- Come anticipato nei giorni scorsi a seguito di un chiarimento richiesto dal presidente dell'Autorità Portuale di Genova, Luigi Merlo, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in tema di proroga delle concessioni demaniali portuali, chiarimento a seguito del quale l'ente genovese ha annunciato che per darne massima pubblicità e trasparenza avrebbe pubblicato per un periodo di 60 giorni le singole istanze di proroga avanzate dai terminalisti ( del 26 agpsto e 2 settembre 2015), l'authority genovese ha iniziato la pubblicazione di tali istanze con quella avanzata lo scorso 21 luglio dalla società Industrie Rebora del gruppo Spinelli.
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- Il gruppo Spinelli, attraverso la società Industrie Rebora che è ora oggetto di una fusione per incorporazione nella società Spinelli Srl, gestisce dal 2001 il Genoa Port Terminal (GPT) ed è concessionario sino al 31 dicembre 2020 nello scalo genovese, per l'esercizio di attività terminalistiche (ex art. 18, legge 84/94), di aree ed edifici per 149.325 metri quadri tra Ponte ex-Idroscalo ponente e Calata Massaua.
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- Industrie Rebora ha presentato istanza, che sarà affissa all'albo del Comune di Genova dal 19 settembre al 19 novembre prossimi, per svolgere interventi infrastrutturali con connessa proroga della scadenza concessoria per la durata di 60 o 40 anni, a seconda degli interventi eventualmente autorizzati. In particolare, Industrie Rebora precisa che la limitazione del termine di scadenza della concessione ad una durata di 40 anni è relativa all'ipotesi «in cui non venisse approvato il nuovo Piano Regolatore Portuale che consenta la realizzazione del riempimento di Calata Inglese».
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- Nell'istanza si evidenzia che lo scorso anno Industrie Rebora ha movimentato nel terminal un traffico pari a 366.169 teu, con un incremento del +23% sul 2013 e che al 31 dicembre scorso la società ha effettuato investimenti per oltre 38,2 milioni di euro. Per il 2015 è previsto un traffico pari a circa 400.000 teu (nei primi cinque mesi dell'anno è stato registrato un aumento del +16%) ed entro il 2019, sulla base di un tasso di crescita medio del settore del +4-5%, è atteso un incremento del traffico fino a circa 480.000 teu con conseguente progressiva saturazione del terminal.
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- Sulla base di tali previsioni Industrie Rebora ha elaborato un progetto di ottimizzazione dell'attuale capacità di stoccaggio e movimentazione nonché di ampliamento delle aree e banchine utile a far fronte alla crescita naturale del mercato e ad acquisire ulteriori quote di traffico. Tale piano d'impresa prevede uno sviluppo dell'attività del terminal genovese con un aumento dei traffici e dell'occupazione, giungendo a regime ad una movimentazione annua pari a 610.000 teu e a una forza lavoro di 232 unità rispetto alle attuali 150.
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- Nell'istanza Industrie Rebora spiega che nel 2014 non ha potuto soddisfare domande di traffico per ulteriori 100.000 teu che - sottolinea l'azienda - in caso di realizzazione degli interventi indicati nel piano d'impresa, rappresentano invece una prospettiva di crescita certa per gli anni futuri.
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- Il piano d'impresa include un piano di investimenti di 270 milioni di euro (con 116 milioni nei primi 12 anni), di cui investimenti iniziali per 67 milioni in infrastrutture portuali, 42 milioni in interventi parainfrastrutturali (transtainer ferrati - RMG) e 35 milioni in equipment (macchinari, equipaggiamenti, gru, mezzi), a cui si aggiungono con il piano d'impresa sviluppato per un arco di tempo di 60 anni - precisa Industrie Rebora - investimenti per oltre 126 milioni di euro per il rimpiazzo delle immobilizzazioni e per sostenere l'incremento dei volumi.
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- Nell'istanza Industrie Rebora ricorda che istanze di contenuto analogo «sono già state accolte nei porti di La Spezia e, più recentemente, Trieste con la conseguenza, tra l'altro - specifica l'azienda - che è lecito pretendere da parte del concessionario una parità di trattamento e una omogenea applicazione dei parametri di legge; la stessa Autorità Portuale di Genova, peraltro - ricorda Industrie Rebora - ha a suo tempo concesso la gestione del Porto di Voltri per una durata di 60 anni» e ciò - sottolinea la società del gruppo Spinelli - a fronte di investimenti parametrabili, in rapporto all'estensione delle aree, a quelli oggetto del piano d'impresa presentato da Industrie Rebora con l'istanza. Viene inoltre chiesta la riduzione dei canoni demaniali attraverso deduzione degli investimenti effettuati.
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