- Il Comitato di gestione dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale ha adottato il Piano dell'organico dei porti amministrati dall'ente. Relativamente al porto di Livorno, il documento specifica che le imprese presenti nello scalo labronico hanno un organico dichiarato al 31 ottobre scorso di 1.586 addetti, dei quali 1.384 operativi (di cui 999 addetti alle operazioni portuali, 245 addetti ai servizi portuali e 60 dell'Agenzia per il Lavoro in Porto) e 202 amministrativi. Rispetto al 2019, anno di pubblicazione del primo Piano, lo scalo portuale livornese ha perso 44 amministrativi e 66 operativi, ma ha sostanzialmente mantenuto un buon livello di produttività, avvicinandosi nel 2021 ai livelli pre-pandemici, con oltre 20.400 tonnellate di merce lavorata per addetto. Il report sottolinea anche la relativa giovane età dei lavoratori: più della metà del personale ha meno di 46 anni (54%) e poco più di un quarto (26%) è nella fascia d'età compresa tra i 46 ed i 56 anni. Circa otto lavoratori del porto su 10 hanno meno di 56 anni. Tra il 2019 e il 2021 sono andate in pensione 74 persone, mentre per il 2022-2024 sono previsti 29 pensionamenti, a conferma del fatto che nello scalo c'è stato un ricambio generazionale. Il documento evidenzia inoltre la prevalenza del lavoro a tempo indeterminato e pieno su quello part-time e a tempo determinato. In particolare, la presenza di lavoratori part-time tra gli addetti è piuttosto residuale e perlopiù concentrata all'interno di pochissime imprese portuali. L'incidenza del lavoro part-time su quello a tempo indeterminato ha percentuali molto inferiori al 10% in tutti i principali comparti: operazioni portuali (3%), servizi portuali (6%) e terminalisti (2%).
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- Con riferimento al porto di Piombino, il documento spiega che al 31 ottobre scorso lo scalo presentava un organico di 284 addetti, dei quali 255 operativi e 29 amministrativi. Rispetto al 2019 la forza lavoro impiegata nello scalo è aumentata di 45 unità, di cui 31 operativi. A Piombino l'incidenza del lavoro part-time sulle attività terminalistiche è pari al 6% del totale. I dati del report - ha precisato l'AdSP - confermano però una bassa produttività media dello scalo, che va comunque rapportata alla peculiarità dei traffici movimentati e alla natura delle operazioni portuali svolte.
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- Nel suo complesso, il report sottolinea alcune criticità, specie nel porto di Livorno, come l'eccessivo ricorso agli straordinari da parte delle aziende, e una preoccupante disomogeneità degli avviamenti al lavoro.
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- «Il Piano Organico Porti - ha commentato il segretario generale dell'ente portuale, Matteo Paroli - è il nostro faro e ci indica la rotta da seguire. Manterremo alta l'attenzione sulla qualità e l'efficienza del lavoro. La nostra priorità, per l'immediato, sarà quella di verificare la tenuta di ALP (l'Agenzia per il Lavoro in Porto autorizzata alla fornitura di lavoro portuale temporaneo,ndr), nell'ambito della quale è stata osservata l'esiguità della forza lavoro rispetto a quella complessivamente impiegata in porto. Infatti, prendendo in riferimento la media dei porti nazionali tale quota si attesta infatti attorno al 17%, mentre nei porti dell'AdSP del Mar Tirreno Settentrionale scende al 4%».
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- Riguardo all'Agenzia per il Lavoro in Porto menzionata da Paroli, il Piano dell'organico dei porti segnala come nel corso degli ultimi anni il numero degli operativi sia cresciuto di 10 unità passando dai 55 del 2014 ai 68 del 2019, scesi poi a 60 nel primo semestre del 2020. Le giornate lavorate dal personale dell'ALP da allora ad oggi è praticamente raddoppiato passando dalle 6.743 giornate del 2014 alle 11.383 del 2019 (prima dell'evento pandemico). I dati critici sono invece rappresentati dalla modesta gamma di competenze professionali possedute dai membri effettivi dell'ALP e dalla consistenza della quota dei dipendenti con inabilità (si tratta di 19 persone esentate fra l'altro dallo svolgimento delle operazioni portuali). Il dato sulle inabilità al lavoro nell'ALP rispecchia, tuttavia, quello generale del porto: a Livorno, più di un lavoratore su 10 è invalido o non in condizione di svolgere in parte o tutte le operazioni portuali.
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