- Fit Cisl Sardegna denuncia un ulteriore aggravarsi della crisi che sta colpendo la comunità portuale di Cagliari, con la risoluzione del contratto di tutti i sei lavoratori portuali dipendenti della MTS Marine Technology Services Srl, addetti al monitoraggio dei container refrigerati, che ieri si sono visti recapitare la lettera di licenziamento, tagli che seguono quelli del mese scorso causati dalla messa in liquidazione della CTS Srl, con i suoi 16 dipendenti mandati a casa senza nessun preavviso.
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- «La situazione - ha sottolineato il segretario regionale della CISL Trasporti, Corrado Pani - è oramai divenuta critica. Se ripianare le perdite di esercizio di CICT (la società che gestisce il container terminal del porto di Cagliari, ndr), deciso nell'ultimo Cda, poteva rappresentare una boccata di ossigeno e ridare un po' di speranza a centinaia di lavoratrici e lavoratori, in realtà di contro assistiamo al crollo delle imprese portuali indirette, che operavano all'interno del terminal container. Vederle chiudere una dietro l'altra con la preoccupazione e l'angoscia dei lavoratori e delle loro famiglie senza più un lavoro è imbarazzante se pensiamo che il tutto sta avvenendo nel più totale silenzio e indifferenza della politica sarda e nazionale».
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- «Non c'è - ha aggiunto Pani - più tempo da perdere. Basta riempirsi la bocca con la crisi del porto canale oramai chiara a tutti, servono i fatti. Chiediamo, anzi pretendiamo che venga convocato urgentemente il tavolo presso il MIT alla presenza dei sindacati di categoria e confederali cosi come ci ha promesso sabato scorso il ministro dello Sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio durante l'incontro avvenuto con Fit, Filt e Uilt nell'aula consiliare del comune di Assemini. Servono provvedimenti urgenti affinché tutti i lavoratori coinvolti riescano a restare dentro il sistema porto impedendo cosi ulteriori licenziamenti ma, al contempo, Regione Sardegna, Autorità di Sistema Portuale e ministeri competenti devono pensare subito a tutti quegli interventi necessari per il rilancio del terminal container. Urge sottoscrivere un protocollo d'intesa Stato-Regione nel quale ci si impegni a riportare il traffico container grazie ad una fiscalità di vantaggio appetibile alle grandi compagnie navali. Far partire ZES e Zona Franca e al contempo garantire l'arrivo di nuove gru che potranno lavorare le navi di ultima generazione. I portuali vogliono vivere di lavoro e non di ammortizzatori sociali».
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