- I porti dell'alto Tirreno hanno ora a portata di mano la possibilità di movimentare merci da e per la Svizzera, traffico che da tempo gli operatori elvetici vorrebbero poter svolgere con queste banchine ma che sinora è nella realtà praticamente assente. Lo hanno sottolineato, in occasione di un incontro con una trentina di giornalisti svizzeri, i rappresentanti della SLALA, la fondazione che da anni sostiene l'opportunità di realizzare nel basso Piemonte una vasta area retroportuale e logistica che diventi a tutti gli effetti il “polmone” dei porti dell'alto Tirreno, agendo per il decongestionamento delle banchine portuali, ma anche e specialmente del sistema autostradale ligure affetto da un congestionamento cronico.
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- I giornalisti elvetici hanno visitato il porto di Genova, i lavori nel tunnel del Terzo Valico ferroviario fra Genova e Tortona e altre infrastrutture logistiche, per poi incontrare ad Alessandria Cesare Rossini, presidente di SLALA, «Fondazione - ha specificato Fabrizio Palenzona che di SLALA è stato uno dei fondatori - che si propone oggi come lo sportello unico per integrare e soddisfare tutte le esigenze dei traffici da e per i porti liguri, con focus su quell'area del basso Piemonte alla quale stanno guardando con crescente attenzione anche i grandi player del trasporto, dello shipping e della logistica».
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- La visita si è incentrata in particolare su Alessandria Smistamento, il grande scalo ferroviario e oggetto di un consistente finanziamento da parte delle ferrovie italiane, dove si dovrebbe concentrare, specie nel breve e medio periodo, l'attività di formazione e di smistamento dei convogli merci (in particolare container) destinati a connettere le banchine portuali di Genova e Savona con il loro naturale hinterland produttivo, industriale e distributivo. A tal proposito il presidente di SLALA ha evidenziato che «ciò che non è stato realizzato per oltre 40 anni oggi è a portata di mano» e che quella che si prospetta nei prossimi mesi e nei prossimi anni - ha sottolineato Rossini - è un'occasione storica che deve essere sfruttata con grande concretezza superando anche convinzioni radicate relative alla diseconomicità di rotture di carico nei retroporti e valutando invece l'opportunità di veri e propri servizi shuttle banchine-retroporto (nel caso Alessandria Smistamento), svolti sia su ferrovia sia con Tir impegnati nelle ore di minor traffico. «Per la prima volta dopo decenni in cui la Svizzera non ha impiegato le banchine dell'alto Tirreno neppure per un singolo kg di merce - ha affermato Cesare Rossini - oggi si configura un quadro del tutto nuovo e un'opportunità anche di collaborazione e integrazione logistica, che non può essere persa».
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