- Nella Stazione Passeggeri della Marittima di Venezia è in corso la conferenza europea dedicata alle Autostrade del Mare che, promossa dal coordinatore europeo per il settore Brian Simpson e realizzata in collaborazione con l'Autorità Portuale di Venezia, rientra tra le iniziative sostenute dalla DG-MOVE, fa seguito alla conferenza tenutasi a Goteborg lo scorso novembre dedicata alla riduzione delle emissioni nel settore marittimo e precede la terza conferenza che si svolgerà a Liverpool in maggio. Al centro dell'attenzione del meeting “Motorways of the sea” di Venezia, il tema di come rendere trasporto marittimo sempre più efficiente e sostenibile.
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- «Il futuro europeo - ha osservato il presidente dell'Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa, in occasione della conferenza - è sempre più fuori dell'Europa e passa per i porti. Nel 2002 l'export extra-UE era pari al 44% del commercio intra-UE. Percentuale che è aumentata all'88% nel 2013 e che supererà il 100% entro una decina di anni. Forse anche prima, perché il commercio internazionale continuerà a crescere più del prodotto interno lordo mondiale (più di quattro volte il livello attuale entro il 2050). E siccome l'85% del commercio internazionale si muove via mare, la pressione sul trasporto marittimo e sui porti sarà eccezionale. Tema che l'UE dovrebbe affrettarsi ad affrontare in modo più deciso per evitare di autoemarginarsi dalla scena globale. Il che significa, ad esempio in termini di politica TEN-T, concentrarsi sui nodi (porti e aeroporti) almeno tanto quanto ci si sta occupando degli archi (ferrovie, strade, navigazione interna), da considerarsi prioritari».
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- «Ma il trasporto delle merci lungo le catene logistiche globali - ha sottolineato Costa - non comincia o finisce nei porti. Questo ha due conseguenze: è necessario prendere atto della nuova geografia della produzione manifatturiera in Europa, che si è andata sempre più spostando verso Est; è necessario investire nei porti-corridoi con collegamenti ferroviari appropriati, ma anche liberalizzando il mercato del trasporto stradale che oggi frena lo sviluppo del mercato ro-ro e, quindi, delle Autostrade del Mare. Autostrade del Mare (MoS) che, se coinvolte, possono essere utili per passare dalla costruzione del mercato unico interno europeo a quello di inserire l'Europa nei mercati mondiali. Ma occorre che la politica europea delle Autostrade del Mare non distingua più tra origini/destinazioni appartenenti a Stati membri e a quelle ubicati in Stati terzi. L'Unione Mediterranea delle Autostrade del Mare deve, per esempio, diventare un obiettivo prioritario di politica europea».
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- «Lo sviluppo delle Autostrade del Mare - ha confermato Enrico Maria Pujia, direttore generale per il Trasporto marittimo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti - è un tema strategico per l'Italia. Su questo stiamo lavorando molto perché il futuro si gioca tra il 2014 e il 2020 e dobbiamo essere pronti a giocare quel ruolo strategico che il nostro Paese ha nel Mediterraneo. Stiamo definendo il Piano nazionale dei Porti e della Logistica, ma dobbiamo anche puntare alla creazione di nuove rotte con il Nord Africa. Certamente alcuni Paesi ora vivono un periodo di instabilità politica, ma è anche vero che molti hanno un Pil elevato e potranno contribuire ad aumentare lo scambio commerciale con l'Italia e l'Europa; per questo dobbiamo essere preparati a cogliere ogni segnale di stabilità e crescita».
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