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Per sostenere la cantieristica europea la tedesca VSM propone un programma di finanziamenti UE per l'istituzione di una flotta europea “green”
Secondo il presidente Lüken, nell'attuale situazione di mercato è necessario sostenere i piani di investimento del settore armatoriale
11 settembre 2020
I cantieri navali tedeschi ed europei devono essere ulteriormente sostenuti dal governo di Berlino e dall'Unione Europea per evitare che le misure già assunte per aiutare il settore a reggere al forte impatto negativo causato dagli effetti della pandemia di Covid-19 abbiano l'esito di assicurare solo temporaneamente la sopravvivenza delle aziende navalmeccaniche ma non il loro futuro a medio e lungo termine. Questo, in sintesi, l'avvertimento lanciato da Reinhard Lüken, presidente della Verband für Schiffbau und Meerestechnik e.V (VSM), l'associazione dei cantieri navali tedeschi, nel suo editoriale contenuto nell'ultimo numero della rivista semestrale dell'organizzazione navalmeccanica germanica.
Sottolineando che questa crisi sanitaria, che è la prima vera pandemia diffusasi nel mondo globalizzato e di cui nessuno avrebbe potuto prevedere la portata e i differenti esiti dei suoi effetti, non risparmierà né governi né aziende, Lüken ha rilevato che intere industrie che ieri erano ancora in perfetta salute ora devono procedere ad una profonda ristrutturazione se vogliono avere un futuro. Relativamente all'industria della costruzione navale, Lüken ha specificato che la crisi provocata dall'emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto negativo sul settore e non solo limitatamente al segmento delle navi da crociera: «quasi tutti i segmenti del mercato commerciale - ha specificato - sono caratterizzati da una domanda estremamente debole», mentre il solo comparto delle navi militari e governative continua a rappresentare una base affidabile per garantire l'attività produttiva.
Lüken si è soffermato anche sul differente impatto che la crisi ha avuto e sta avendo sui cantieri navali europei e su quelli asiatici, con i primi che prima dell'emergenza sanitaria avevano generalmente portafogli ordini gonfi che assicuravano prolungati periodi di attività, mentre in Asia l'anno scorso un certo numero di cantieri era costretto all'inattività. Ricordando che in linea generale i cantieri navali europei costruiscono navi più complesse rispetto a quelli asiatici, Lüken ha rilevato che ciò può paradossalmente rappresentare un problema: «in Germania - ha spiegato - il nostro portafoglio di produzione di complesse navi specializzate richiede anche tempi di consegna notevolmente più lunghi. Un cantiere navale - ha osservato il presidente di VSM - può iniziare domani a costruire la centesima nave fatta in serie, mentre la stesura dei piani di costruzione di un prototipo complesso richiede spesso ben più di un anno. Questo - ha sottolineato Lüken - è anche il motivo per cui dobbiamo avere fretta di trovare soluzioni per affrontare il calo della domanda. Tutti gli esperti concordano sul fatto che la domanda si riprenderà, ma sino ad allora questo momento difficile richiederà molto da noi».
Il presidente di VSM ha ricordato che in Germania il valore annuo della produzione di navi oceaniche commerciali ammonta a più di tre miliardi di euro, valore che si raddoppia se sommato a quello della produzione di imbarcazioni per la navigazione interna e al valore delle attività di riparazione e trasformazione navale. Lüken ha specificato che in assenza di una domanda di cantieristica commerciale queste cifre non possono essere mantenute così come i posti di lavoro di 200mila specialisti del settore ben formati.
Per far sì che questo patrimonio non vada disperso, Lüken ha chiesto intanto che, affinché il piano di stimolo all'economia adottato dal governo federale tedesco abbia effetto nel breve termine, vengano rafforzati gli strumenti di finanziamento già esistenti, ma anche che vengano adottati tassi di finanziamento assai meno gravosi. Rilevando inoltre che se è giusto che i programmi di finanziamento siano generalmente rivolti alla costruzione di navi più pulite e innovative, Lüken ha specificato che ciò può comportare difficoltà di investimento da parte del settore armatoriale, in particolare nell'attuale situazione di mercato. A tal proposito Lüken ha suggerito l'avvio di un'iniziativa su scala europea che, dotata di finanziamenti sufficienti, abbia l'obiettivo di istituire una flotta europea costituita da navi “green” per il traffico marittimo interno all'UE.
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