L'associazione dei porti europei ESPO ha accolto con favore, pur se con qualche riserva, l'accordo raggiunto oggi tra Parlamento e Consiglio dell'UE sul regolamento FuelEU Maritime relativo alla promozione di fuel navali a basso tenore di carbonio al fine di decarbonizzare il trasporto marittimo
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23 marzo 2023). In particolare, l'European Sea Ports Organisation ha apprezzato il fatto che l'accordo introduca l'obbligo per le navi, a partire dal 2030, di utilizzare l'elettricità fornita dalla rete di terra mentre sono all'ormeggio nei porti della rete transeuropea TEN-T e in altri porti che hanno installato l'infrastruttura che consente tale tipo di fornitura. ESPO ha evidenziato che «per i porti è importante che questo obbligo di utilizzo sia implementato e rigorosamente applicato».
L'associazione dei porti europei ha tuttavia manifestato disappunto perché l'obbligo di utilizzo da parte delle navi dei sistemi di cold ironing presenti sulle banchine per allacciarsi alla rete elettrica di terra prevede alcune eccezioni che, secondo ESPO, «rischiano di ritardare e limitare ulteriormente l'utilizzo degli impianti elettrici di terra nei porti». Ricordando che «per i porti, in linea con l'imminente nuovo regolamento sulle infrastrutture per i combustibili alternativi (AFIR), il 2030 sarà il termine ultimo per la realizzazione dell'infrastruttura elettrica a terra» e rilevando che «è prevedibile che già anni prima molti porti disporranno di questi impianti operativi, senza alcuna garanzia di utilizzo», ESPO ha sottolineato che, «pertanto, i porti confidano fortemente nell'impegno delle compagnie di navigazione ad utilizzare l'elettricità da terra quando disponibile già prima del 2030». «Si spera - ha precisato Isabelle Ryckbost, segretario generale di ESPO - che i requisiti per le navi relativi a quando utilizzare l'elettricità all'ormeggio chiariscano la questione. Ci auguriamo tuttavia che la flessibilità concessa alle compagnie di navigazione per decidere il proprio percorso di ecologizzazione si rifletta anche nel prossimo accordo sull'AFIR. Non c'è tempo né denaro da perdere, né per le compagnie marittime né per i porti. La riduzione delle emissioni, rapida ed efficiente, dovrebbe essere l'ambizione principale. Ci auguriamo - ha aggiunto Ryckbost - che l'AFIR offra anche una certa flessibilità ai porti al fine di dare la priorità agli investimenti nell'energia a terra nei porti in cui ciò ha più senso».
Tra i contenuti dell'accordo preliminare raggiunto oggi apprezzati da ESPO c'è anche l'inclusione di una disposizione che impone alla nave di informare lo Stato membro del porto di scalo dell'intenzione di utilizzare l'elettricità fornita dalla rete di terra e del fabbisogno energetico della nave all'ormeggio.
Relativamente alla preoccupazione manifestata ripetutamente dall'associazione dei porti europei circa il fatto che le nuove norme per la decarbonizzazione del trasporto marittimo possano causare una rilocalizzazione delle attività marittime, ESPO, prendendo atto che l'accordo riconosce la sussistenza di questo rischio, ha tuttavia espresso un parere critico sull'efficacia della clausola posta per scongiurarlo.
ESPO ha infine chiesto che i proventi generati delle penali derivanti dalla mancata connessione delle navi alla rete elettrica di terra siano utilizzati per finanziare i necessari investimenti in impianti di cold ironing.