Così come la port authority di Long Beach che ha motivato il forte calo del -31,7% del traffico dei container movimentato dallo scalo californiano a febbraio 2023 addebitandolo alla minore spesa dei consumatori, a magazzini già saturi di merci e al fermo della produzione in Asia ( del 15 marzo 2023), anche l'authority portuale di Los Angeles ha spiegato l'ancor più accentuata flessione del traffico containerizzato del -43,1% registrata lo stesso mese dal porto della città degli angeli specificando - ha affermato il direttore generale della Port of Los A Angeles, Gene Seroka - che il calo «è stato inasprito da un generale rallentamento del commercio globale, dall'estensione delle chiusure per le festività de capodanno lunare in Asia, dai magazzini pieni e da traffici che evitano i porti della costa occidentale». Quest'ultima giustificazione, più volte addotta nei mesi scorsi per motivare un rallentamento dell'attività dovuto alla congestione dei porti californiani che non riuscivano a smaltire traffici in ripresa dopo il fermo causato dalla pandemia di Covid-19, appare oggi meno valida analizzando ciò che sta accadendo nei principali porti della costa orientale degli USA, anch'essi alle prese con una rilevante diminuzione dei volumi di container. Se nel porto di New York - New Jersey, il principale scalo container dell'East Coast statunitense, il trend di decrescita del traffico containerizzato è in atto dallo scorso ottobre e a gennaio 2023, l'ultimo mese di cui è noto il dato di traffico, la flessione è stata del -15,6% sul gennaio 2022, a febbraio 2023 Savannah, che è il secondo porto container della costa orientale americana, ha movimentato 395mila teu, con un calo del -14,3%. A gennaio 2023, invece, si è interrotto il precedente breve trend di calo del traffico dei container nei tre terminal gestiti dalla Virginia Port Authority, che costituiscono il terzo polo portuale dei container della East Coast e che hanno movimentato 288mila teu, con un incremento del +10,1% sul gennaio dello scorso anno. Certo il trend è assai più negativo a Los Angeles dove lo scorso mese, oltre alla prosecuzione delle diminuzioni dei volumi di container pieni allo sbarco e di container vuoti in atto dallo scorso agosto, volumi che a febbraio 2023 sono risultati pari rispettivamente a 249mila teu (-41,2%) e 156 mila teu (-53,9%), lo scorso mese è calato anche il traffico di container pieni all'imbarco che è ammontato a 82mila teu (-13,7%). Trend negativo che caratterizza anche Oakland, che è il terzo porto container della East Coast e dove a gennaio 2023 il traffico è diminuito del -7,2% essendosi attestato a 179mila teu. Una forte riduzione del traffico che a Los Angeles, Oakland e Long Beach, così come negli altri principali porti container nazionali, almeno relativamente al flusso in importazione dovrebbe arrestarsi questo mese dopo aver raggiunto a febbraio 2023 uno dei livelli più bassi dall'inizio della pandemia. Lo prevede la National Retail Federation, l'associazione statunitense del commercio al dettaglio: «l'economia - ha spiegato Jonathan Gold, vice presidente Supply chain e customs policy della NRF - è gravata da molte incertezze, ma ci aspettiamo che nei prossimi mesi le importazioni mostrino modesti incrementi. La crescita - ha precisato, chiarendo che non sarà sostenuta - è un segnale positivo, ma i livelli sono ancora molto al di sotto del normale e i rivenditori continueranno ad essere cauti lavorando per mantenere le scorte in linea con la domanda dei consumatori». A differenza di quanto sostengono le autorità portuali americane, la NRF rivela che i magazzini magari non sono pieni di merci, ma contengono quelle che i commercianti sono quasi certi di poter vendere nonostante la debole domanda. Per la National Retail Federation, la prossima lieve ripresa dei traffici sarà generata proprio dall'esigenza di rimpinguare le attuali scorte: «i rivenditori - ha chiarito Ben Hackett, fondatore della Hackett Associates, la società di consulenza che con la NRF realizzata il rapporto “Global Port Tracker” che analizza l'andamento del traffico containerizzato nel porti nordamericani - stanno mantenendo scorte ridotte in previsione della ricostituzione di nuove scorte stagionali una volta che avranno una visione più chiara dei livelli di spesa dei consumatori previsti». Secondo l'ultimo rapporto “Global Port Tracker”, a febbraio 2023 il traffico dei container nei porti USA è stato stimato in circa 1,56 milioni di teu, dato che rappresenta un calo del -13,6% rispetto a gennaio 2023 e una diminuzione insolitamente elevata del -26,2% rispetto a febbraio 2022. Un rallentamento a febbraio 2023 - evidenzia il rapporto - che rende il calo registrato questo mese il più accentuato da maggio 2020 quando molte fabbriche in Asia e la maggior parte dei negozi negli Stati Uniti erano chiusi a causa della pandemia. Da marzo 2023 è atteso un rialzo delle importazioni che dovrebbe proseguire sino a metà estate, rimanendo tuttavia al di sotto dei livelli dello scorso anno: a marzo 2023 è atteso un traffico complessivo in importazione pari a 1,74 milioni di teu, in calo del -25,9% sul marzo 2022, ad aprile 2023 sono previsti 1,87 milioni di teu (-17,2%), il mese successivo 1,92 milioni di teu (-19,7%), a giugno due milioni di teu (-11,5%) e a luglio 2,13 milioni di teu (-2,5%).
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