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Uno studio di Transport & Environment denuncia che le navi da crociera emettono più SOX, ma molto di più, rispetto alle auto
Elevate anche le emissioni di NOX
5 giugno 2019
Nel 2017 le 47 navi da crociera che il gruppo americano Carnival Corporation ha impiegato in Europa, mercato di cui il gruppo statunitense detiene la leadership, hanno prodotto emissioni di ossidi di azoto nelle zone economiche esclusive europee (ZEE) superiori di dieci volte rispetto a quelle prodotte dagli oltre 260 milioni di automobili private che nell'anno sono circolate sulle strade europee. Lo sottolinea un nuovo studio sulle emissioni delle navi da crociera in Europa che è stato realizzato dall'organizzazione non governativa Transport & Environment (T&E) e che specifica come nello stesso anno le navi utilizzate in Europa dal secondo principale operatore crocieristico del mercato, l'americana Royal Caribbean Cruises, abbiano prodotto emissioni solforose pari a quattro volte quelle generate dalle auto.
Il rapporto evidenzia che le emissioni di SOX formano generano solfati che contribuiscono ad aumentare i rischi per la salute umana e che contribuiscono anche all'acidificazione degli ambienti terrestri e acquatici.
Questa tipologia di inquinamento interessa in misura maggiore le nazioni del Mediterraneo in quanto interessate da più consistenti flussi turistici, ma anche - precisa il report - perché queste nazioni hanno standard meno rigorosi sul tenore di zolfo nei combustibili marini. In particolare, spiega il rapporto, in termini assoluti Spagna, Italia e Grecia, seguite da vicino da Francia e Norvegia, sono i Paesi europei più esposti all'inquinamento atmosferico prodotto dalle navi da crociera e Barcellona, Palma di Maiorca e Venezia sono le città portuali europee più colpite da questo fenomeno, seguite da Civitavecchia e Southampton.
Lo studio esamina anche le emissioni di NOX prodotte dalle navi da crociera in Europa sottolineando che rappresentano circa il 15% del totale delle emissioni di ossidi di azoto generate in un anno da tutte le auto private in Europa. Il documento prende ad esempio la città di Marsiglia dove nel 2017 sono approdate 57 navi da crociera che hanno prodotto NOX pari a quello generato da un quarto delle 340mila auto private della città, mentre lungo le coste di altre nazioni come la Norvegia, la Danimarca, la Grecia, la Croazia e Malta poche navi da crociera sono responsabili di quantitativi di emissioni di ossidi di azoto superiori a quelli generati dalle intere flotte di auto delle località in cui approdano.
«Le lussuose navi da crociera - ha commentato Faig Abbasov, responsabile di T&E per le politiche per lo shipping - sono città galleggianti alimentate da alcuni dei combustibili più sporchi in circolazione. Le città stanno giustamente vietando le auto diesel inquinanti, ma danno via libera a compagnie crocieristiche che emettono fumi tossici che provocano danni incalcolabili sia a coloro che sono a bordo delle navi che a coloro che stanno sulla costa».
Lo studio formula anche alcune raccomandazioni. Innanzitutto l'Europa dovrebbe quanto prima implementare standard per porti ad emissioni zero, non limitati alle navi da crociera ma estesi anche ad altre tipologie di navi. Inoltre le aree per il controllo delle emissioni (ECA), che attualmente sono limitate al Mare del Nord, al Mar Baltico e al Canale della Manica, dovrebbero essere ampliate al resto dei mari europei. Il rapporto raccomanda anche di stabilire norme per le emissioni di NOX delle navi in servizio, che attualmente non devono sottostare a standard per questo tipo di emissioni nelle aree di controllo delle emissioni.
Abbasov ha affermato che oggigiorno «ci sono sufficienti tecnologie già consolidate che consentono di ripulire le navi da crociera. L'elettricità fornita da terra - ha specificato - può contribuire a ridurre le emissioni generate nei porti, le batterie costituiscono una soluzione per le distanze più brevi e le tecnologie dell'idrogeno possono alimentare anche le più grandi navi da crociera». A proposito della fornitura di energia elettrica dalle rete di terra alle navi ormeggiate nei porti, il rapporto - al fine di creare parità di condizioni tra questo tipo di energia e i combustibili fossili utilizzati a bordo delle navi - raccomanda l'Unione Europea di esentare per un periodo transitorio l'elettricità fornita in banchina dalla tassazione sull'elettricità, oppure di imporre un'imposta equivalente a quella dei combustibili fossili usati a bordo.
Abbasov ha concluso lanciando una decisa accusa nei confronti dell'industria crocieristica: «a quanto pare - ha sostenuto - il settore delle crociere non è disposto a compiere volontariamente un cambiamento, quindi - ha esortato Abbasov - abbiamo bisogno che i governi intervengano e impongano standard ad emissioni zero».
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