- Nel porto di Ancona sono stati portati a termine i lavori avviati nel 2016 per la ristrutturazione e l'ammodernamento della banchina 22, realizzati con un investimento di nove milioni di euro e attuati per potenziare l'infrastruttura costruita fra gli anni '30 e '40 rendendola adatta alle nuove modalità di lavoro e di traffico commerciale dello scalo. La banchina è lunga 194 metri, con una superficie di circa 3.900 metri quadri ai quali si aggiungono 9.100 metri quadri del piazzale retrostante per una superficie complessiva di circa 13mila metri quadri.
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- «La nuova banchina nel porto di Ancona - ha sottolineato il segretario generale dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale, Matteo Paroli, in occasione della presentazione odierna dei lavori - è chiaramente un'opportunità per la crescita di questo scalo, per catturare nuovi traffici commerciali e potenziare il lavoro di tutto il sistema portuale dorico. Il nostro impegno è dedicato completamente, come struttura AdSP, a realizzare percorsi efficienti per il miglioramento delle infrastrutture portuali anche sulla base delle esigenze attuali di coloro che vi operano ogni giorno».
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- Il presidente l'AdSP, Rodolfo Giampieri, ha rimarcato che, con la rinascita della banchina 22, per la prima volta il porto di Ancona ha a disposizione quattro banchine operative per la movimentazione di container e merci varie.
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- L'ammiraglio Enrico Moretti, direttore marittimo delle Marche e comandante del porto di Ancona, ha evidenziato che quella odierna è una giornata importante «perché - ha spiegato - recupera una banchina inutilizzata da diverso tempo dopo il cedimento del 2016 e ora, dopo lavori di rinforzo tecnicamente molto complessi, in grado di ricevere navi di lunghezza di circa 200 metri e di sopportare il peso delle più moderne gru. Questa nuova possibilità di ormeggio, con i 13mila metri quadrati di spazio a disposizione, consentirà non solo una maggiore flessibilità negli accosti ma anche la possibilità che su Ancona si attestino nuove linee di traffico merci, sia containerizzate che alla rinfusa, e ciò nell'interesse del porto, della città e della regione: in una parola, dell'economia».
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