- Trasportounito ha lanciato un allarme perché, secondo quelle che l'associazione dell'autotrasporto ha definito «voci insistenti e purtroppo fondate», l'amministrazione comunale di Genova «avrebbe deciso “unilateralmente” di sottrarre ai camion anche l'area di Campi per destinarla ad altre attività. Tale area, anche se in pessime condizioni e quotata a caro prezzo - ha ricordato l'associazione sindacale - è l'unica possibile area di sosta per i TIR in arrivo o in partenza dal porto di Genova».
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- «Stanno prendendo in giro - ha denunciato Giuseppe Tagnocchetti, coordinatore di Trasportounito per la Liguria - non sono solo le imprese e i lavoratori dell'autotrasporto, ma l'intera comunità degli operatori portuali ed i cittadini genovesi che da anni sono costretti a convivere con Tir, obbligati a transitare in città e parcheggiare dove capita. Con la chiusura di Campi la situazione è destinata a deteriorarsi drammaticamente».
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- L'associazione ha sottolineato che la storia dell'autoparco a Genova è fatta di «quarant'anni di promesse, idee, confronti, proteste (ultima, in ordine di tempo - ha ricordato Trasportounito - quella dei Tir lumaca nello scorso mese di aprile), progetti finti, virtuali, parziali o interminabili (come il parcheggio in zona aeroporto), dossier consegnati ai Prefetti (storia dell'autoparco genovese) ipotesi di parcheggio prima nelle aree Colisa, poi a Campi, quindi a Trasta, poi nelle aree dell'ex Ilva di Cornigliano; tutto fumo come la farsa dell'autoporto. Nel frattempo - ha evidenziato l'associazione - il porto, la città e l'autotrasporto assistono passivamente a un pericoloso aggravamento del degrado infrastrutturale; con camion e mezzi (più di 3.000 al giorno) che distruggono le sospensioni su strade dissestate; mezzi bloccati sulle strade in ingresso ai terminal portuali con una insostenibile sovrapposizione fra traffico di mezzi pesanti e traffico urbano; veicoli che parcheggiano in spazi di sosta abbandonati in tutto il ponente cittadino (mai concessi seppur richiesti dalle imprese); autisti costretti a utilizzare edifici diroccati come servizi igienici a cielo aperto».
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- «L'amministrazione comunale e le altre istituzioni coinvolte (Autorità Portuale e Regione) - ha affermato Tagnochetti - devono immediatamente chiarire quanto sta accadendo e cosa intendono realmente fare. In assenza di risposte immediate, già da prossimi giorni, coinvolgendo tutta la comunità portuale, sarà avviata una raccolta di firme “contro” i provvedimenti che sono o saranno assunti a danno dell'autotrasporto, dell'economia reale del porto e della città».
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