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L'ANCIP critica le richieste alla CULP di Napoli di adeguarsi al mercato, pena la creazione di un'agenzia per il lavoro portuale gestita dal'AdSP
L'associazione e Filt-Cgil Campania stigmatizzano la decisione di inserire nel Piano dell'Organico del Porto riferimenti ad istruttorie in corso su richieste di autoproduzione
5 dicembre 2018
L'Associazione Nazionale Compagnie Imprese Portuali (ANCIP) ha criticato le dichiarazioni rese dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Pietro Spirito, con riferimento alla presentazione della bozza di Piano dell'Organico del Porto elaborata dall'ente e relative all'organizzazione del lavoro portuale nel porto di Napoli, con la richiesta rivolta alla Compagnia Unica Lavoratori Portuali (CULP) di Napoli di una maggiore flessibilità operativa e di una economicità delle tariffe, e alla ravvisata necessità che la CULP raggiunga con un importante vettore marittimo un accordo commerciale di riduzione dell'attuale tariffa e di maggiore operatività in mancanza del quale - ha specificato l'ANCIP - Spirito ha preannunciato che si procederà entro aprile 2019 alla costituzione dell'agenzia di somministrazione di lavoro portuale temporaneo gestita dallo stesso ente portuale.
A tal proposito l'ANCIP, che è l'associazione costituita con l'obiettivo di riunire le imprese portuali di cui all'art.16 legge n.84/1994 nonché le imprese abilitate alla fornitura di lavoro portuale temporaneo ex art.17 legge n.84/1994 comprese quelle derivanti dallo scioglimento delle vecchie Compagnie Portuali, ha ricordato che «la costituzione dell'agenzia di somministrazione di lavoro portuale temporaneo prevista dall'art.17, comma 5, legge n.84/1994 non può prescindere dalla preliminare individuazione, sancita dal precedente comma 2, dell'impresa cui affidare tale attività all'esito di una procedura ispirata ai principi comunitari dell'evidenza pubblica, nel rispetto delle disposizioni vigenti e delle pregresse indicazioni ministeriali rese in fase di attuazione dell'art.17».
Inoltre l'ANCIP ha evidenziato che «tale procedura non può essere condotta, come è sembrato di capire, con tempistiche e modalità sbrigative poiché deve essere caratterizzata dall'approfondita individuazione preliminare di tutti gli elementi (operativi e non) stabiliti dall'art.17, tenuto conto delle esigenze operative e del porto di Napoli».
L'associazione ha specificato pure che «la tariffa che il soggetto aggiudicatario della gara dovrà applicare alle imprese utilizzatrici non potrà essere imposta aprioristicamente dall'ente portuale nel bando di gara ma dovrà essere parametrata al costo effettivo del lavoro nonché agli altri fattori che andranno a caratterizzare l'organizzazione dell'impresa aggiudicataria».
Secondo l'ANCIP, «l'“ultimatum” sostanzialmente concesso dall'AdSP alla CULP circa la riduzione delle tariffe sembra non considerare adeguatamente che le tariffe attualmente praticate sono quelle stabilite dalla stessa AdSP per assicurare il rispetto da parte della CULP delle condizioni normative e retributive del CCNL dei lavoratori portuali nonché per coprire i costi generali di gestione della struttura aziendale e che tali tariffe non sono in grado di coprire i costi gestionali che l'impresa deve comunque sostenere anche in caso di mancanza delle occasioni lavorative (da qui, sostanzialmente - ha rilevato l'associazione - la crisi della CULP in una fase di contrazione degli avviamenti)»
L'ANCIP ha sottolineato inoltre che «la possibilità, per un vettore marittimo, di operare in regime di autoproduzione non può rappresentare una forma di detrimento della qualità delle operazioni e dei servizi portuali e l'AdSP deve necessariamente condizionare il rilascio (ed il permanere) dell'autorizzazione alla verifica preliminare (e costante) del rispetto da parte del vettore marittimo degli stessi standard qualitativi richiesti alle imprese portuali già operanti nel porto di riferimento, in termini professionali, di sicurezza, di formazione, di qualità dei mezzi meccanici e degli strumenti in generale utilizzati per la propria operatività».
L'inserimento nel Piano dell'Organico del Porto di alcuni riferimenti ad istruttorie in corso su richieste di autoproduzione presentate da compagnie marittime è stato criticato anche da Filt-Cgil Campania che in una lettera a firma del segretario generale Amedeo D'Alessio inviata al presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale e al segretario generale dell'ente, Francesco Messineo, ha ricordato che «su questi temi, ed a causa di comportamenti autarchici, si è prodotto uno sciopero nazionale lo scorso 11 maggio».
L'organizzazione sindacale ha stigmatizzato anche la decisione di «riferire descrizioni articolate sulle difficoltà che sta vivendo la CULP di Napoli in contrapposizione al modello di Salerno, creando di fatto una classifica inadeguata e inopportuna oltre che poco elegante».
«Gli articoli 17 - ha sottolineato D'Alessio nella lettera - rimangono per noi elementi di grande importanza per la funzionalità dei porti, così come avviene in tutti i porti del mondo; essi sono gli strumenti a garanzia della flessibilità che, nonostante le evoluzioni in corso, saranno sempre centrali nelle organizzazioni del lavoro».
Da parte sua l'ANCIP, evidenziando che non può condividere le tesi dell'ente portuale, ha concluso invocando «l'attuazione di tutte le misure e le azioni necessarie per assicurare la permanenza dello strumento di cui all'art.17 mediante la presenza della CULP, in grado di garantire la continuità della storia e della operatività della Compagnia Portuale in un contesto di rispetto delle regole nonché di ragionevole collaborazione con l'ente portuale finalizzata ad individuare - di concerto con i vettori marittimi e le imprese portuali - le soluzioni ottimali ed economicamente sostenibili per tutte le parti coinvolte, nell'interesse superiore del porto e dei lavoratori portuali di Napoli».
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