- A causa dell'emergenza coronavirus, in Italia un camion su quattro è inattivo. Lo ha sottolineato Trasportounito evidenziando che l'autotrasporto italiano rischia un fermo tecnico profilando un blocco nella mobilità delle merci da e per tutte le destinazioni del Paese. Il 25% della flotta italiana di mezzi pesanti è ferma - ha spiegato l'associazione sindacale di categoria - perché molti conducenti si rifiutano di eseguire i servizi sia per timore dei contagi sia per la scarsa disponibilità dei necessari servizi di base per i conducenti, come il divieto di accesso agli autotrasportatori a servizi igienici e centri di ristorazione. Inoltre porti e centri di carico/scarico sono ormai inaccessibili, con i mezzi costretti a sostare per ore e quindi a subire condizioni economiche insostenibili. A ciò si aggiunge il fatto che i transiti ai confini (Austria, Slovenia) si sono trasformati in incubi e che in molti casi i mezzi sono fermi con merce a bordo perché ai camion non è stato consentito lo scarico a causa di scioperi improvvisi o per mancanza di dispositivi di protezione. Inoltre - ha specificato Trasportounito - le revisioni ai mezzi pesanti sono state annullate e rinviate, e quindi migliaia di mezzi sono fuori gioco.
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- Il risultato - ha spiegato Trasportounito - è un impennata della tensione e dello stress all'interno del mondo dell'autotrasporto, con un numero crescente di operatori e aziende che si stanno preparando a sospendere a tempo indeterminato l'attività. «Di qui - ha affermato il segretario generale dell'associazione, Maurizio Longo - il rischio di un fermo tecnico che bloccherebbe l'intera catena logistica e distributiva del Paese, non certo per colpa o responsabilità dell'autotrasporto».
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- Intanto il presidente di FAI-Conftrasporto, Paolo Uggè, ha scritto alla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, e al capo dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, rinnovando la richiesta di garantire un approvvigionamento di mascherine per il settore dell'autotrasporto e della logistica. «In considerazione dell'evoluzione dell'epidemia di COVID-19, al fine di consentire la piena e duratura continuità operativa dei servizi di trasporto e di logistica - ha osservato Uggè - sempre più indispensabile è poter disporre dei dispositivi di protezione individuale, mascherine su tutto, ad oggi divenute introvabili. In tal senso, al fine di poter dare un contributo diretto e fattivo - ha scritto Uggè - confermiamo la nostra disponibilità a offrire la nostra rete territoriale associativa con sedi a livello provinciale, come rete distributiva delle medesime mascherine e aggiungiamo che saremmo anche disponibili a sostenere il costo per una fornitura consistente delle medesime mascherine.
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- Anche il presidente di UNATRAS (Unione Nazionale delle Associazioni dell'Autotrasporto Merci), Amedeo Genedani, ha scritto al governo segnalando le criticità per l'attività degli autotrasportatori in questo momento di emergenza. Nella lettera al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e alla ministra De Micheli, Genedani ha spiegato che «gli imprenditori dell'autotrasporto e soprattutto gli autisti si trovano a dover gestire quotidianamente una sorta di “ostracismo” da parte dei diversi operatori con cui debbono necessariamente interagire per poter operare, in particolare nelle fasi di carico e scarico delle merci. Mentre da una parte è comprensibile la cautela delle imprese nostre committenti che vogliono tutelare i propri dipendenti limitando ogni contatto fisico, dall'altra è assolutamente insopportabile per i nostri autisti essere trattati come, le assicuro, “animali untori”, senza poter neanche usufruire in molti casi dei servizi igienici, pur nel pieno rispetto delle cautele igienico sanitarie del caso. Al fine di superare tali inaccettabili comportamenti e tutelare il lavoro e la dignità degli autisti in particolare - ha scritto il presidente di UNATRAS - le chiederemmo di assumere il ruolo di “sensibilizzatore” forse al di fuori del consueto, ma riteniamo certamente fondamentale a rasserenare il clima e coerente con l'obiettivo di superare insieme l'emergenza. Le chiederemmo quindi di fare un appello pubblico per sensibilizzare le imprese committenti affinché adottino comportamenti adeguati verso gli autisti ed in concreto si adoperino per individuare misure e procedure interne aziendali che contemplino i nostri autisti ai fini igienico sanitari».
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