- Uniport, l'associazione che rappresenta tutte le imprese che operano in ambito portuale, riferendosi alle annunciate proteste anche nei porti per l'introduzione da domani dell'obbligatorietà del green pass per l'accesso ai luoghi di lavoro, si è richiamata alla responsabilità dei lavoratori del settore portuale. «Confidiamo - ha spiegato il presidente di Uniport, Federico Barbera - nel supporto delle istituzioni e nella responsabilità di tutti i lavoratori del settore portuale per evitare ingenti danni all'economia del Paese, già pesantemente provata a seguito di quasi due anni di crisi pandemica. In particolare, auspichiamo che il settore portuale affronti questa ennesima prova con la stessa responsabilità e prontezza che ha caratterizzato la gestione dei momenti di difficoltà vissuti negli ultimi 18 mesi, garantendo il normale flusso delle merci sia a livello nazionale, che internazionale».
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- Intanto allo scalo portuale di Gioia Tauro sarà la società che gestisce il container terminal del porto calabrese a farsi carico della campagna tamponi a favore di quei dipendenti portuali che non sono in possesso di green pass. Nel corso dell'odierna riunione del Comitato di igiene e sicurezza, convocato dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, a cui hanno preso parte i rappresentanti delle sigle sindacali di settore, il terminalista MCT, le aziende portuali e il medico dello Spisal, la MCT si è infatti dichiarata disponibile ad assumersene l'onere. Dalla riunione è emerso inoltre che da una recente indagine effettuata dalla società terminalista tra i lavoratori portuali è scaturito che sono solo 12 le persone ad aver dichiarato di non essere vaccinate, anche se c'è la convinzione che il reale numero potrebbe risultare superiore.
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- A conclusione dell'incontro Agostinelli si è rivolto ai rappresentati sindacali affinché continuino a sensibilizzare i lavoratori circa l'opportunità di vaccinarsi o, comunque, di rispondere positivamente alla campagna tamponi. «Credo - ha affermato - che, nel rispetto della normativa sanitaria vigente, la produttività del porto di Gioia Tauro, primo scalo di transhipment d'Italia, debba essere salvaguardata. Nel caso contrario ne risentirebbe pesantemente l'economia regionale e non solo. Troverei paradossale che i lavoratori portuali di Gioia Tauro, che hanno garantito lavoro e impegno durante il periodo durissimo del lockdown, non salvaguardassero oggi la propria salute e quella dei propri compagni di lavoro».
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