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Federagenti accusa le Regioni Sardegna, Calabria e Sicilia di ritardare la nomina dei presidenti dei porti di Cagliari, Gioia Tauro e Palermo
Denunciate responsabilità precise delle amministrazioni regionali che hanno precipitato i rispettivi sistemi portuali in un prolungato stato di stallo
17 maggio 2017
Federagenti, la federazione degli agenti marittimi italiani, denuncia la mancata nomina dei presidenti dei porti di Cagliari, Gioia Tauro e Palermo a mesi dall'entrata in vigore della riforma della governance dei porti italiani che è stata introdotta lo scorso 15 settembre.
Il porto di Cagliari attende la nomina del presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, il nuovo ente che sovrintenderà alla gestione dei porti di Cagliari, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e Santa Teresa di Gallura. Attualmente l'Autorità Portuale di Cagliari, così come quella del Nord Sardegna che gestisce gli scali di Olbia, Porto Torres e Golfo Aranci, è guidata da un commissario straordinario. «Un commissariamento - ha evidenziato Federagenti - che in Sardegna si protrae da 45 mesi».
Stessa situazione per l'Autorità Portuale di Gioia Tauro, che è stata commissariata e che dovrà essere sostituita dall'Autorità di Sistema Portuale dello Stretto con giurisdizione, oltre che sullo scalo portuale gioiese, sui porti di Crotone, Corigliano Calabro, Taureana di Palmi, Villa San Giovanni, Vibo Valentia, Reggio Calabria, Messina, Milazzo e Tremestieri. «Una totale disattenzione - ha osservato Federagenti - anche al conto alla rovescia che sta conducendo Gioia Tauro alla scadenza della cassa integrazione e quindi a un tracollo annunciato».
«Un silenzio tombale - ha aggiunto Federagenti - sul destino di Palermo e di Trapani, oggi focalizzati più sulle elezioni amministrative che sul futuro di moli e banchine». I due porti siciliani, infatti, assieme agli scali di Termini Imerese e Porto Empedocle, dovranno essere gestiti dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale che è anch'essa in attesa della nomina del suo presidente.
Nell'ambito di Federagenti i presidenti delle associazioni degli agenti marittimi di Cagliari, di Gioia Tauro e dei porti siciliani hanno denunciato «le responsabilità precise delle amministrazioni regionali di Sardegna, Calabria e Sicilia, che hanno precipitato i rispettivi sistemi portuali in un prolungato stato di stallo: in un globale disinteresse delle istituzioni locali - hanno spiegato - si sta consumando sulle banchine un vero e proprio paradosso determinato dalla mancata nomina dei presidenti delle ultime tre Autorità Portuali di Sistema ancora vacanti».
«A Cagliari - ha precisato Michele Pons, presidente degli agenti sardi - la gestione del porto, e ora della nuova Autorità di Sistema competente su tutta la portualità dell'isola, è affidata da 45 mesi a una gestione commissariale. Con la mancata nomina di un presidente e nell'eterno contenzioso aperto dalla Regione Sardegna che vorrebbe un sardo alla guida di tutti gli scali dell'isola, si sono bloccate da quasi quattro anni tutte le politiche di sviluppo, per non parlare delle infrastrutture e dei dragaggi. In questa situazione la Sardegna sta perdendo, e probabilmente ha già perso, in modo definitivo la possibilità di sfruttare le opportunità create anche nel settore delle crociere, dalla crisi geopolitica di tanti paesi del Mediterraneo, direttamente concorrenti».
«A Gioia Tauro - ha sottolineato Michele Mumoli, presidente degli agenti marittimi in Calabria - la crisi non è un'ipotesi. Il porto sembra aver imboccato un percorso senza via d'uscita e neppure gli eventi delle ultime settimane hanno sortito l'effetto auspicato di attirare l'attenzione della politica e specialmente della Regione Calabria che non sembra avere interesse a prendere una posizione netta sull'esistenza di Gioia Tauro, come evidenziato nell'atteggiamento espresso nei confronti di un candidato indicato dal ministero e ritenuto con scarsa chiarezza non idoneo. Le proteste in banchina - ha ricordato Mumoli - sono cessate soltanto di fronte alla consapevolezza che il porto ormai lavora con un solo armatore e che uno sciopero a oltranza avrebbe portato a perdere anche quello. Gioia Tauro vuole sopravvivere. Ora la scadenza della cassa integrazione è alle porte e, in assenza della nuova agenzia per il lavoro che metterebbe insieme Gioia Tauro, Taranto e Cagliari, nessuno, tantomeno l'amministrazione locale, sembra rendersi conto di un imminente situazione ingestibile con possibili reazioni sociali che la Calabria in passato ha dimostrato di saper portare alle estreme conseguenze».
«Una coperta di silenzio totale - è la denuncia di Gaspare Panfalone, presidente degli agenti marittimi siciliani - è stata calata sul porto di Palermo. La Regione e le forze politiche sembrano essere più interessate alle prossime elezioni amministrative nei Comuni di Palermo e di Trapani che al destino del porto, per il quale latita ancora il nome del presidente. Per non parlare poi delle elezioni regionali attese di qui a un anno con la prospettiva di una campagna elettorale prolungata. Ignorare in un'isola il ruolo strategico di un porto e in genere dei trasporti (fra l'altro resta senza testa anche Messina gemellato a Gioia Tauro) significa calpestare i diritti e le aspettative dei cittadini, mettendo in discussione la competitività dell'intero sistema economico isolano. Ma significa specialmente irresponsabilità».
Da parte sua il presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, ha rilevato che «per quanto riguarda le nomine il governo ha fatto ciò che doveva; ora spetta alle amministrazioni regionali imprimere un'accelerazione che è indispensabile per garantire un futuro ai porti e specialmente a chi all'interno dei porti lavora».
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