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Il crollo di Ponte Morandi non ha causato un tracollo del traffico delle merci movimentato dal porto di Genova
A settembre il traffico è aumentato del +3,6% e ad ottobre è calato del -5,6%
7 dicembre 2018
I dati sono dati. Ma non per questo il loro valore è messo meno in discussione di quello delle parole (anche se - come si saranno accorti i lettori di inforMARE - il nostro giornale ripone più affidamento nei primi che nelle seconde).
Quando si tratta di sostenere una tesi non sembra esserci nulla di oggettivo. I dati, le cifre, che possono essere utili ad avvalorare o a smentire una tesi sono sempre utilizzati sia per uno scopo che per quello contrario, a maggior ragione se questi dati vengono diffusi dopo che le opinioni e le argomentazioni sul tema sono state espresse, confrontate e valutate.
Questo sarà, inevitabilmente, anche il destino dei dati sull'andamento del traffico movimentato dal porto di Genova dopo il tragico crollo del viadotto Morandi avvenuto nel capoluogo ligure lo scorso 14 agosto, disastro che ha causato l'interruzione dell'arteria autostradale che attraversa la città da est ad ovest e che fungeva anche da collegamento viario veloce tra l'area a ponente e quella a levante dello scalo portuale.
Un destino tanto più fatale, quello dei dati, quanto più tardi vengono divulgati e quindi possono essere adoperati per convalidare o screditare tesi come quella della gravità dell'impatto del crollo del ponte sull'attività del porto genovese. E i dati sull'andamento del traffico nelle settimane successive alla sciagura l'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale li ha diffusi solo oggi, quasi che il crollo abbia interrotto anche il normale fluire da un ufficio all'altro delle persone e delle spedizioni telematiche utilizzate per trasmettere dati. Una sorte che, quindi, verosimilmente toccherà anche a questi attesi dati, che danno certo indicazioni sulla reale attività svoltasi sulle banchine nelle dieci settimane successive al crollo del ponte, numeri di assoluta importanza per capire come il sistema portuale e logistico sta reagendo all'emergenza.
Una lunga premessa, quella soprastante, tanto più necessaria in quanto i dati di cui oggi siamo finalmente venuti a conoscenza sono facilmente utilizzabili nell'uno e nell'altro senso. Una cosa ci sembra assodata: non si è verificato un tracollo dell'attività del porto.
Se il -15,4% registrato dal traffico delle merci movimentato lo scorso agosto dal porto rispetto allo stesso mese del 2017 poteva far presagire un significativo effetto negativo del crollo del ponte sull'attività dello scalo portuale, peraltro limitato alla seconda metà del mese, il +3,6% e il -5,6% segnati rispettivamente a settembre e ad ottobre 2018 lasciano spazio alle più diverse ipotesi. Questo anche - ci sembra - analizzando le cifre relative alle singole categorie merceologiche, ancor più in considerazione dell'andamento del traffico durante i mesi di raffronto del 2017 che in particolare nel segmento dei container erano stati contrassegnati da un accentuato incremento dell'attività (+12,6% e +12,2%).
Per entrare nel dettaglio, a settembre 2018 il porto ha movimentato 4,83 milioni di tonnellate di merci rispetto a 4,66 milioni di tonnellate nello stesso mese dello scorso anno. I carichi containerizzati hanno mostrato un calo del -3,4% scendendo a 2,04 milioni di tonnellate, con una movimentazione di contenitori che è stata pari a 212.326 teu (-3,4%), di cui 140.134 teu movimentati al terminal di PSA Voltri-Prà (-3,4%), 24.483 teu al Genoa Port Terminal (-9,0%), 23.337 teu al terminal SECH (-0,6%) e 16.732 teu al terminal Messina (+1,8%). Meno significativa la flessione delle merci convenzionali che hanno totalizzato 891mila tonnellate (-1,3%). Se il traffico delle rinfuse solide nell'area commerciale dello scalo è diminuito del -38,0% a 19mila tonnellate, quello nell'area industriale è cresciuto del +17,8% a 220mila tonnellate. In aumento è risultato anche il traffico degli oli minerali, che è ammontato a 1,51 milioni di tonnellate (+18,7%), così come quello delle altre rinfuse liquide che si è attestato a 60mila tonnellate (+10,9%), di cui 32mila tonnellate di oli vegetali e vino (+83,2%) e 28mila tonnellate di prodotti chimici (-23,5%). Bunker e forniture di bordo sono state pari a 84mila tonnellate (-15,6%).
Positivo (+8,0%) il saldo del mese di settembre relativamente ai passeggeri grazie al rialzo del +32,8% dei crocieristi, con un totale di 144mila passeggeri, che ha più che compensato la lieve riduzione del -0,9% del numero dei passeggeri dei traghetti che è stato di 299mila unità.
Ad ottobre 2018 il traffico merci complessivo è stato di 4,46 milioni di tonnellate rispetto a 4,72 milioni di tonnellate nello stesso mese del 2017. I carichi containerizzati sono calati del -6,2% a 2,09 milioni di tonnellate, con un movimentazione di container che è stata pari a 211.723 teu (-6,5%), di cui 124.774 teu movimentati al terminal di PSA Voltri-Prà (-14,1%), 31.580 teu al terminal GPT (-0,2%), 26.105 teu al SECH (+11,6%) e 21.941 teu al terminal Messina (+37,9%). In decisa ripresa le merci convenzionali con 911mila teu (+8,5%). In diminuzione, invece, le rinfuse, con 100mila tonnellate di rinfuse solide movimentate nel comparto commerciale (-18,8%) e 196mila in quello industriale (-20,2%), con 1,01 milioni di tonnellate di oli minerali (-11,0%) e 57mila tonnellate di altre rinfuse liquide (-4,4%), di cui 47mila tonnellate di prodotti chimici (+33,6%) e 10mila tonnellate di oli vegetali e vino (-58,7%). In lieve flessione (-0,5%) le forniture di combustibili e di provviste di bordo che sono state pari a 94mila tonnellate.
Lo scorso ottobre i passeggeri sono diminuiti del -4,7%, con un aumento del +3,1% dei crocieristi, saliti a 135mila unità, controbilanciato da una riduzione del -13,3% dei passeggeri dei traghetti scesi a 103mila unità.
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