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FerCargo e FerCargo Manovra chiedono misure per sostenere il trasporto merci su rotaia intervenendo in particolare sull'ultimo miglio ferroviario
Laguzzi e D'Angela: il “malato”, ovvero il trasporto ferroviario delle merci, è fuori pericolo, ma non ancora del tutto guarito
22 novembre 2017
FerCargo e FerCargo Manovra hanno sollecitato misure di sostegno al trasporto ferroviario delle merci per sostenere la ripresa del trasporto su rotaia, crescita - hanno sottolineato le associazioni a margine della presentazione di un position paper in cui sono contenute le proposte di intervento nell'ultimo miglio ferroviario avvenuta presso il Senato della Repubblica - che negli ultimi anni ha segnato un +20% e che ha visto uniche protagoniste le imprese ferroviarie aderenti a FerCargo, aziende non appartenenti al gruppo Ferrovie dello Stato Italiane (FSI).
Per sostenere questa ripresa FerCargo e FerCargo Manovra hanno chiesto interventi mirati e sostenibili per migliorare e rendere efficiente in maniera capillare l'infrastruttura ferroviaria nazionale, attraverso il ruolo degli operatori dell'ultimo miglio, al fine di realizzare completamente gli interventi proposti dalla “cura del ferro”.
Il presidente di FerCargo, Giancarlo Laguzzi, ed Elvi D'Angela, presidente di FerCargo Manovra, l'associazione degli operatori della manovra ferroviaria, hanno evidenziato che il “malato”, ovvero il trasporto ferroviario delle merci, è fuori pericolo, ma non ancora del tutto guarito, e che per sostenere il recupero sono necessari interventi come l'introduzione di incentivi per l'acquisto o l'adeguamento delle macchine di manovra in base al decreto 1/2015 di ANSF, ottenendo una proroga in caso di avvio delle procedure richieste da parte delle imprese o operatori interessati e in questo caso una riduzione dei costi richiesti per il procedimento amministrativo previsto, o come l'aumento del contributo dello sconto pedaggio per mantenere i livelli di scontistica verso i clienti delle imprese ferroviarie che, dato l'aumento dei volumi di traffico a budget fisso di incentivo, rischia di rallentare il trasferimento di quota modale dalla gomma alla ferrovia.
Laguzzi e D'Angela hanno sottolineato anche la necessità di aumentare il contributo previsto per la formazione dei macchinisti per il settore merci e l'estensione del rimborso anche per figure come manovratori, verificatori e formatori treno dipendenti di imprese ferroviarie e degli operatori di manovra ferroviaria, nonché di istituire un fondo per l'acquisto di nuovi locomotori da treno al fine di dotare il sistema italiano di nuove macchine interoperabili.
Inoltre hanno sollecitato una revisione dei raccordi ferroviari in base alle esigenze reali dell'industria cliente del treno, semplificando l'infrastruttura e l'esercizio del raccordo stesso intervenendo attraverso la creazione dell'indipendenza dalla rete nel rispetto della sicurezza
Laguzzi e D'Angela hanno specificato che queste sono alcune delle principali soluzioni per dare ulteriore impulso alla cura del ferro, ma - hanno concluso - soprattutto necessarie a non vanificare quanto finora fatto da questo governo ma anche dalle imprese ferroviarie e dagli operatori ferroviari non appartenenti al gruppo ex monopolista.
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