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Dopo la riforma del sistema portuale, il governo deve provvedere ad una riforma dell'autotrasporto e della logistica
Lo ha sottolineato sabato il presidente dell'ANITA, Thomas Baumgartner, aprendo i lavori dell'assemblea dell'associazione
8 giugno 2015
«Ora che la riforma del sistema portuale è in fase di ultimazione, nell'agenda del governo deve trovare posto una specifica riforma organica dell'autotrasporto e della logistica». Lo ha sottolineato il presidente dell'ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici), Thomas Baumgartner, aprendo sabato i lavori dell'assemblea dell'associazione che si è svolta a Torre Canne di Fasano (Brindisi).
«Serve - ha spiegato Baumgartner - un piano organico fatto di politiche, regole e soluzioni innovative, con interventi rapidi ed incisivi in linea con i cambiamenti in atto, per far sì che il settore possa essere uno dei principali attori di una stabile e duratura ripresa». Il presidente di ANITA ha infatti rilevato che il settore, nonostante i primi segnali economici positivi, «non è ancora nelle condizioni di esprimere pienamente tutte le proprie potenzialità di crescita, perché frenato da questioni tuttora irrisolte».
Nella relazione del presidente dell'associazione dell'autotrasporto ci sono richiami alla necessità di accelerare le verifiche sulla regolarità delle imprese iscritte all'Albo, di potenziare gli organici degli Uffici provinciali del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per far fronte ai nuovi compiti ad essi attribuiti in materia di Albo, di semplificare il quadro normativo. Proprio su quest'ultimo punto - ha evidenziato Baumgartner -«l'emanazione di un Testo Unico dell'autotrasporto non può prescindere da un'attenta verifica su come le norme europee siano state negli anni recepite, per eliminare quegli inutili appesantimenti che gravano soltanto sulle imprese italiane».
Secondo ANITA, «la riorganizzazione del settore deve avvenire attraverso scelte coraggiose, in Italia e in Europa, dove si è finalmente acceso il dibattito su come superare il dumping causato dall'assenza di armonizzazione delle norme sociali e delle condizioni di lavoro tra i diversi Stati membri».
«Doppio registro per gli autisti impiegati nei trasporti internazionali da perseguire presso le istituzioni europee, stop alla liberalizzazione del cabotaggio per tutelare il mercato nazionale e uscita dell'Italia dalla CEMT con contestuale riduzione dei contingenti bilaterali» - ha aggiunto Baumgartner - sono le soluzioni proposte da ANITA “perché negli ultimi dieci anni le tonnellate trasportate dai vettori italiani in Europa sono diminuite di oltre il 35% e la quota di mercato dei vettori nazionali nei traffici internazionali con origine o destino in Italia, in otto anni, è scesa dal 36% al 26%, ed ora - ha sottolineato - non possiamo più permetterci di regalare ai vettori stranieri nostre quote di mercato».
ANITA ha specificato che le proposte dell'associazione puntano anche a favorire il rientro delle imprese e spingerle ad assumere nuovamente in Italia. «Per noi imprenditori - ha concluso Baumgartner - la concretezza è una caratteristica dell'agire quotidiano ed è per questo che ci aspettiamo che il governo prenda decisioni adeguate e tempestive, inserite in un disegno organico e coerente per il rilancio del nostro settore».
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