Concluso ormai il ciclo triennale di repentina e notevole
crescita e poi di altrettanto rapida flessione dei risultati
finanziari conseguiti da tutte le primarie compagnie di navigazione
mondiali del settore dei container, che è coinciso con la
fase periodo di diffusione e poi di attenuazione a livello
planetario della pandemia di Covid-19, anche il gruppo armatoriale
danese A.P. Møller-Mærsk ha terminato l'ultima parte
del 2023 registrando un reddito operativo e un risultato economico
netto trimestrali entrambi di segno negativo, cosa che non accadeva
rispettivamente dal secondo trimestre del 2018 e dal quarto
trimestre del 2019.
Nel quarto trimestre del 2023 i ricavi del gruppo hanno segnato
il quinto calo trimestrale consecutivo essendo ammontati a 11,74
miliardi di dollari, con una diminuzione del -34,1% sullo stesso
periodo dell'anno precedente. Il trend decrescente del fatturato è
trascinato verso il basso dalla riduzione dei ricavi generati dal
core business del trasporto marittimo containerizzato che nel
periodo ottobre-dicembre dello scorso anno sono stati pari a 7,18
miliardi di dollari (-46,0%), di cui 5,89 miliardi (-49,1%) prodotti
dall'attività di trasporto marittimo e 1,29 miliardi (-24,9%)
dalle attività accessorie. La contrazione dei ricavi dello
shipping è conseguenza della riduzione del valore dei noli
marittimi che, per il gruppo Maersk, nel quarto trimestre del 2023 è
stata del -50,1% essendo la tariffa media di spedizione risultata
pari a 1.925 dollari/container da 40' (feu) rispetto a 3.869
dollari/feu nel corrispondente periodo del 2022. Ciò a fronte
di un volume di carichi containerizzati trasportati dalla flotta del
gruppo che è aumentato del +10,7% essendo stato pari a 3,11
milioni di feu, di cui 1,46 milioni di feu (+17,2%) trasportati
sulle rotte est-ovest, mercato nel quale il valore medio dei noli è
risultato di 1.818 dollari/feu (-55,3%), 1,00 milioni di feu (+8,9%)
trasportati dai servizi nord-sud, attività per la quale il
valore medio dei noli è risultato di 2.702 dollari/feu
(-42,6%), e 645mila feu (+0,6%) trasportati sulle rotte
intra-regionali, mercato che ha totalizzato un nolo medio del valore
di 1.405 dollari/feu (-40,3%).
Inoltre nell'ultimo trimestre dello scorso anno i ricavi
generati dalle attività logistiche del gruppo si sono
attestati a 3,54 miliardi di dollari (-8,2%), quelli prodotti dalle
attività terminalistiche a 1,02 miliardi (+2,0%) e i ricavi
derivanti dai servizi di rimorchio e dai servizi marittimi a 571
milioni (+0,5%).
Nel quarto trimestre del 2023 il margine operativo lordo del
gruppo Maersk è risultato pari a 839 milioni di dollari
(-87,2%). Il risultato operativo è stato di segno negativo e
pari a -537 milioni di dollari rispetto ad un utile operativo di
5,12 miliardi nell'ultimo trimestre del 2022, con un contributo di
-920 milioni dallo shipping containerizzato (utile di 4,82 miliardi
nel quarto trimestre del 2022), di 60 milioni dalle attività
logistiche (-56,8), di 234 milioni dalle attività
terminalistiche (+0,9%) e di 107 milioni dalle attività di
rimorchio e dai servizi marittimi (-12,3%).
Il gruppo danese ha archiviato il periodo ottobre-dicembre dello
scorso anno con una perdita netta di -456 milioni di dollari
rispetto ad un utile netto di 4,98 miliardi nello stesso periodo del
2022.
«Il 2023 - ha commentato oggi l'amministratore delegato
del gruppo, Vincent Clerc - è stato un anno di transizione
seguito allo straordinario boom del mercato causato dalla pandemia.
Abbiamo ottenuto solidi risultati finanziari nonostante le
circostanze siano notevolmente mutate e siamo ben posizionati per
gestire le difficoltà previste nel 2024. Adottando misure
tempestive e decise per imporre una rigorosa gestione dei costi, ci
siamo adattati alla nuova realtà». Soffermandosi
sull'attuale stato del mercato del trasporto marittimo
containerizzato, Clerc ha osservato che, «se attualmente il
mercato continua ad essere caratterizzato da volumi consistenti, e
se la crisi nel Mar Rosso ha causato repentine limitazioni della
capacità e una temporanea crescita dei noli, alla fine - ha
rilevato - l'eccesso di offerta di trasporto marittimo avrà
un impatto sui nostri risultati».
Maersk, infatti, prevede che se nell'esercizio annuale 2024 i
volumi di carichi trasportati dalle flotte mondiali di navi
portacontainer cresceranno del +2,5%/+4,5%, con quelli del gruppo
danese che risulteranno in linea con il mercato, l'EBITDA della
Maersk risulterà pari a 1,0/6,0 miliardi di dollari rispetto
ad un EBITDA di 9,59 miliardi nell'esercizio annuale 2023. Inoltre
per il 2024 è atteso un EBIT di segno negativo compreso nel
range -5,0/0,0 miliardi rispetto ad un utile operativo di 3,93
miliardi di dollari nel 2023, esercizio annuale appena conclusosi
nel quale i ricavi sono diminuiti del -37,4% scendendo a 51,06
miliardi e l'utile netto è calato del -86,7% essendo stato
pari a 3,91 miliardi di dollari.
Al 31 dicembre scorso la flotta della Maersk era costituita da
672 navi (707 al 31 dicembre 2022), di cui 310 di proprietà
(318) e 362 a noleggio (389).
Ricordiamo che all'inizio di quest'anno il gruppo danese ha
stretto con la tedesca Hapag-Lloyd un'alleanza operativa, denominata
“Gemini Cooperation”, che entrerà in vigore a
febbraio 2025 subito dopo lo scioglimento dell'alleanza “2M”
tra Maersk e l'elvetica MSC e subito dopo l'uscita di Hapag-Lloyd
dall'alleanza “THE Alliance” con i vettori marittimi
HMM, ONE e Yang Ming
(
del 17
gennaio 2024).
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