- La pandemia di Covid-19 e le misure di limitazione alla mobilità adottate ormai a livello globale per contenere il contagio mostrano con sempre maggiore evidenza il loro impatto negativo sui traffici marittimi, in particolare su quelli containerizzati, con un corrispondente effetto sull'attività dei porti. Non fanno certo eccezione i porti italiani, che stanno registrando una drastica riduzione del traffico marittimo e un conseguente devastante impatto sul livello di merci movimentate.
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- Se lo scorso febbraio, quando ancora in Europa non si avvertiva appieno il rischio di una prossima emergenza sanitaria e quando ormai le portacontainer in partenza e in arrivo dall'Estremo Oriente e dalla Cina, focolaio primario del contagio, erano già in navigazione, le partenze previste dai porti italiani di navi impiegate in servizi di linea risultavano essere 270, con un incremento del +18% rispetto a 228 a febbraio 2019, già nel marzo 2020, quando ad inizio mese in Italia sono state adottate a livello nazionale le prime misure di restrizione alla mobilità e alle attività economiche e sociali, le navi previste in partenza dai porti italiani risultavano essere 395, con un calo del -10% sul marzo 2019.
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- La crisi si è notevolmente aggravata ad aprile ed è stata affrontata dal governo italiano con un'ulteriore accentuazione delle restrizioni. Nel contempo le principali alleanze armatoriali mondiali del settore dei container stavano già implementando iniziative di riduzione dei servizi e della capacità di trasporto offerta. Ad aprile 2020, quindi, l'impatto sul traffico marittimo containerizzato nei porti italiani è risultato ancor più evidente con 269 partenze di servizi di linea previste e una diminuzione del -21% sull'aprile 2019.
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- Anche se in Italia da diversi giorni il livello di gravità della crisi sanitaria è lievemente calato, le restrizioni introdotte dal governo resteranno tuttavia in vigore almeno sino all'inizio di maggio. Anche le compagnie di navigazione containerizzate non hanno ancora programmato alcun aumento di capacità, anzi, al contrario hanno annunciato nuove cancellazioni di partenze per fronteggiare il drastico calo della domanda.
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- A maggio 2020 si prevede infatti un'ulteriore notevole contrazione del volume di traffici marittimi containerizzati e una conferma giunge dalle partenze di servizi di linea previste nel mese dai porti italiani: sono state pianificate le partenze di sole 129 navi da tutti gli scali portuali nazionali, con un drastico crollo del -65% rispetto alle navi salpate dai porti italiani nel maggio 2019.
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- Relativamente ai principali porti italiani per traffico containerizzato, se lo scorso febbraio a Genova era stato segnato un incremento del +59% delle partenze previste di servizi di linea rispetto a febbraio 2019, il mese successivo si è passati ad una flessione del -16% per giungere ad aprile 2020, con 88 partenze previste, ad una riduzione del -10% e quindi ad una diminuzione del -54% delle partenze previste per il mese di maggio, pari quest'anno a 56 rispetto a 122 a maggio 2019.
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- Anche il porto di Gioia Tauro, e proprio in una fase di rilancio dello scalo calabrese dovuta all'assunzione diretta da parte del gruppo armatoriale MSC della gestione delle attività terminalistiche in porto, sta accusando il pesante impatto della crisi. Se lo scorso febbraio le partenze previste risultavano superiori del +61% rispetto al febbraio 2019, a marzo 2020 si è passati ad un -13% e ad aprile 2020 ad un -20%, mentre per il prossimo mese di maggio il rischio è di approssimarsi ad un azzeramento dell'attività.
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- Sconfortante anche lo scenario per il porto di La Spezia. Ad un +61% delle partenze previste a febbraio 2020, lo scalo ligure ha dovuto accusare un calo del -23% nel mese seguente e del -16% ad aprile, mentre per il prossimo maggio si prospetta un crollo del -58% delle partenze di servizi di linea.
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- A Livorno le 40 partenze previste a febbraio 2020 hanno rappresentato un incremento del +18% sullo stesso mese dello scorso anno, crescita a cui è seguita nel mese successivo una contrazione del -18% e un nuovo aumento del +8% a marzo 2020. Per il prossimo mese allo scalo portuale labronico sono previsti le toccate di 14 servizi di linea containerizzati pari ad una flessione del -59%.
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- A febbraio 2020 le partenze previste dal porto di Trieste risultavano superiori del +29% rispetto a febbraio 2019 e pure in aumento (+33%) risultavano il mese successivo, mentre ad aprile 2020 è prevista una riduzione del -52% e per il prossimo mese è attesa una contrazione del -45%.
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- Se il porto di Venezia ha sinora retto meglio alla crisi, con un +67% registrato a febbraio 2020 seguito da un +100% nel mese successivo e un +9% nel mese corrente, tuttavia a maggio 2020 per il porto lagunare si prospetta un drastico calo del -93% delle partenze previste di servizi di linea.
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- Analoghi gli scenari per i porti campani di Napoli e Salerno. Per il primo scalo le variazioni percentuali relative ai mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio di quest'anno risultano rispettivamente del +42%, -6%, +38% e -83%, mentre per il porto di Salerno sono del -5%, +188%, +20% e -41%.
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- Complessivamente le partenze previste di servizi di linea nei porti italiani nel trimestre marzo-maggio di quest'anno risultano essere 793, con una diminuzione del -31% rispetto a 1.148 nel corrispondente trimestre del 2019. Alla riduzione ha contribuito, anche se in misura limitata, l'azzeramento del traffico containerizzato verificatosi quest'anno nel porto di Cagliari, dove nel periodo marzo-maggio del 2019 si erano verificate 33 toccate di servizi marittimi containerizzati.
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