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Le associazioni degli armatori greci e svedesi e T&E esortano a definire un sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'UE specifico per lo shipping
Auspicata la creazione di fondo per assicurare la stabilità dei prezzi, ridurre l'incertezza per le aziende e limitare gli oneri finanziari e amministrativi a carico delle PMI
13 aprile 2021
La Union of Greek Shipowners (UGS) e la Swedish Shipowners' Association (Svensk Sjöfart), associazioni che rappresentano gli armatori greci e svedesi, e l'organizzazione non governativa Transport & Environment (T&E) in una lettera inviata alla Commissione Europea l'hanno invitata ad adottare una soluzione del sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'Unione Europea (ETS UE) adattata specificamente al settore del trasporto marittimo internazionale.
In particolare, UGS, Svensk Sjöfart e T&E hanno esortato la Commissione UE a prevedere l'istituzione di un fondo dedicato allo shipping al fine di assicurare la stabilità dei prezzi, di ridurre l'incertezza per le aziende e per limitare gli oneri finanziari e amministrativi a carico delle migliaia di piccole e medie imprese che - hanno spiegato nella lettera - costituiscono la spina dorsale dell'industria marittima. Le tre organizzazioni hanno precisato che tale “Ocean Fund” potrebbe essere utilizzato per finanziare anche le attività di ricerca e sviluppo per la creazione di nuovi combustibili navali verdi, senza i quali - hanno sottolineato - la decarbonizzazione dello shipping sarà impossibile.
Inoltre UGS, Svensk Sjöfart e T&E hanno chiesto alla Commissione Europea di applicare il principio “chi inquina paga” e di designare gli operatori commerciali, cioè la parte che paga per ottenere i combustibili e che controlla l'impronta di carbonio delle navi, quali responsabili nell'ambito della prossima adozione di misure basate sul mercato. «Nel settore del trasporto marittimo - hanno chiarito nella lettera - le emissioni di carbonio sono notevolmente influenzate dai parametri tecnici e operativi delle navi. Anche la nave tecnicamente più efficiente può essere utilizzata in modo inefficiente, con un conseguente elevato inquinamento da carbonio. I parametri operativi sono sempre fissati dagli operatori commerciali, cioè l'entità che determina l'itinerario delle navi, la velocità, il carico trasportato e che acquista il combustibile. Pertanto l'ETS marittimo dovrebbe assicurare che anche gli operatori commerciali delle navi siano responsabili degli oneri dell'inquinamento da carbonio al fine di incentivarli a far funzionare le navi nel modo più efficiente dal punto di vista ambientale».
UGS, Svensk Sjöfart e T&E hanno invitato anche la Commissione Europea a prevedere che le misure previste non siano limitate al solo trasporto marittimo nell'ambito dell'UE in quanto, dato che molte compagnie operano esclusivamente o principalmente servizi di trasporto marittimo oceanici oppure a corto raggio, tale limitazione caricherebbe ingiustamente la maggior parte degli oneri sui soli operatori di trasporto marittimo a corto raggio e ridurrebbe l'efficacia ambientale delle misure.
Infine le tre organizzazioni hanno chiesto a Bruxelles di non assegnare quote gratuite in quanto - hanno spiegato - a causa delle differenti caratteristiche dei vari segmenti dell'industria dello shipping, tali quote potrebbero causare distorsioni della concorrenza e inutili complessità. «Inoltre - hanno evidenziato UGS, Svensk Sjöfart e T&E - sussiste il grande rischio che le compagnie più grandi, più ricche e che emettono più emissioni accumulino tutte le quote gratuite e che siano le sole compagnie più piccole a dover sostenere gli oneri».
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