Nell'ambito del progetto “No fire nave”, una ricerca
coordinata dal Dipartimento di Ingegneria dell'Università di
Palermo con la collaborazione del Colorificio Atria, il Consorzio
NAVTEC e l'Università di Messina, sono state realizzate nuove
vernici ad alta resistenza al fuoco e con caratteristiche
fonoassorbenti per uso navale, portuale e cantieristico. In
particolare, tra le vernici ad alta resistenza al fuoco sono state
studiate le vernici intumescenti che, gonfiandosi a causa
dell'esposizione al calore, generano una barriera protettiva e
isolante limitando la propagazione del fuoco e del calore. Il
progetto è stato supportato grazie al P.O. FESR Sicilia
2014/2020, la misura del Dipartimento delle Attività
Produttive della Regione Siciliana che sostiene l'avanzamento
tecnologico delle imprese grazie a partenariati pubblico-privato.
Durante i tre anni di attività progettuale sono stati
sviluppati dei rivestimenti intumescenti partendo da vernici
acriliche additivate con opportuni materiali di riciclo, come ad
esempio vetro e sughero. Il progetto ha riguardato anche lo sviluppo
di rivestimenti a spessore per isolamento termoacustico, tramite
l'utilizzo di inerti speciali riciclati, cariche espanse isolanti o
vegetali come ad esempio il sughero, vermiculite e gomma riciclata.
Il progetto ha visto anche lo sviluppo di vernici multifunzionali
per la protezione dalla corrosione di strutture metalliche o
interne, come sentine o ballast. Le nuove formulazioni sono state
realizzate additivando cariche a base grafitica e sono state
caratterizzate in laboratorio simulando l'azione corrosiva
dell'ambiente marino. L'utilizzo di inerti speciali riciclati (es.
vetro, gomma) ha permesso lo sviluppo di rivestimenti idonei alla
pavimentazione navale, anticondensa, antiscivolo e a prova d'urto.
«Gli incendi in navigazione - ha affermato il professore
Antonino Valenza, direttore del Dipartimento di ingegneria di
Palermo e responsabile scientifico del progetto illustrandone i
risultati - sono cresciuti del 10% rispetto all'anno precedente,
rappresentando la terza causa di incidente sulle imbarcazioni,
preceduti solo dai danni ai macchinari e dalle collisioni».
L'esito del progetto - ha sottolineato «è un chiaro
esempio che dimostra come la ricerca industriale possa rispondere
alle esigenze di innovazione. Abbiamo lavorato e validato un
prodotto ad alta resistenza al fuoco e questo è stato
possibile solo grazie alla collaborazione e allo scambio di
conoscenze tra i ricercatori delle nostre università e le
aziende che hanno collaborato mettendo insieme le loro competenze».