Nel quarto trimestre del 2022 - secondo i dati diffusi da
Eurostat - i porti dell'UE a 27 hanno movimentato complessivamente
849,0 milioni di tonnellate di merci, con un calo del -2,2% sul
corrispondente periodo dell'anno precedente. Così come dal
secondo trimestre del 2021, durante tutta la fase di ripresa
rispetto alla precedente rilevante diminuzione dei volumi di carichi
avvenuta in coincidenza con il diffondersi a livello globale della
pandemia di Covid-19, anche nel periodo ottobre-dicembre del 2022 a
risultare in crescita sono state le rinfuse movimentate dai porti
dell'Unione Europea: in particolare, le rinfuse liquide sono
ammontate a 318,9 milioni di tonnellate (+3,4%) e le rinfuse solide
a 196,7 milioni di tonnellate (+2,8%). Nel settore delle merci
varie, invece, si è accentuato il trend di decrescita in atto
al secondo trimestre del 2022: nell'ultimo trimestre dello scorso
anno le merci containerizzate si sono attestate a 188,2 milioni di
tonnellate (-10,0%), i rotabili a 93,8 milioni di tonnellate
(-11,7%) e le altre merci 51,2 milioni di tonnellate (-2,6%).
Secondo i dati diffusi dall'istituto europeo di statistica,
nell'ultimo trimestre del 2022 il traffico nei porti italiani è
stato di 111,5 milioni di tonnellate, con un calo del -10,1% sullo
stesso periodo del 2021. È necessario evidenziare che,
secondo le cifre rese note dall'Associazione dei Porti Italiani a
consuntivo di quelle comunicate ad Assoporti dalle singole Autorità
di Sistema Portuale italiane, nel quarto trimestre dello scorso anno
i porti italiani hanno movimentato 117,6 milioni di tonnellate
(-2,9%), ovvero 6,1 milioni di tonnellate in più rispetto al
dato di Eurostat. Nelle statistiche dell'istituto europeo anche i
dati riferiti ad altre nazioni europee non sono quasi mai allineati
con quelli comunicati dagli istituti statistici delle singole
nazioni, ma raramente le cifre differiscono come nel caso specifico
dei porti italiani. A titolo di esempio, coinvolgendo nel raffronto
anche l'Istat, l'istituto italiano di statistica, e facendo
riferimento ai dati annuali del 2018, 2019, 2020 e 2021, gli ultimi
disponibili diffusi da Eurostat, Istat e Assoporti, secondo
l'istituto europeo nel 2018 i porti italiani hanno movimentato 490,8
milioni di tonnellate di merci, ovvero 11,1 milioni in meno rispetto
a quanto calcolato da Istat e 5,8 milioni in meno rispetto a quanto
segnalato da Assoporti. Negli anni successivi il raffronto tra i
dati di Eurostat e quelli di Istat, pur marcatamente differenti,
risulta analogo, mentre il divario con quelli di Assoporti si
accentua sensibilmente: Eurostat registra per il 2019 un traffico di
499,2 milioni di tonnellate movimentate dai porti italiani, 8,8
milioni in meno rispetto a quanto comunica Istat e 9,9 milioni in
più rispetto al dato di Assoporti; per Eurostat nel 2020 il
dato è di 459,8 milioni di tonnellate, 9,8 milioni in meno
rispetto a quanto dice Istat e ben 16,6 milioni di tonnellate in più
rispetto alle cifre diffuse da Assoporti; nel 2021 il dato Eurostat
è di 492,9 milioni di tonnellate, 8,7 milioni in meno
rispetto a Istat e 12,1 milioni in più rispetto ad Assoporti.
Il divario muta di segno nel 2022, anno rispetto al quale Istat non
ha ancora diffuso dati: per Eurostat lo scorso anno i porti italiani
hanno totalizzato 450,2 milioni di tonnellate di merci mentre per
Assoporti il totale è stato di 490,1 milioni di tonnellate,
ovvero una differenza di ben 39,9 milioni di tonnellate. Pare così
che se sino al 2018 (perché anche negli anni precedenti i
raffronti erano analoghi) Eurostat sottostimava il traffico
movimentato dai porti italiani, secondo Istat lo ha continuato a
fare nel triennio 2019-2021 mentre secondo Assoporti nel periodo lo
ha nettamente sovrastimato per tornare a sottostimarlo grandemente
nel 2022 ad avviso dell'Associazione dei Porti Italiani. Se di
sottostima generalmente si tratta, è bene che la portualità
italiana si adoperi affinché in sede europea questa
sottovalutazione venga rimossa.
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