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Il governo di Londra vuole creare “corridoi salariali minimi” per i marittimi dei traghetti che collegano il Regno Unito con altre nazioni
Tra le proposte, quella di assegnare ai porti britannici il potere di rifiutare l'accesso agli scali ai traghetti che non pagano al loro equipaggio il salario minimo nazionale. I sindacati apprezzano sino ad un certo punto
31 marzo 2022
Il governo di Londra ha presentato misure per assicurare che tutti le compagnie di navigazione del Regno Unito che operano nel settore dei traghetti paghino i propri marittimi assicurando loro almeno il salario minimo nazionale. Provvedimenti che l'esecutivo intende assumere in risposta al licenziamento in tronco di 800 marittimi attuato nei giorni scorsi da P&O Ferries e delle accese polemiche che ciò ha suscitato ( del 17 marzo 2022). Condanne all'iniziativa sono giunte dai sindacati ma anche dal governo, con l'amministratore delegato della compagnia di navigazione, Peter Hebblethwaite, che non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco rispondendo alle istituzioni in modo talmente arrogante da far dichiarare al ministro dei Trasporti, Grant Shapps, che «P&O agisce come fanno i pirati e il suo amministratore delegato non solo ha ammesso in Parlamento di aver deliberatamente infranto le leggi, ma ha anche avuto l'ardire di confermarlo in un lettera che mi ha inviato». Il riferimento è , alla missiva che martedì Hebblethwaite ha spedito al ministro ( del 29 marzo 2022).

Oltre ad imporre a questi vettori marittimi l'applicazione del minimo salariare, il governo ha comunicato l'intenzione di negoziare con le nazioni che sono legate al Regno Unito da questi servizi marittimi l'istituzione di “corridoi salariali minimi” per assicurare che ai marittimi che navigano su queste rotte venga garantito almeno il minimo salariale.

Inoltre il governo ha chiesto all'Insolvency Service, agenzia governativa che tra i compiti ha quello di raccogliere informazioni sulla condotta dei dirigenti aziendali e di dichiararne la decadenza in caso di cattiva condotta nei confronti di una società, di agire in tal senso nei confronti di Hebblethwaite.

Presentando ieri alla le misure decise dal governo alla Camera dei comuni, Shapps ha spiegato che il pacchetto di nome misure costringerà le compagnie di navigazione che volessero comportarsi come P&O Ferries a riflettere a fondo sulle loro decisioni: «ciò - ha detto il ministro - invierà un chiaro messaggio all'industria marittima circa il fatto che non permetteremo che ciò accada di nuovo. Che, laddove servono nuove leggi, le creeremo. Laddove vengono cinicamente sfruttate scappatoie legali, noi le chiuderemo. E laddove i diritti del lavoro sono troppo carenti, noi li rafforzeremo».

Shapps ha specificato che la prima misura è che la HM Revenue and Customs (HMRC), l'agenzia delle entrate britannica, dedichi maggiori risorse per assicurare che tutte le compagnie che operano traghetti nel Regno Unito siano conformi alle norme sul salario minimo. La seconda prevede che la Maritime and Coastguard Agency (MCA) incrementi la propria attività di sorveglianza delle norme, così com'è accaduto - ha precisato il ministro - con le ultime ispezioni ai traghetti della P&O Ferries che hanno sinora condotto al fermo delle due navi European Causeway e Pride of Kent.

La terza misura è volta ad impedire che i datori di lavoro, che non hanno compiuto ragionevoli sforzi per raggiungere un accordo tramite la consultazione con i sindacati, possano ricorre alla pratica di licenziare e riassumere i lavoratori con condizioni lavorative differenti dalle precedenti. In particolare - ha chiarito Shapps - un nuovo codice «consentirà ad un tribunale ordinario, o ad un tribunale del lavoro, di tenere conto delle modalità di licenziamento e, se un datore di lavoro non rispetta il codice, imporre un aumento del 25% dell'indennizzo al lavoratore».

Riferendosi poi alla richiesta all'Insolvency Service, il ministro, specificando che l'eventuale decisione di dichiarare la decadenza dell'amministratore delegato di P&O Ferries spetta ovviamente a questo servizio, ha spiegato che «con questo passo voglio assicurarmi che tale oltraggioso comportamento venga messo in discussione».

