- Oggi nel porto di Trieste è deceduto un lavoratore edile intento allo smontaggio di una gru, che è stato schiacciato da un braccio del mezzo di sollevamento. I sindacati Usb, Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato uno sciopero generale del porto di Trieste a partire dalle ore 12.00 di oggi, per tutta la giornata. «I porti - hanno denunciato Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - devono essere luoghi sicuri». Il lavoratore deceduto - hanno spiegato i tre sindacati «era impegnato in attività nell'ambito del porto di Trieste che evidentemente richiedevano una valutazione di tutti i rischi interferenti».
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- Secondo Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, «il tema della sicurezza deve prendere un maggiore protagonismo nel dibattito politico perché è necessario un cambio di passo che renda il lavoro sicuro. È proprio per queste ragioni - hanno ricordato - che ieri abbiamo chiesto ed ottenuto dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili una sede permanente di confronto per discutere anche di sicurezza nei porti e di produrre ed emanare i decreti di armonizzazione tra i decreti legislativi 271/99 e 272/99 e la legge generale sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo stillicidio delle morti sul lavoro rappresenta una battaglia di civiltà sulla quale non intendiamo abbassare la guardia».
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- In vista dell'assemblea nazionale USB dei lavoratori dei porti e della logistica, che si terrà domani dalle ore 15.00 nella sala del CRAL della Stazione Marittima di Trieste, il sindacato ha sottolineato che «il tema della sicurezza diventa ancora più centrale il giorno in cui proprio il porto di Trieste diviene lo scenario dell'ennesimo omicidio sul lavoro, con la morte di un operaio edile di 58 anni in un cantiere formalmente chiuso. USB, che sulla sicurezza aveva scioperato il 16 giugno - ha rimarcato il sindacato - ricorda la mancata applicazione dell'ordinanza Bassin, emanata dall'Autorità portuale due anni fa, dopo la morte di un guardiafuochi di 48 anni, torna a chiederne con forza la rigorosa attuazione e ricorda come non sia più tollerabile la politica del doppio binario: quando si è trattato di far ripartire l'attività dopo il lockdown, ecco che in due giorni è stata allestita un'area tamponi, mentre del presidio medico dell'area portuale, sul quale era stato concluso un accordo due anni fa, ancora non si ha notizia».
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- USB ha denunciato che «in alcuni porti d'Italia le condizioni lavorative e di sicurezza sono divenute inaccettabili, con carichi di lavoro sempre in aumento, la richiesta di un numero altissimo di straordinari ed un'aumentata flessibilità che pregiudica pesantemente anche il sistema degli avviamenti dei lavoratori, costretti ad avere l'esistenza completamente in subordine al lavoro. Il tutto perché è divenuto ormai chiaro il sistema di concorrenza spregiudicata, l'aumento del sistema degli appalti e di utilizzo del lavoro precario».
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