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Global Ship Lease ha concluso il 2015 con una perdita netta di -31,9 milioni di dollari
Il passivo è stato generato dalla riduzione del valore di due navi
4 marzo 2016
Global Ship Lease (GSL), società che ha una flotta di 18 portacontainer, di cui 15 noleggiate al gruppo armatoriale francese CMA CGM che è l'azionista di riferimento della stessa GSL di cui possiede il 44,72% del capitale, ha archiviato il 2015 con una perdita netta di -31,9 milioni di dollari rispetto ad un utile netto di 5,0 milioni di dollari nell'esercizio annuale precedente. Il risultato negativo dello scorso anno è stato generato da oneri non-cash di riduzione del valore pari a 44,7 milioni di dollari relativi a due navi registrate come asset in dismissione nel terzo trimestre del 2015. L'utile operativo è ammontato a 19,2 milioni di dollari, con una flessione del -54,5% rispetto al 2014. I ricavi sono aumentati del +19,0% attestandosi a 164,9 milioni di dollari.
L'amministratore delegato di Global Ship Lease, Ian Webber, ha evidenziato le azioni positive condotte dalla compagnia nel corso del 2015, in particolare ampliando la flotta, assicurandosi noleggi a lungo termine e eliminando l'esposizione rispetto al mercato spot. «Anche se continuiamo a rimanere ottimisti circa le prospettive a lungo termine della nostra attività e continuiamo ad essere supportati dalla nostra attenzione strategica rispetto ai contratti pluriennali con primarie controparti - ha precisato Webber - siamo tuttavia assolutamente consapevoli dell'attuale profonda crisi che caratterizza l'intero settore del trasporto marittimo containerizzato. Alla luce di ciò il nostro consiglio di amministrazione ha assunto la difficile decisione di cancellare il dividendo e di focalizzare l'allocazione del capitale su una riduzione proattiva del nostro indebitamento pur continuando a perseguire acquisizioni d'interesse che incrementeranno gli introiti prodotti da contratti a lungo termine. Riteniamo che questa condotta ci posizionerà al meglio non solo per operare nel corso di questa crisi del settore, ma anche per creare il maggior ritorno a lungo termine per gli azionisti sfruttando appieno le opportunità a disposizione di una società armatoriale con un solido bilancio e con capacità di investimento nell'attuale difficile scenario».
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