Soffermandosi poi sulla possibilità di imporre un salario minimo sulle rotte internazionali, iniziativa sicuramente innovativa del governo britannico in ambito nazionale ma anche internazionale, «come sappiamo - ha detto Shapps - P&O Ferries ha sfruttato una scappatoia ponendo le proprie navi sotto la bandiera di Cipro per sfuggire alle leggi del Regno Unito. Quindi - ha annunciato - agiremo anche su questo- Perciò abbiamo deciso che dalla prossima settimana entreranno in vigore le nostre riforme sulla tonnage tax, rendendo più semplice la creazione di imprese marittime nel Regno Unito, con l'eliminazione dell'eccessiva burocrazia così come delle disposizioni che ora non sono più rilevanti dato che siamo fuori dall'UE. Pertanto, aumentando l'attrattiva della bandiera del Regno Unito e portandovi più navi proteggeremo un maggior numero di marittimi».

Se questa non è certo la parte innovativa di questa misura del governo di Londra, lo è invece la successiva illustrata dal ministro: «gran parte del settore marittimo - ha ricordato Shapps - è disciplinato da leggi, obblighi e trattati internazionali. Ciò significa che non possiamo sperare di risolvere tutti questi problemi da soli. Quindi la settima iniziativa del nostro pacchetto di oggi è quella di coinvolgere i nostri partner internazionali. Ora, questa settimana ho contattato i miei omologhi in Francia, Danimarca, Paesi Bassi, Irlanda e Germania per discutere di come i lavoratori marittimi impiegati sulle rotte che collegano direttamente i nostri Paesi dovrebbero ricevere un salario minimo. Sono lieto di dire - ha reso noto il ministro - che la risposta è già stata molto positiva, in particolare rispetto al ministro dei Trasporti francese. Ora lavorerò rapidamente con le mie controparti al fine di esplorare la creazione di corridoi salariali minimi tra le nostre nazioni, e chiederemo anche ai sindacati e agli operatori di concordare un livello comune di salvaguardia dei marittimi anche per queste rotte».

Quanto alle possibili modifiche delle norme britanniche sul minimo salariale, Shapps ha specificato che, dopo aver consultato esperti di diritto marittimo, «è apparso chiaro che ciò non sarebbe stato possibile. Il problema - ha chiarito - è questo: il diritto marittimo è regolato da convenzioni internazionali che troppo facilmente scavalcherebbero qualsiasi cambiamento. Quindi, signora vicepresidente - ha proseguito Shapps rivolgendosi alla vicepresidente della Camera - non permetterò che questo ci fermi. I marittimi meritano la stessa certezza salariale dei lavoratori a terra, sicuri che da un momento all'altro non saranno rimpiazzati da manodopera estera a basso costo. Quindi oggi stiamo fornendo questa certezza. Quale nostra ottava misura - ha spiegato Shapps - posso annunciare all'aula la nostra intenzione di conferire ai porti britannici nuovi poteri statutari affinché possano rifiutare l'accesso a servizi regolari di traghetti che non pagano al loro equipaggio il salario minimo nazionale. Otterremo questo obiettivo utilizzando le disposizioni del diritto primario per modificare l'Harbours Act del 1964 e ciò significa che, se compagnie come P&O Ferries vogliono attraccare in porti come Dover, Hull o Liverpool, non avranno altra scelta che conformarsi a questa legislazione. Essenzialmente, significa che P&O Ferries non può trarre alcun beneficio dall'iniziativa che ha intrapreso in modo vergognoso: hanno licenziato i loro lavoratori per sostituirli con altri pagati al di sotto del salario minimo. Quale risultato di questa misura, questo cinico tentativo fallirà. Pertanto il mio messaggio a P&O Ferries è questo: il gioco è finito. Riassumi coloro che vogliono tornare al lavoro e paga un salario dignitoso ai tuoi lavoratori, a tutti i tuoi lavoratori».

