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ILO, IMO, UNCTAD e WHO esortano i governi a collaborare per risolvere la crisi dei cambi di equipaggio delle navi
La situazione è peggiorata in coincidenza della diffusione della variante Omicron del coronavirus
28 febbraio 2022
L'Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), l'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), la Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD) e l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) hanno rinnovato oggi l'esortazione ai governi affinché si continui a collaborare per consentire di risolvere la crisi del cambio degli equipaggi delle navi provocata dalle misure per contenere la pandemia di Covid-19.
Le quattro organizzazioni internazionali hanno specificato che, in base al Neptune Declaration Crew Change Indicator, l'indicatore basato sui dati forniti da dieci primari ship manager che assieme impiegano circa 90mila marittimi, la percentuale di marittimi costretti a rimanere a bordo delle loro navi dopo che è scaduto il loro contratto di arruolamento, che in base alla Maritime Labour Convention del 2006 può avere una durata massima di 11 mesi, è diminuito dal 9% del luglio scorso al 3,7% a dicembre 2021, ma la percentuale è risalita al 4,2% a metà gennaio 2022 a causa delle misure adottate dai governi per limitare la diffusione della variante Omicron del coronavirus.
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