Euroseas, compagnia proprietaria di una flotta di 22
portacontainer poste a noleggio, ha archiviato il primo trimestre
del 2024 con ricavi pari a 48,3 milioni di dollari, con un
incremento del +11,1% sullo stesso periodo dello scorso anno.
L'utile operativo è ammontato a 20,4 milioni, con una
flessione del -31,3% sul primo trimestre del 2023 che aveva
beneficiato, tra l'altro, di proventi pari a 5,2 milioni derivanti
dalla vendita della nave
Akinada Bridge. L'utile netto è
stato di 20,0 milioni di dollari (-30,4%).
Commentando i risultati registrati nei primi tre mesi di
quest'anno, il presidente e amministratore delegato della Euroseas,
Aristides Pittas, ha spiegato che «durante il 2024 e sino alla
metà di maggio del 2024 i mercati delle portacontainer hanno
proseguito nella ripresa principalmente sulla scia della maggiore
domanda di navi determinata da rotte commerciali più lunghe.
Quest'ultima condizione si è verificata quando le compagnie
di linea hanno deciso di evitare di attraversare il Mar Rosso e il
canale di Suez in reazione agli attacchi alle navi nella zona.
Dall'inizio dell'anno - ha precisato Pittas - le tariffe per navi
simili alle nostre nuove costruzioni da 2.800 teu sono aumentate di
circa l'80%. Analoghi aumenti delle tariffe sono stati registrati
nella maggior parte dei segmenti. Abbiamo approfittato del
miglioramento del contesto tariffario e abbiamo concluso noleggi per
due delle nostre nuove costruzioni e abbiamo esteso i noleggi di
alcune delle nostre altre navi, generalmente a tariffe superiori ai
livelli previsti tre mesi fa. Anche se non è chiaro per
quanto tempo continuerà la situazione di tensione nel Mar
Rosso, dopo la quale le tariffe potrebbero normalizzarsi, sinora
dall'inizio di quest'anno il mercato è stato in grado di
assorbire l'elevato livello di consegne di nuove costruzioni
determinato dal consistente portafoglio ordini complessivo di navi.
L'orderbook - ha aggiunto - è ancora elevato rispetto agli
standard storici, ma è sceso a circa il 22% quale percentuale
della flotta globale. Per i segmenti feeder e intermediate - ha
precisato il manager della Euroseas che ha rispettivamente 15 e
sette navi delle due tipologie nella sua flotta - il portafoglio
ordini è piuttosto basso e si attesta intorno all'8% quale
percentuale della flotta feeder globale. Inoltre, oltre il 20% della
capacità del segmento feeder ha un'età superiore ai 20
anni. Non è quindi affatto improbabile - ha concluso Pittas -
che la flotta feeder possa addirittura diminuire nei prossimi anni».