Il ministro ha precisato che tale cambiamento delle norme «non sarà possibile dall'oggi al domani. Ma proprio per questo - ha aggiunto - posso annunciare la nona e ultima misura che adotteremo. Oggi scriverò a tutti i porti del Regno Unito spiegando la nostra intenzione di modificare la legislazione nel più breve tempo possibile, tuttavia ordinando loro, nel frattempo, di non aspettare. Voglio vedere, non appena possibile - ha auspicato Shapps - i porti britannici rifiutare l'accesso alle compagnie di traghetti che non pagano un salario equo. Avranno il pieno appoggio del governo e ho incaricato la MCA di sostenere anche questa azione e loro hanno confermato che lo faranno».

Il pacchetto di misure della “Fair Ferries Strategy” annuncia dal governo è stato accolto favorevolmente dai sindacati del settore marittimo, che tuttavia hanno manifestato perplessità circa il fatto che queste azioni possano essere sufficienti a scongiurare che altre compagnie di navigazione si comportino come P&O Ferries. Nautilus International, ricordando che il sindacato sollecita queste misure da anni, ha rilevato che «il solo intervento sul salario minimo nazionale non fermerà P&O Ferries né scoraggerà compagnie come questa dal licenziare i propri lavoratori. «In qualsiasi altro giorno - ha osservato il segretario generale di Nautilus, Mark Dickinson - questa apparirebbe come una vittoria della nostra lunga campagna per l'equità retributiva nel settore dei traghetti nel Regno Unito, sia a livello nazionale che internazionale. Tuttavia se prima nutrivamo grandi speranze in misure legislative volte a contrastare le azioni illegali di P&O Ferries, oggi in qualche modo non ci riusciamo. P&O Ferries - ha spiegato Dickinson - sta già sostenendo che l'estensione del salario minimo nazionale del Regno Unito alle rotte internazionali dei traghetti non farà loro cambiare direzione e che la loro strategia fatta di reclutamento di equipaggi a basso costo non muterà. La compagnia - ha denunciato il segretario generale di Nautilus International - ha raggiunto il suo obiettivo e i nostri associati, e la sicurezza dei passeggeri e delle merci, ne saranno le vittime».

«Accogliamo con favore - ha proseguito Dickinson - tutte le misure del pacchetto annunciato oggi e la proposta per i corridoi a salario minimo nazionale con i Paesi vicini è incoraggiante. Esortiamo il ministro a dare priorità al raggiungimento di questa proposta e ad assicurare che il salario minimo nazionale venga applicato nel settore dei traghetti con il supporto delle nazioni di destinazione. Accogliamo con favore anche un'azione contro l'amministratore delegato della compagnia, Peter Hebblethwaite essendo chiaro che non è una persona adatta e competente, ma speravamo anche in un'azione contro altri membri del consiglio di amministrazione di P&O Ferries e dettagli su come il governo programma di garantire che la pratica del licenziamento con riassunzione sia fuorilegge, su come il governo può colpire una compagnia e imporre multe senza limite quando violano il diritto del lavoro del Regno Unito».

Se Nautilus International ha approvato se non tutte, almeno alcune delle misure annunciate dal governo e ne ha apprezzato le intenzioni, RMT ha bocciato in toto la risposta del governo: «nonostante tutta la spavalderia - ha dichiarato il segretario generale del sindacato Mick Lynch riferendosi alle affermazioni del ministro sul comportamento di P&O Ferries - Grand Shapps non è riuscito a cogliere l'opportunità di rispondere in modo adeguato al comportamento banditesco di P&O. Il primo ministro - ha spiegato il segretario generale di RMT - ha ripetutamente affermato al parlamento che il governo avrebbe intrapreso un'azione legale per salvare il lavoro dei marittimi britannici, ma non ha mantenuto la parola data. Questa continua mancanza di azione e di coraggio ha fatto sì che una compagnia di traghetti di proprietà della famiglia reale di Dubai (P&O Ferries è di proprietà dell'emiratense DP World, ndr) è stata in grado di violare le nostre leggi, di sconvolgere i nostri porti e di rovinare impunemente la vita delle persone e continueremo a fare pressioni sul governo per assicurare giustizia ai nostri associati. Quello che è stato annunciato oggi - ha concluso Lynch - è troppo poco e giunge troppo tardi, e chiediamo un'azione urgente per attuare riforme più rapide e radicali volte a salvare i marittimi britannici dall'oblio».
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