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Conte, l'intesa con la Cina è in linea con gli interessi dell'Italia, delle sue esportazioni e dei suoi porti
I nostri scali commerciali - ha sottolineato il presidente del Consiglio - non saranno bypassati dai nuovi traffici
19 marzo 2019
Il memorandum of understanding sulla Nuova Via della Seta che il governo italiano sottoscriverà con quello cinese è in linea con gli interessi nazionali dell'Italia, delle sue esportazioni e dei suoi scali portuali. Lo ha sottolineato oggi alla Camera dei deputati il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, intervenendo in aula in vista del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì prossimi, con la cena di lavoro della prima giornata che riguarderà appunto i rapporti tra l'Unione Europea e la Cina in previsione del vertice UE-Cina in programma per il 9 aprile.
Ricordando che il vertice Unione Europea - Cina a Bruxelles avverrà a poco più di due settimane dalla conclusione della visita di Stato del presidente Xi Jinping in Italia, Conte ha anticipato che agli omologhi europei giovedì ribadirà «la piena coincidenza tra la visione italiana del rapporto con la Cina e la strategia seguita dall'Unione Europea che - ha precisato - sarà persino rafforzata dall'approccio italiano».
Il premier italiano ha specificato che il memorandum che il governo firmerà con Pechino sull'iniziativa Belt and Road «non è un accordo internazionale, non crea vincoli giuridici; se proprio volessimo definirlo, se lo dovessi definire da un punto di vista tecnico - ha chiarito - lo definirei, più correttamente, un'intesa programmatica che, ribadisco, pur non dando luogo a impegni giuridicamente vincolanti, delinea obiettivi, principi, modalità di collaborazione nell'ambito dell'iniziativa Belt and Road che, come sapete, è un grande progetto di connettività infrastrutturale euroasiatica che, sin dal suo lancio, nel 2013, ha attirato l'interesse dell'Italia».
«La nostra attenzione economico-commerciale nei confronti di questa infrastruttura e della Cina - ha proseguito Conte rivolgendosi all'assemblea di Palazzo Montecitorio - è pienamente legittima ed è giustificata proprio alla luce dei nostri interessi nazionali. Per questa via - ha sottolineato il presidente del Consiglio - potremo potenziare il nostro export verso un mercato di dimensioni enormi; le nostre imprese avranno la chance di essere direttamente partecipi della realizzazione di nuovi e importanti investimenti infrastrutturali, la nostra penisola, segnatamente i nostri porti, i nostri scali commerciali, non saranno bypassati dai nuovi traffici, ma potranno anch'essi godere, a pieno titolo, dei vantaggi economici e valorizzare la loro posizione geografica di terminali naturali di questa nuova Via della seta».
«Attenzione - ha evidenziato ancora Conte - il perimetro del memorandum of understanding sulla Belt and Road è squisitamente economico-commerciale, non mette minimamente in discussione la nostra collocazione euro-atlantica. Il suo contenuto, negoziato per lunghi mesi con Pechino, coinvolgendo tutte le amministrazioni interessate, non presenta alcun rischio per i nostri interessi nazionali ed è pienamente in linea con la strategia dell'Unione Europea, promuovendola, anzi, come nessun Paese membro ha fatto sinora nel suo dialogo con Pechino. Il memorandum, infatti, imposta con estrema chiarezza la collaborazione sulla Belt and Road, in raccordo con i principi dell'Agenda 2030, l'Agenda 2020 di cooperazione Unione Europea-Cina e la strategia dell'Unione Europea per la connettività euroasiatica, che sono capisaldi dell'approccio dell'Unione Europea verso la Cina. Esso, il memorandum, promuove, inoltre, con forza i principi condivisi in ambito europeo di mutuo vantaggio, reciprocità, trasparenza, sostenibilità, tutela della proprietà intellettuale, sino a creare un vero e proprio level playing field. Posso rivendicare, a buon titolo, che il nostro approccio alla Belt and Road è tra i più lungimiranti ed efficaci che siano stati mai applicati in ambito europeo».
«C'è un altro aspetto che vi invito a considerare - ha proseguito Conte - altri Stati membri, pur non avendo stipulato analoghe intese con Pechino, già collaborano, molto più di noi, su questa iniziativa. L'Italia ha scelto un approccio trasparente, formalizzando la collaborazione con la Cina in una cornice ben definita, e, per questa via, ha preferito esplicitare con chiarezza i pilastri fondamentali di matrice europea da cui ci lasciamo ispirare. Rispetto ai memorandum of understanding firmati da altri Paesi, fuori e dentro l'Unione europea, il nostro stabilisce un raccordo molto più esplicito con le linee e le norme dell'Unione europea, e promuove con più forza i valori e gli interessi dell'Italia».
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