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Anche dagli armatori nordeuropei giunge un grido d'allarme per il drammatico impatto della crisi sul settore
Richiesto il sostegno immediato dei governi, in particolare per le compagnie di traghetti
30 marzo 2020
In Europa non sono solo le associazioni armatoriali delle nazioni meridionali del continente a lanciare un disperato grido d'allarme per il rovinoso impatto che le misure adottate per contenere la diffusione del virus Covid-19 sta avendo sulle compagnie di navigazione, in particolare su quelle che trasportano passeggeri, ma anche sui vettori che trasportano merci sia per la riduzione dei volumi di carichi trasportati, in particolare di rotabili, sia per le difficoltà nel gestire il ricambio degli equipaggi e le operazioni di sbarco e imbarco delle merci nei porti.
In questi giorni anche le rappresentanze degli armatori nordeuropei hanno segnalato con forza l'insostenibile urto del drastico calo dell'attività sui loro associati, principalmente tra quelli che operano servizi traghetto per le isole del Mare del Nord e del Mar Baltico e che operano attività crocieristiche. «In Germania - ha spiegato il presidente dell'associazione degli armatori tedeschi VDR, Alfred Hartmann - dopo gli anni della crisi finanziaria e dopo la sua ristrutturazione, a volte dolorosa, il settore del trasporto marittimo, almeno la gran parte, aveva guardato positivamente al futuro. Ora ci sono nuove e importanti battute d'arresto per le compagnie associate». Precisando che è ancora troppo presto per formulare accurate previsioni economiche, dato che la situazione continua a cambiare quasi quotidianamente, Hartmann ha precisato che, «tuttavia, si può già prevedere che per alcune compagnie di navigazione il rimborso dei prestiti navali risulterà problematico. Comprendiamo - ha precisato il presidente della Verband Deutscher Reeder - che al momento le stesse banche non possano differire questi pagamenti senza incorrere in qualche difficoltà. Pertanto - ha evidenziato Hartmann - sarebbe molto importante trovare rapidamente un meccanismo, come ad esempio l'istituto di credito per la ricostruzione KfW (l'istituto creato nel dopoguerra per gestire i fondi del Piano Marshall, ndr), in modo che questi possano essere assorbiti o coperti».
Hartmann ha sottolineato la particolare difficoltà in cui si trovano le compagnie di traghetti che - ha ricordato - hanno molto personale e che ora devono far fronte al totale blocco della propria attività. «Alcune di queste compagnie di navigazione, che per lo più sono di piccole e medie dimensioni - ha specificato il presidente della VDR - nelle prossime settimane dovranno affrontare seri problemi di liquidità, anche se in passato hanno operato in modo molto prudente». Hartmann ha evidenziato anche l'estrema difficoltà fronteggiata dalle compagnie crocieristiche: precisando che è ancora troppo presto per fare previsioni affidabili dato che la situazione è troppo volatile, ha avvertito che «tuttavia si teme che la portata dell'impatto possa rivelarsi seria per ogni compagnia crocieristica, nonostante i buoni affari realizzati negli ultimi anni».
Anche la Norwegian Shipowners' Association (NSA) ha denunciato la gravità della crisi, nel corso della quale - ha sottolineato il direttore generale dell'associazione armatoriale norvegese, Harald Solber - «facciamo tutto il possibile per far sì che i nostri associati continuino ad operare in questa situazione estremamente difficile». Solber ha confermato la particolare serietà della crisi che ha colpito le compagnie di navigazione impegnate nel trasporto di passeggeri, che ha visto il fermo totale delle navi, ha dovuto tagliare cinquemila posti di lavoro e ha visto le entrate svanire dal giorno alla notte. Il direttore generale della NSA ha quindi definito «incomprensibile» il motivo per cui dalle misure di sostegno annunciate nei giorni scorsi dal governo di Oslo per il settore del trasporto marittimo siano state lasciate fuori le compagnie di navigazione che effettuano servizi internazionali e, in particolare, tra queste, quelle che trasportano passeggeri. La Norwegian Shipowners' Association ha quindi chiesto al governo di introdurre altre misure che assicurino la possibilità per le compagnie armatoriali di avere liquidità sufficiente per affrontare e superare la crisi.
Anche la Swedish Shipowners' Association (SSA) ha esortato il proprio governo a varare misure di sostegno al trasporto marittimo, settore - ha ricordato il vice presidente dell'associazione armatoriale svedese, Anders Hermansson - che attualmente mantiene in attività la vitale rete di trasporto necessaria per portare alla comunità prodotti essenziali, sostegno senza il quale - ha specificato - non sarà in grado di continuare a farlo. Così come le altre associazioni del settore, la SSA ha invitato il governo a prevedere garanzie pubbliche sui prestiti per assicurare la liquidità delle compagnie di navigazione, a ridurre il costo della manodopera e ad introdurre altre misure urgenti per evitare il collasso del settore.
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