- Nel porto di Ancona è diventato operativo il primo tratto di 335 metri della Banchina Marche, denominata banchina 26, grazie al completamento dei lavori di dragaggio parziale del bacino portuale antistante la banchina, con l'approfondimento a -10,5 metri del bacino acqueo, e alla pressoché contestuale consegna del molo di sopraflutto che ha completato il nuovo accesso al porto e la protezione lato mare della banchina.
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- L'Autorità Portuale di Ancona ha sottolineato che il nuovo accosto consentirà agli operatori del porto di accrescere la produttività e la rapidità delle operazioni di sbarco ed imbarco dei container, traffico che continua ad avere i ritmi di crescita più dinamici dello scalo (+14% nei primi sette mesi del 2015). Il presidente dell'ente, Rodolfo Giampieri, ha evidenziato la celerità con cui si sta procedendo all'esecuzione delle opere per l'ammodernamento del porto, «interventi - ha ricordato - attesi dagli operatori e che - ha precisato Giampieri - in quest'ultimo periodo siamo riusciti ad accelerare, anche grazie alla forte collaborazione con la Regione Marche, il Comune di Ancona e la Capitaneria di Porto. Attori istituzionali con cui si è instaurato un positivo clima di collaborazione improntato alla responsabilità e all'approccio orientato al risultato».
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- «Essere riusciti a sbloccare un procedimento come quello dei dragaggi, allo stato attuale della normativa - ha osservato il presidente dell'authority portuale - è davvero un grande risultato, che ci consente di guardare con determinazione al prossimo obiettivo di portare il fondale antistante la Banchina Marche ai -14 metri previsti dal Piano Regolatore Portuale. Disporre della banchina 26 pienamente operativa consente al porto di Ancona di rafforzare il suo ruolo di volano per la competitività delle imprese che utilizzano lo scalo per l'import e l'export delle merci, oltre a permettere agli operatori del porto di poter rispondere con maggiore efficacia agli stimoli del mercato. Il porto - ha concluso Giampieri - si conferma sempre più nella sua dimensione strategica comunitaria, soprattutto nel contesto della macroregione Adriatico Ionica».
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