- Venezia Port Community, l'organismo che coinvolge associazioni, imprese ed enti interessati alla promozione della portualità veneziana, sollecita la rapida nomina del nuovo presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale e auspica che chi sarà chiamato alla guida dell'ente che gestisce i porti di Venezia e Chioggia sia espressione del territorio.
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- «Abbiamo bisogno - ha spiegato Alessandro Santi, coordinatore della Venezia Port Community - di un'Autorità di Sistema Portuale nei pieni poteri ed efficiente e quindi è indispensabile che si proceda in tempi brevissimi alla nomina del nuovo presidente e che la nomina sia espressione del territorio con conoscenze e professionalità specifiche sulla portualità e sulla città di Venezia; così da poter coordinare da subito le tante scelte urgenti, fra le quali anche la definizione delle concessioni per i terminal, vera linfa imprenditoriale del porto, e la questione del lavoro portuale».
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- Riferendosi alla quantità di merci movimentata dal porto di Venezia nei primi nove mesi di quest'anno ( del 23 ottobre 2020), Santi ha sottolineato che si tratta di «una diminuzione di traffici commerciali contenuta nell'11%, collocandosi fra i porti italiani come il più resiliente, a conferma ulteriore del ruolo strategico e potenzialmente leader grazie al territorio produttivo alle spalle e all'unicità della città storica stessa. Ma ora - ha osservato - non va allentata la presa».
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- Circa il traffico delle crociere, la Venezia Port Community ha ricordato che per questo settore è stato tracciato un percorso già dall'ultimo Comitatone, ed è stato confermato anche dalla ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti in occasione della recente visita a Venezia, percorso che dovrà garantire continuità per un traffico fondamentale della città raggiungendo obiettivi di sostenibilità ambientale in un periodo futuro di ripartenza lenta e responsabile.
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- «Dobbiamo - ha concluso Santi - fornire certezze agli armatori e ai tantissimi clienti del nostro porto: troppe incertezze e indecisioni sul futuro non hanno aiutato, ma ora la rotta è tracciata verso un futuro di efficienza e innovazione. Il nostro porto può diventare la realizzazione concreta di un sistema virtuoso di investimenti, magari utilizzando in parte il recovery fund, mirato a salvaguardare l'economia e l'ambiente della laguna veneta, di Venezia e Chioggia, patrimonio mondiale ma soprattutto vita per migliaia di lavoratori del porto, della pesca e del turismo».
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