argomenti di attualità e rilevanza economico sociale: dalla privatizzazioni delle compagnie regionali al rispetto delle convenzioni per i servizi pubblici di linea che - secondo l'associazione - «devono diventare sempre più flessibili e dinamiche tenendo in considerazione anche le esigenze ed i tempi necessari per poter garantire il ritorno degli investimenti da parte degli armatori».
Rimarcando la necessità che le relazioni in ambito UE vadano gestite con la massima forza, Fedarlinea ha annunciato di aver deciso di strutturare la sua collaborazione con la Confcommercio e la Conftrasporto avviando una stretta sinergia con il Dipartimento di Bruxelles. Inoltre l'associazione, ricordando che da tempo tiene sotto monitoraggio la normativa europea sulle emissioni di CO2, ha reso noto di essersi attivamente impegnata assieme al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Assoporti e RINA nella gestione di una convenzione che ha favorito l'avvio di un tavolo tecnico volto a definire le procedure tecnico-amministrative che consentiranno l'impiego del gas naturale liquefatto a bordo delle navi traghetto oltre che il bunkeraggio del gas nei porti. «Il tema dei carburanti alternativi - ha sottolineato Fedarlinea - diventa oggi un elemento centrale per lo sviluppo dei piani economici degli armatori, basti pensare che per la costruzione delle nuove navi ed il “refitting” di quelle esistenti si stima un investimento di oltre 2,5 miliardi di euro».
Inoltre, secondo l'associazione , «per un cabotaggio più forte e più nuovo non possono mancare riflessioni ed interventi che guardano alla rivisitazione dei servizi portuali, in una logica di allineamento del nostro Paese rispetto alle migliori pratiche europee di settore, come pure l'auspicio di una rapida implementazione del nuovo Piano della Portualità e della Logistica».
In occasione dell'assemblea di Fedarlinea il direttore generale per le Autorità Portuali e il Trasporto Marittimo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Enrico Maria Pujia, ha osservato che «mai come oggi è necessario rivolgere una maggiore attenzione ai traffici ro-ro ed in particolare ai collegamenti con le isole. In tal senso - ha precisato - si sta muovendo il governo nella fase di definizione del nuovo Piano Nazionale dei Trasporti e della Logistica, puntando a garantire i servizi che assicurano la continuità territoriale ed in particolare a migliorare la qualità degli stessi».
Pujia ha sottolineato che «l'impegno del Ministero ha consentito di avviare la privatizzazione dell'ex gruppo Tirrenia, nel rispetto dei principi comunitari, e soprattutto ha garantito il mantenimento dei livelli occupazionali e i collegamenti marittimi con le isole. Purtroppo - ha denunciato - non possiamo dire lo stesso di alcune realtà regionali, che ancora oggi non rispettando i tempi e gli accordi che il governo italiano ha assunto con la Commissione Europea, stanno mettendo a rischio un delicato processo di privatizzazione e con esso l'occupazione e la continuità territoriale con le isole. È necessario - ha concluso - un maggior impegno in tal senso al fine di portare a compimento l'intero processo di privatizzazione dell'ex gruppo Tirrenia».
Per l'amministratore unico di Fedarlinea, Michele Ruggieri, «gli armatori devono prepararsi ad affrontare le sfide attuali e future stretti dai dispositivi derivati da una normativa comunitaria sempre più stringente e l'esigenza di innovazione e sviluppo necessaria per recuperare i ritardi che il nostro Paese subisce rispetto le altre nazioni e spesso causati da un quadro normativo anacronistico. Il Piano dei Porti - ha rilevato Ruggieri - è un'altra occasione da non perdere; ritengo che non possiamo permetterci di affezionarci a modelli precostituiti, ma dobbiamo assumere quelli che possono produrre una maggiore velocità di implementazione».
In occasione dell'assemblea odierna la Tirrenia Compagnia Italiana di Navigazione, che è associata a Fedarlinea, ha annunciato un nuovo calo delle tariffe passeggeri evidenziando che sono così tornate ai livelli del 2009. Fondamentale per consentire la riduzione dei prezzi - ha precisato la compagnia - è il calo del costo del carburante, che fino a pochi mesi fa imponeva costi di gestione più elevati. La diminuzione, che - ha specificato Tirrenia CIN - riguarda le tariffe passeggeri ordinarie, residenti ed auto, non è applicabile su tasse e diritti e non riguarda le promozioni e le tariffe low cost, si applica a tutte le linee in convenzione per tutto l'anno, ovvero la Genova-Olbia-Arbatax, la Civitavecchia-Cagliari, la Napoli-Cagliari, la Palermo-Cagliari e le Isole Tremiti. Sono state ridotte anche le tariffe relative alle linee in convenzione solo nel periodo invernale (da ottobre a maggio) Genova-Porto Torres, Civitavecchia-Olbia e Napoli-Palermo, sempre ad esclusione di tasse e diritti e delle tariffe promozionali e low cost.
Intervenendo all'assemblea l'assessore ai Lavori pubblici della Regione Sardegna, Paolo Giovanni Maninchedda, ha affermato che l'ente intende «promuovere una politica dei trasporti che garantisca veramente la libertà di movimento dei cittadini. Non vogliamo parlare - ha specificato - solo di tariffe, frequenze e rotte. La liberà di movimento ha un valore ben più ampio: si tratta di un diritto costituzionalmente garantito che quindi va trattato e difeso attraverso strumenti diversi. Per quanto concerne Tirrenia - ha aggiunto Maninchedda - siamo in un momento in cui possiamo e vogliamo rivedere la Convenzione che va riletta e approfondita rispetto alcuni punti che sono fondamentali per noi sardi. Le rotte per il Nord Sardegna potrebbero, ad esempio, rientrare tra i servizi posti sotto oneri di servizio pubblico. Ci piacerebbe inoltre uscire dal monopolio ed avviare un percorso virtuoso per coniugare lo sviluppo dei servizi con la crescita dei vettori marittimi».
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